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ALEISTER CROWLEY




                      

L’uomo che apprezzava essere chiamato “Grande Bestia 666″, soprannominato dalla stampa come “l’uomo più cattivo della storia” era qualcosa di più di un santone da strapazzo: Aleister Crowley è il cuore di uno dei movimenti più influenti del 20 ° e del 21 ° secolo. Inoltre ha avuto legami con alcune delle figure più potenti del mondo, lavorò anche alla British Intelligence Agency (MI-5). Questo articolo descriverà la vita e le opere dell’occultista Aleister Crowley e analizzerà i suoi legami con l’élite mondiale che facilitò la propagazione del Thelema.



Anche se è considerato il più influente occultista del 20 ° secolo ed è stato riconosciuto dalla BBC come il 73simo “più grande inglese di tutti i tempi”, molte persone non hanno mai sentito parlare di Aleister Crowley. L’occultista inglese, mago mistico e cerimoniale, è incredibilmente popolare in alcuni circoli (occultisti, artisti, celebrità, ecc), ma completamente sconosciuto alla persona media. E perché dovrebbe essere conosciuto? Che cosa ha fatto di importante? In poche parole, prefigurò il radicale cambiamento filosofico che avrebbe spazzato la civiltà occidentale nel corso del 20 ° secolo. Con la fondazione della filosofia del Thelema e annunciando l’avvento di una Nuova Era, Crowley non solo formulò i precetti filosofici principali del 21 ° secolo, ma fece anche parte del motore illuminista che a sua volte lo promosse.
A causa dei rituali sessuali, il consumo di droga e gli interessi per la magia nera (Black Magick) (introdusse la lettera “k” al termine della parola “magic” per differenziarla da quella destinata al mero intrattenamento), Crowley fu calunniato e pesantemente criticato dalla stampa durante la sua vita. Tuttavia, i documenti declassificati fino ad ora rivelano che la “Grande Bestia 666″ condusse una doppia vita: Crowley apparentemente avrebbe mantenuto i legami con il governo britannico e lavorò con i servizi segreti britannici e con membri di alto rango del governo americano. L’OTO – la società segreta che rese popolare – ebbe tra le sue fila alcune delle persone più influenti del tempo, che hanno usato il loro potere per promuovere l’avanzamento della sua principale filosofia: il Thelema.
Crowley nacque in una famiglia benestante e religiosa. I suoi genitori erano parte di una fazione conservatrice cristiana chiamata Plymouth Brethren. Suo padre, un predicatore itinerante della sua setta, era particolarmente devoto e si diceva leggesse un capitolo dei versetti a sua moglie e a suo figlio ogni giorno, dopo colazione 1. Mentre Crowley mantenne un buon rapporto con suo padre, disprezzava molto la madre, che lo descrisse come “la bestia” – un nome che in seguito adottò come suo soprannome per tutta la vita.
Dopo aver perso suo padre per cancro ai polmoni all’età di 11 anni, Crowley ereditò il patrimonio di famiglia e andò a studiare letteratura inglese al Trinity College di Cambridge. E’ durante quegli anni accademici che Crowley cominciò a rinunciare e persino a ribellarsi contro il suo background cristiano. Ha messo seriamente in dubbio la Bibbia, partecipò ad attività sessuali con ragazze locali e prostitute e sviluppò un vivo interesse per l’occultismo. Un altro passo simbolico verso la sua auto-affermazione fù cambio di nome da Edward Alexander ad Aleister. Ecco un estratto dalla sua autobiografia in cui descrisse le ragioni per cui cambiò nome:
