Associazione che si occupa dello studio e della ricerca dei fenomeni paranormali, di ghost hunting ed esoterismo.

MESSALINA LA LIBERTINA


Quello di Messalina è uno dei fantasmi più antichi di Roma. Ancora oggi sembra che vaghi sul Colle Oppio in cerca di qualche avventura, per scomparire al sorgere del sole. Il parco si trova vicino il Colosseo. Il fantasma della donna è stato anche avvistato a Villa Medici nei pressi del bosco dove trascorreva notti focose con Silio, il suo amante. E proprio il suo tradimento fu svelato e il marito Claudio ordinò la sua morte. Rifugiatasi nel bosco, fu raggiunta da Narciso che la uccise a colpi di pugnale. Messalina nasce nel 25 d.C. e data la sua bellezza entrò subito nelle grazie di Claudio che la sposò nonostante avesse trenta anni in più. Divenne dopo poco imperatrice di Roma in seguito all'uccisione di Caligola. Ella non amava la vita di corte conducendo una vita estremamente libertina e su di lei si sono raccontate le storie più disparate: si dice che impose al marito cedere sudditi e giovani di bell'aspetto alle sue grazie, che avesse avuto rapporti incestuosi che si prostituisse con il "nome d'arte" di Licisca a marinai e gladiatori. Secondo Plinio il Veccio, Messalina sfidò la più famosa prostituta dell'epoca arrivando a 25 rapporti in 24 ore e dopo essere stata prooclamata invincibile (invica) smise la sua attività (“lassata viris, nondum satiata, recessit” stanca, ma non sazia, smise). Chi non si prestava alla sua irefrenabile voglia, veniva eliminato. Si innamorò di Gaio Silio marito di Giulia Silana che fu ripudiata. Mentre Claudio era ad Ostia, durante una festa o per meglio dire "festino" Gaio e Messalina si sposano nel 48 d.C. Claudio impaurito da una eventuale voglia di usurpazione del trono da parte di Gaio li fece condannare a morte ma se l'uomo non oppose a minima resistenza e chiese una morte rapida, Messalina fuggì e si nascose presso gli "Horti Luculliani" e fu ucciso da un tribuno che esclamò: "Se la tua morte sarà pianta da tutti i tuoi amanti, piangerà mezza Roma!". Su di lei fu applicata la "damnatio memoriae", cioè l'eliminazione del suo nome dai documenti e dai monumenti di Roma e la distruzione delle sue statue.
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