Appartenente al movimento mistico dell’ordine della Rosa-Croce si ammantava di doti magiche e curative come la trasformazione dei metalli vili in oro o il guarire le persone con il tatto; false qualifiche che in realtà nascondevano quelle di mistificatore e falsario. Uomo molto geloso, teneva la moglie segregata in casa sorvegliata da un cappuccino suo grande amico: fra Francesco Giuseppe. Ma la donna, un giorno riuscì a violare quella cattività imposta dal coniuge. Fuggì e chiese aiuto alla Santa Inquisizione fornendo a quest’ultima quel pretesto tanto desiderato per processare e incarcerare il conte. Iniziò così la parabola discendente di questo misterioso personaggio che lo avrebbe portato a popolare numerose carceri piuttosto che le lussuose corti che un tempo lo avevano visto indiscusso protagonista, carceri come la fortezza di San Leo a Montefeltro dove morì per un colpo apoplettico. Anche Lorenza fu incarcerata e di lei se ne persero le tracce. Passano i secoli ma la voglia de conte di sorvegliare la moglie evidentemente no. Infatti il suo fantasma segue quello di Lorenza Feliciani, il quale di notte si aggira per Trastevere, silenziosamente, rasenta i muri con il volto sempre in ombra. Inizia il suo percorso da Piazza S. Apollonia, giunge a ponte Garibaldi, lo attraversa e giunge a piazza di Spagna dove fu arrestato il conte. A questo punto una profonda voce maschile, attribuita al conte, ride follemente e in modo decisamente agghiacciante grida il nome della donna distogliendo il suo fantasma da quel peregrinare e facendolo sparire nel nulla proprio nella piazza teatro dell’ arresto. Una vendetta beffarda che si ripete nel tempo per quel tradimento che sancì l’inizio della fine di una vita che ha fatto del mistero e dell’ avventura i suoi principali comandamenti.
Fonte: wopzone.it
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