“Per molti anni odiai essere chiamato Alick, in parte a causa del suono sgradevole e dalla bruttezza intrinseca del nome, in parte perché era il nome con cui mia madre mi chiamò. Edward non sembrava adatto a me e i diminutivi Ted o Ned erano ancora meno appropriati. Alessandro era troppo lungo e Sandy mi fa venire in mente una persona con i capelli stopposi e le lentiggini. Lessi in qualche libro che il nome più favorevole per diventare famoso era uno costituito da un dattilo e seguito da uno spondeo, come alla fine di un esametro: ad esempio come Jeremy Taylor. Aleister Crowley scelse il nome di Aleister che è la forma gaelica di Alessandro. Adottandolo avrebbe soddisfatto i suoi ideali romantici.”2
Le esperienze più significative della giovinezza di Crowley furono le sue relazioni omosessuali che, secondo il suo biografo Lawrence Sutin, lo avrebbero portato ad un “incontro con una divinità immanente”. La vicenda suscitò in lui un grande interesse per l’occultismo, le società segrete e, più specificamente, per quello che verrà chiamata Sex Magick.
Verso i 30 anni, Crowley si iscrisse a molti gruppi esoterici dove venne ammirato, salendo nei ranghi, oppure disprezzato ed espulso. Ispirato dal libro di Arthur E. Waite, “The Book of Black Magic” e “Pacts”, Crowley entrò nell’Ordine Ermetico della Golden Dawn, conosciuta come la “Grande Fratellanza Bianca”, nel 1898. Questa società segreta aveva tra i suoi membri persone dell’elite e persone molto influenti nella società. In questo momento venne introdotto alla magia cerimoniale e all’uso rituale delle droghe.
Nel 1899, riferì, di essere divenuto un membro del vecchio covo di streghe Old George Pickingil. Tuttavia, egli non venne accolto in questo gruppo per lungo tempo a causa del suo atteggiamento irresponsabile e alle sue inclinazioni verso l’omosessualità (che erano scioccanti in quel momento, anche per le streghe). La sacerdotessa che lo seguì lo descrisse in seguito come “una mente corrotta, direzionata verso il male e un vizioso piccolo mostro!” 3.
Crowley divenne anche un massone di alto rango, unendo diverse logge ed acquisendo diversi gradi massonici. Nella sua autobiografia, Crowley ha descritto il raggiungimento del 33 ° (e ultimo) grado del Rito scozzese in Messico:
”Don Jesus Medina, fù un discendente del duca di Armada e uno dei più alti capi del Rito Scozzese massonico. La mia conoscenza cabalistica essendo già molto profonda rispetto gli standard attuali, ha fatto si che il gran maestro mi giudicasse degno della più alta iniziazione; mi vennero concessi poteri speciali in vista del mio limitato soggiorno, rapidamente venni condotto attraverso tutti i gradi e venni ammesso al 33esimo e ultimo grado prima di lasciare il paese. “
Con l’aiuto di autori di primo piano e del massone John Yarker, Crowley ottene altri gradi massonici tra cui il 3 ° in Francia dalla loggia anglosassone n. 343, 33 ° dai ‘Cerneau’ irregolari di rito scozzese e il 90 ° / 95 ° dal Rito di Memphis / Misraim 5. Secondo la Gran Loggia Unita d’Inghilterra, tuttavia, la quale giudica gli standard per la validità dell’appartenenza massonica, nessuno di questi organismi massonici vennero considerati regolari e Crowley non venne mai considerato un massone “ufficiale”.

