Medium inglese tra i più giovani viventi particolarmente notevole
per la vasta gamma di fenomeni da lui presentati. Aveva undici anni quando nella sua casa cominciarono a prodursi fenomeni di Poltergeist con inesplicabili spostamenti o addirittura scomparse di oggetti. Questi disturbi cessarono però dopo pochi mesi e per tre anni tutto tornò nella normalità. I fenomeni ripresero però in modo molto più imponente, sia nella nuova casa -un’antica villa settecentesca presso Cambridge - in cui la famiglia Manning era andata ad abitare, sia nel collegio dove il giovane Matthew seguiva i suoi studi. In casa, un grande e pesante armadio nella stanza del ragazzo cominciò a muoversi, oggetti vennero levitati, mobili scomparvero dal loro posto per essere ritrovati nella cantina; in collegio i letti della camerata in cui il medium dormiva presero a spostarsi e si ebbero vasti fenomeni di apporto di chiodi, viti, coltelli di oscura origine. Seguirono misteriose firme che apparivano sulle pareti della stanza di Matthew e che rispondevano a nomi di antichi abitanti della località o di antichi proprietari della villa. Con questi proprietari il ragazzo entrò in comunicazione, per scrittura automatica e in stato di semitrance: essi gli raccontavano vicende della loro vita trascorsa, a volte si dichiaravano autori della scomparsa di oggetti asportati e, in seguito alle richieste di lui, li restituivano. Uno di loro, un certo Webbe, si esprimeva in modo da far capire di non avere ancora la coscienza di essere morto, si credeva nell'anno 1730, parlava di negozi dell’epoca come se ancora esistessero.
Matthew, che seguiva con singolare attenzione e collaborazione i propri fenomeni, tentò esperienze di bilocazione. Una volta, mentre era in collegio, cercò di trasferirsi nella sua casa, dove vide sua madre intenta ai lavori domestici; sebbene la madre dicesse poi di avere avvertito la sua presenza, non potè avere la certezza se si trattasse di una vera bilocazione o di una semplice visione chiaroveggente. Un'altra volta tentò un viaggio nel tempo;
vide la propria casa come era verso il 1730, una porta in una parete attualmente chiusa e coperta da
scaffalature, e della quale furono poi riscontrate le tracce, un intonaco azzurro sulle pareti delle scale, e che fu poi riconosciuto, in seguito a una scrostatura del nuovo intonaco. Matthew notò che l’inizio di queste nuove manifestazioni esplicitamente medianiche era venuto a coincidere con l'attenuarsi dei fenomeni Poltergeist: se le abbandonava per qualche tempo i fenomeni riprendevano. Ebbero infine inizio i fenomeni di disegno automatico: Matthew, che non aveva alcuna inclinazione per il disegno, cominciò a tratteggiare composizioni firmate da vari autori, da Dürer a Matisse, chiaramente nello stile di questi artisti, a volte semplici riproduzioni di loro opere, che egli non aveva mai visto. L'imporsi di questa attività segnò la definitiva scomparsa dei Poltergeist. Frattanto si manifestavano altri fenomeni: la notizia degli esperimenti psicofonici del Raudive indusse il giovane medium a imitarli ottenendo risultati imponenti: marce militari, rumori di fucilerie che scaturivano a pieno volume dal nastro magnetico. Quando la televisione portò a conoscenza di tutti le capacità di Uri Geller, in particolare quella di piegare oggetti metallici con la sola forza mentale, anche Matthew volle fare altrettanto e vi riuscì perfettamente. Nel 1974, il prof. Owen, che aveva conosciuto Matthew al tempo delle sue prime manifestazioni,quando egli era docente all’università di Cambridge, divenuto frattanto direttore della Fondazione di Ricerca Nuovi Orizzonti a Toronto, in Canada, invitò il giovane a sottoporsi, con altri sensitivi, a una serie di studi da lui organizzata in quell’istituto. L’elettroencefalogramma dimostrò che, nel momento in cui Matthew esercitava le sue facoltà paranormali, il suo cervello produceva sul tracciato onde di una forma particolare. molto rare, che furono dette onde rampa.
Matthew Manning ha dato un resoconto della sua fenomenologia in una sorta di biografia documentata, L'anello di congiunzione (The Link, 1974; trad. ital. Da dove vengono i miei poteri,
1976) con una presentazione di P. Bander e un commento dello stesso Owen.
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