“IL LIBRO DELLA LEGGE”, IL TELEMA E L’ERA DI HORUS

Nel 1904, Crowley e la sua nuova moglie, Rose, visitarono l’Egitto per la loro luna di miele. E’ durante questo viaggio che scrisse il suo più famoso libro, il Liber Legis, Il Libro della Legge, che sarebbe diventato la pietra angolare della sua vita.

Secondo il suo racconto, la moglie di Crowley lo portò in un museo del Cairo, dove gli mostrò una stele mortuaria del settimo secolo avanti cristo, conosciuta come la Stele di Ankh-ef-en-Khonsu (che sarà poi venerata come la Stele della Rivelazione). Crowley era sbalordito dal numero che mostrava: 666, il numero della Bestia nel Libro della Rivelazione.

La stele della rivelazione, mostra il numero 666

Più tardi durante il loro soggiorno in Egitto, Crowley e Rose parteciparono ad un rituale magico durante il quale egli affermò di aver ricevuto un messaggio da una entità di nome Aiwass. A seguito di questa comunicazione, Crowley scrisse i primi tre capitoli del “libro della legge” – un testo mistico che, secondo lui, avrebbe rivoluzionato il futuro dell’umanità.

“E ‘annunciato l’avvento di un nuova era in cui Crowley diventerà il principe-sacerdote di una nuova religione, l’età di Horus. Formulerà un legame tra l’umanità e la “forza solare-spirituale, presieduta dal dio Horus per i prossimi duemila anni, che porterà anche ad una evoluzione della coscienza di questo pianeta. (…)

Il messaggio da Aiwaz, che Crowley pensò essere il suo angelo custode, lo convinse che la sua missione nella vita fosse quella di dare il colpo di grazia all’Era di Osiride con la sua moribonda appendice, la fede cristiana, e costruire sulle sue rovine una nuova religione basata sulla legge del Thelema – Termine greco che significa “volontà”6.


Copertina del libro della legge

1. Had! La manifestazione di Nuit.

2. La rivelazione della compagnia del cielo.

3. Ogni uomo ed ogni donna è una stella.

4. Ogni numero è infinito, non c’è nessuna differenza.

5. Aiutami, o signore guerriero di Tebe, nella mia rivelazione davanti ai Figli di uomini.

Le prime righe del libro della legge

“Il Libro della Legge viene considerato, dai suoi adepti, come un ricettario di formule occulte di portata cosmica”, alcune chiaramente formulate, altre velate nel cifrario cabalistico. “Non fù un lavoro di “Scrittura automatica”, ha dichiarato Crowley, ma un messaggio chiaro da un da una intelligenza e coscienza superiore.”


Aiwass secondo Crowley

In accordo con quello che dice Kenneth Grant, il protetto di Crowley, chi possiede la capacità di comprendere il linguaggio del simbolismo “sarà sbalordito dall’accuratezza della sintesi dello spirito della nuova era” 8. In altre parole, allo stesso modo in cui la Bibbia governò la civiltà occidentale nel corso degli ultimi due millenni, il Thelema descriverebbe lo spirito dei prossimi duemila anni.

“Nell’età di Horus l’approccio dualistico alla religione verrà trasceso attraverso l’abolizione del concetto attuale di un Dio esterno a noi stessi. Le due parti (bene e male) verranno unite. “L’uomo non adorerà più Dio come un fattore esterno, allo stesso modo in cui facevano i pagani, o come uno stato interiore di coscienza, come nel cristianesimo, ma si renderà conto della sua identità con Dio”. Nella nuova era di Horus, basata sull’unione della polarità maschile con quella femminile, ci sarà l’uso magicKo dello sperma e dell’ecstasy, concludendosi con l’apoteosi della materia – “in accordo con la vecchia nozione gnostica che la materia non è duplice, ma una con lo Spirito” – simboleggiata dal Baphomet androgino dei Templari e degli Illuminati “9.

Il Libro della Legge divenne la base per il Thelema, che ruotava intorno a tre idee filosofiche chiave:

1 – Fai ciò che vuoi sarà tutta la legge;

2 – L’amore è la legge, amore sotto la volontà;

3 – Ogni uomo e ogni donna sono una stella.


L’esagramma Unicursale, il simbolo principale del Thelema

E’ opinione diffusa che il detto “Do What Thou Wilt” significhi “fai quello che vuoi”, quindi descrive una ricerca egoistica di gratificazione immediata e di piacere. Tuttavia, gli iniziati della filosofia sono in disaccordo con questa descrizione dell’assioma in quanto credono che sia pensato per essere interpretato a livello metafisico. Thelema in greco significa “La volontà”. L’obiettivo principale di questa filosofia è la realizzazione della propria Vera Volontà, che viene descritta come la propria “vocazione superiore” o scopo nella vita, indipendentemente dalle barriere etiche o morali. (Vorrei vedere la faccia di molti “fan” dopo aver letto queste ultime 3 righe)

Non ci sono standard di “bene”. L’etica è una sciocchezza. Ogni stella deve continuare la sua orbita. Al diavolo il “principio morale “, non vi è nulla di simile “10.

Crowley incorporò questi insegnamenti nella neo-fondata A. ‘. A. ‘. (Argenteum Astrum o Stella d’Argento), un ordine magico che volle essere un successore del defunto Ordine Ermetico della Golden Dawn. Per generare interesse per il suo ordine, Crowley pubblicò The Equinox – A Journal of Scientific Illuminism (un termine preso in prestito dall’Ordine degli Illuminati gestito da Adam Weishaupt), dove vennero divulgati i riti e le tecniche esoteriche. Il suo lavoro successivo venne intitolato Book of Lies che catturò l’attenzione del capo dell’Ordo Templi Orienti (OTO) Theodor Reuss, che in poco tempo fece di lui un iniziato all’ordine e successivamente Gran Maestro dell’OTO. La motivazione portata per tale riconoscimento: la sua conoscenza della magia sessuale.
Oggi Crowley è considerato in due maniere opposte: un genio mistico incompreso o un ciarlatano depravato, un profeta dell’epoca dell’illuminazione spirituale o un precursore di un anticristo satanico, un sostenitore della libertà sessuale o un drogato pederasta. Le sue visioni furono reali o fù bravo a convincere migliaia di fedeli che lo fosser? Rispondere a queste domande oggi è praticamente irrilevante. Da giovane, Crowley voleva diventare una celebrità e cambiare il corso della storia. A suo modo, raggiunse entrambi gli obiettivi. Non solo il suo carattere peculiare lo resero una sorta di icona cult, le sue opere filosofiche ed esoteriche sono oggi una delle principali forze che influenzano la cultura popolare, i valori e la spiritualità.
A differenza di molti personaggi storici che hanno perso celebrità, con il passare degli anni, l’influenza di Crowley è in costante aumento nel 21 ° secolo. Esso non è solo il risultato della fortuna o di una naturale evoluzione…. Crowley e il suo O.T.O. hanno mantenuto legami con i membri di alto livello dei governi britannici e americani, così come con le figure influenti nel campo della scienza, del diritto e della cultura. L’elite mondiale, dominata dai valori illuministi, è in perfetto accordo con il Thelema di Crowley. Queste connessioni facilitato la diffusione e l’accettazione delle sue opere nella cultura popolare. Crowley non solo previde l’abbandono da parte della gente delle religioni tradizionali e la transizione verso l’Era di Horus, ma fece anche parte degli ingranaggi del motore che portò a questi cambiamenti. La sua visione di una Nuova Era coincide anche con il piano secolare degli Illuminati per un ordine mondiale laico governato da una élite “illuminata”. La formulazione potrebbe apparire diversa, ma lo sfondo filosofico/ermetico è lo stesso.                                                     
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IL BAPHOMET

                                                                            


Baphomet è una creazione composita simbolica della realizzazione alchemica attraverso l’unione di forze opposte. Gli occultisti credono che, attraverso la padronanza della forza vitale, uno è in grado di produrre l’illuminazione Magica e spirituale. La rappresentazione di Eliphas Levi del Baphomet include diversi simboli che alludono all’innalzamento della kundalini – la potenza serpentina – che conduce verso l’attivazione della ghiandola pineale, conosciuta anche come il “terzo occhio”. Così, da un punto di vista esoterico, Baphomet rappresenta questo processo occulto.
Tuttavia, nel corso del tempo il simbolo è venuto a significare molto di più del suo significato esoterico. Attraverso polemiche, Baphomet è diventato, a seconda del punto di vista, una rappresentazione di tutto ciò che è buono in occultismo o tutto ciò che è male nello stesso. E ‘, infatti, l’ultimo “capro espiatorio”, il volto della stregoneria, della magia nera e del satanismo. Il fatto che il simbolo è piuttosto mostruoso e grottesco ha probabilmente contribuito a innalzare ulteriormente il simbolo al suo attuale livello di infamia, nessun simbolo ha mai urtato le religioni così tanto, e attirato attorno a se coloro che si ribellavano ad esse.
L’immagine del Baphomet viene ora utilizzata come simbolo per qualunque qualcosa riguardi l’occultismo e il ritualismo. Nei mass media comprati dalle multinazionali, che hanno legami con le società segrete, la figura del Baphomet appare nei posti più strani, davanti ad un pubblico troppo giovane per capire il riferimento occulto.  Che Baphomet venga usato nella cultura pop come simbolo del potere delle élite occulte sulle masse ignoranti?
Dopo secoli di miti, bufale, propaganda e disinformazione su entrambi i lati dello spettro, possiamo veramente rispondere alla domanda originale poste da questo articolo: “Chi è Baphomet?”. E ‘un simbolo di Satana o di illuminazione spirituale? E ‘un simbolo del bene e del male? La risposta si trova all’interno dello stesso simbolo: è entrambe le cose. Nella mitologia egiziana, Toth Hermes era una potenza mediatrice tra il bene e il male, assicurandosi che nessuno dei due avesse una vittoria decisiva contro l’altro. Baphomet rappresenta il compimento di questo compito cosmico su una scala molto piccola, all’interno di se stessi. Una volta che l’equilibrio perfetto viene raggiunto a livello personale, l’iniziato all’occultismo può puntare una mano verso il cielo e una mano verso la terra e pronunciare questo assioma ermetico che si riverbera attraverso millenni: “Come sopra, così sotto”.

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IL PENTAGRAMMA


Il Pentagramma, chiamato pure Pentalfa, Pentagono, Pentacolo di Agrippa, Stella del microcosmo, Stella di luce, Stella dei Magi, Stella dell’Iniziazione, è quella figura  composta  da  cinque  punte: simbolo antichissimo e potente dai molteplici significati.

Disegnato con una sola punta rivolta verso l'alto, è un segno benefico  che  raffigura il corpo umano con  le braccia  aperte e le gambe  divaricate;  l'apice di questa stella riproduce, infatti, la testa dell'uomo, le altre quattro punte sono le sue membra. 

In questa posizione, il Pentagramma è una rappresentazione del bene, dell'ordine, dell'unità, della vittoria, della luce solare, della potenza dell’azione e della sana volontà direttiva. 

Esprime l'essere umano dotato di ragione illuminata nelle sue vesti di emblema evolutivo che, grazie a questa virtù, occupa una posizio­ne più elevata rispetto ad altre creature e così riesce a dominare la materia, gli istinti e le passioni bestiali.  E’ l’uomo la cui volontà conduce e dirige armonicamente i pensieri, le emozioni e tutte le azioni.  Colui che è proteso verso la Luce Suprema, ovvero quel tipo di discepolo che ha compreso i cinque principali aspetti del suo essere (corpo fisico, corpo eterico, corpo emozionale, corpo mentale, corpo causale o spirituale)   e quindi ha rivelato e “consapevolizzato” la spiritualità che è dentro di lui, cioè la propria Scintilla Divina o Sé  Superiore, frammento dell’Assoluto.   

Tutto ciò viene espresso magnificamente anche nel famoso disegno di Leonardo da Vinci, dove  l’immagine di un uomo è sovrapposta  ad un Penta­gramma racchiuso da un cerchio: l'essere umano come microcosmo nel Macrocosmo; ossia quel piccolo universo che è definito uomo  (microcosmo) possiede potenzialmente, nella propria natura interiore, tutte le energie ed i poteri del  Grande Universo (Macrocosmo).  A questo proposito ci viene incontro l'assioma ermetico “ciò che è in alto è come ciò che è in basso”, a conferma che l'uomo è un riassunto del Macrocosmo, un suo particolare e preciso riflesso. 

Pertanto il Pentagramma è il simbolo, per eccellenza, dell’uomo-microcosmo!   

Tuttavia, la sua simbologia non si esaurisce con le suddette spiegazioni; essa va ben oltre, poiché questa stella non rappresenta soltanto l'essere singolo, bensì qualcosa di più vasto ed inclusivo.

Secondo la Dottrina Cabalistica è infatti l'Uomo Totale, quell'Adamo Celeste che non è caduto in peccato ed, in quanto Primordiale, è l'unione di tutti gli uomini della terra in un unico Uomo,  cioè il Progenitore della Razza Umana fatta ad immagine di Dio.   Riferito alle Dieci Sefiroth, sul piano della percezione umana, l’Adamo Celeste o Adam Kadmon è la presenza della Divinità nella sua essenza universale: il Logos manifestato ! 

Nel Cristianesimo Esoterico, invece, è identificato col “corpo” di Gesù il Cristo, del quale tra l'altro né richiama a livello fisico le cinque piaghe; oppure, spesso viene visto come la Divinità incarnata che è discesa sulla Terra per vivificare la so­stanza materiale: il Verbo Divino, il Cristo Cosmico, il Messia Celeste.   

Questo disegno, insomma, è l'archetipo dell'Umanità e la sua forma perfetta costituisce l'Ideazione originaria che scaturì dall'Assoluto e, guidata dall'Intelligenza Divina, ordinò e costruì sui piani più bassi la mate­ria, gli elementi della natura; rappresenta così la più grande realizza­zione di Dio e dell'Essere Umano !

Non a caso, nella Scienza della Gnosi, il Pentagramma è stato descritto spesso “Fiammeggiante”, indicazione d’Onnipotenza, per dare l'accento alle forze della Gran Luce Una che agisco­no per mezzo suo, poiché da ogni suo angolo rientrante si diparte un raggio che mostra un'emanazione luminosa della Divinità.

Presso gli antichi Egizi, era l'immagine di Horus, figlio del Sole e di Iside, ed incarnava la materia prima, il Fuoco sacro, la sorgente inesauribile di vita ed il germe universale di tutti gli esseri.

Il Pentagramma è anche il Pentalfa o Pentagono regolare stellato di Pitagora.  Si racconta che come simbolo probabilmente è stato ideato da Pitagora, dopo che ebbe risolto il problema relativo al segmento aureo, che è quella parte del raggio di un cerchio corrispondente al lato del decagono in esso inscritto; questo segmento aureo è chiamato “divina proporzione” poiché rende le forme molto soddisfacenti a vista d’occhio e quindi determina delle proporzioni armoniose.  Pentalfa significa "cinque alfa", ossia cinque principi e Pitagora, ai quattro principi esposti da Empedocle, ne aggiunse un quinto unitario: la natura. Gli fu dato questo nome proprio perché riproduce la lettera A (alfa) sulle cinque punte della Stella o nelle cinque diverse posizioni.  I pitagorici disegnavano il Pentalfa con una circonlocuzione che intendeva rappresentare un triplice triangolo intrecciato, ossia costruivano questa figura da un’unica linea chiusa che si intreccia, dando luogo a segmenti i cui rapporti si richiamano alla sezione aurea. Il Pentalfa aveva un significato mistico di perfezione ed era adottato come segno di riconoscimento.  Soprattutto i discepoli lo tracciavano nelle loro lettere come saluto bene augurante e quindi per significare la parola "sta bene", vale a dire armonia e salute.   In questo modo gli veniva attribuito il potere di mantenere l'uomo in buona condizione fisica ed i pitagorici per rendere più efficace il suo valore occulto, scrivevano in corrispondenza dei vertici di questa Stella le lettere della parola “Salus”, cioè salu­te.  Si pensava così che il Pentalfa potesse assicurare l'equilibrio delle cinque funzioni principali dell’uomo, l’integrazione armonica dei differenti aspetti umani.  

Sempre questo simbolo, inoltre, accompagnava gli iniziati ai misteri pita­gorici durante tutta la giornata, dal momento in cui si alzava­no, alle prime luci dell'alba, fino a sera quando si ritiravano nella propria stanza.   Esso si trovava pure nella sala dove gli iniziati consumavano i pasti frugali ed al fine di ogni pasto, il più anziano ricordava ai fratelli le cinque regole fondamentali di “giusta vita” che corrispondevano ai cinque angoli del Pentagramma:

1)     esiste una sottile magia che unisce tutti gli esseri viventi e rispetta tutto ciò che vive;

2)     impara a nutrire solamente pensieri buoni;

3)     vieni in aiuto alle leggi divine e combatti l'illegalità;

4)     adora solamente gli altari incruenti  e offri agli dei i profumi della natura;

5)     studia attentamente i presagi, le profezie e tutti i segni spontanei e ricordati che nulla avviene per caso.

Nella Massoneria il Pentagramma è l'emblema del libero pensiero e del santo Fuoco del genio umano che si innalza verso le cose grandi e sconfinate, ma è anche una promessa della Luce che deve venire ed illuminare le ombre della profanità.

Per i Rosacruciani è il simbolo dell’anima quintuplice, dunque dell’Uomo nuovo rinato; cinque sono infatti le potenze animiche: la vegetativa, la sensitiva, la concupiscibile, l’irascibile e la razionale.
Per i Teosofi è il Manas, l’Anima Cosciente, l’Ego Superiore, cioè il quinto principio, rappresentazione dell’uomo pensante e consapevole.

In rapporto all’aspetto energetico dell’uomo, invece, corrisponde al quinto chakra "vishuddha" il centro di forza che risiede sul corpo eterico, in corrispondenza del plesso carotideo, della gola; questo chakra è la sede del verbo creatore, del suono in azione, della parola attiva e costruttiva; chi lo armonizza e riesce ad attivarlo segue la strada della Saggezza Antica, ossia quel Sentiero che conduce l'uomo verso la nuova creazione di se stesso, alla vera e propria nascita sul piano dello Spirito.

Nell’esoterismo della Scuola Arcana di Alice Bailey, il Pentagramma è la Stella dell’Iniziazione, poiché richiama le Cinque Iniziazioni o espansioni di coscienza che il discepolo può ottenere progressivamente sul nostro Sistema Planetario e che ci ricordano i cinque episodi salienti della vita di Gesù il Cristo:
1)     La Nascita nella Grotta o 1^ Iniziazione, che simboleggia il controllo completo del corpo fisico-eterico;

2)     Il Battesimo o 2^ Iniziazione: il controllo totale del corpo emotivo, dei propri sentimenti;

3)     La Trasfigurazione sul Monte o 3^ Iniziazione: la completa padronanza del corpo mentale, dei propri pensieri e l’allineamento armonico dei tre corpi inferiori;

4)     La Crocifissione o 4^ Iniziazione:  il sacrificio, la rinuncia, il servizio spirituale, l’attivazione del veicolo Buddhico o dell’Amore-Saggezza;

5)     La Resurrezione o 5^ Iniziazione:  l’ascensione, l’illuminazione, il ritorno alla Casa del Padre, l’attivazione del veicolo Atmico o della Volontà Spirituale.  

Il discepolo che giunge alla fine di questo Sentiero (5^ Iniziazione) diviene un autentico Iniziato, ossia si è trasformato in colui che è entrato nel Cuore di Dio e quindi ama i suoi simili; in colui che è entrato nella Mente di Dio, quindi è un servitore del Piano Divino; in colui che comprende il Proposito di Dio e quindi può affermare tranquillamente: “Sia fatta la Tua Volontà, non la mia”.

Il Pentagramma, infine, non solo è legato a queste 5 tappe della crescita interiore del singolo uomo, ma anche agli stadi dell’evoluzione di tutto il genere umano che, guarda caso,  sono sempre cinque:

-          Stadio del Cancro, che è tipico degli uomini che si identificano con la forma, i cui valori sono superficiali e strettamente connessi alla materialità; sono tutti coloro che  sopra ogni cosa pongono i propri desideri egoistici; rappresenta lo stadio del 60% dell’Umanità.

-          Stadio del Leone, in cui gli uomini affermano la propria personalità e diventano protagonisti, cioè la loro identità passa da collettiva ad individuale; è lo stadio del 30% dell’Umanità, quella parte di persone che utilizza principalmente la mente razionale.

-          Stadio dello Scorpione, che è il sentiero della prova e della purificazione, ove le vecchie forme vengono abbattute ed i desideri trasmutati in aspirazioni; questo stadio appartiene agli aspiranti spirituali che iniziano a prendere man mano coscienza di essere una cellula che fa parte di un Organismo maggiore e quindi avviano il passaggio dall’io personale al noi, al Tutto. Tali aspiranti imparano a stabilire rapporti, a cooperare e ad agire con intelligenza.

-          Stadio del Capricorno, che rappresenta il sentiero del discepolo, di colui che opera in perfetto equilibrio tra spirito e materia. Il vero discepolo ha avuto l’incontro permanente con la propria Anima e volge lo sguardo disinteressato verso l’Umanità.

-          Stadio dell’Acquario, infine, ove la nota dominante è il Servizio; è lo stadio dei Maestri e degli Iniziati che lavorano per l’evoluzione di tutta la famiglia umana e per quella dei regni inferiori (minerale, vegetale ed animale) . In questo servizio che svolgono c’è piena consapevolezza dei passi da compiere per favorire il miglioramento di tutti.



Per la Magia, il Pentagramma è conquistatore di potenza, felicità ed amore; esso dona sicurezza e direziona verso la meta ideale, modera le istintualità ed esalta la genialità umana: per questo simboleggia quell'e­nergia capace di dominare le potenze demoniache e le attrazioni elementari. 

E’ la Stella di Luce che splende nelle tenebre ed in quanto tale è il più autorevole emblema delle forze dello Spirito che lottano per emergere dal buio della materia, ossia esprime l'azione iniziati­ca che squarcia l'oscurità della ragione logica e meccanica.

Nel Medio Evo molti autori prestigiosi fregiavano le prime pagine dei loro manoscritti di Stelle a cinque punte perché così credevano di assicurare il pieno successo alla loro opera.

I maghi dell’antichità tracciavano il Pentagramma sulla soglia della loro porta per proteggersi dal malocchio e dalle stregonerie; nell'architettura di molte chiese, infatti, questo disegno vuole significare una difesa efficace contro il diavolo qualora egli volesse entrare nel luogo sacro e l'abbazia di Westminster (Inghilterra), il cui finestrone occidentale è a forma stellare, ne è un magnifico  esempio.

Il suo influsso è stato riconosciuto pure dal Goethe, nel suo capolavoro, dove Faust in un bel monologo, riferendosi al Pentagramma, dice: “Sento la giovane e santa voluttà della vita fremere nei miei nervi e correre nelle mie vene; fu forse un Dio quello che tracciò questo segno che calma la vertigine dell’anima mia, empie di gioia il mio povero cuore e, in uno slancio misterioso, svela intorno a me le forze della natura?”.   Sempre in questo capolavoro, lo stesso Faust  si  lamenta che Mefistofele è entrato nel suo studio, nonostante la presenza del Pentagramma: “eh,  dimmi, figlio dell'inferno se il Pentagramma contrasta ogni magia, come sei potuto entrare?”.  E, a questo punto,  Mefistofele risponde: "osservalo, non è tracciato bene; uno degli angoli che ha la punta in fuori non è, come tu vedi, completamente chiuso” .

Nelle cerimonie di Teurgia il Pentagramma è usato spesso per le evocazioni di entità positive e per purificare astralmente le persone od i luoghi; le forze malvagie, infatti, fuggono alla vista di questo simbolo poiché rappresenta l'Uomo Spirituale che con l'aiuto della Potenza Cosmica Universale scaccia gli esseri involuti e le negatività.

Paracelso, grande iniziato del passato, affermava spesso che tutte le figure magiche e tutti i segni cabalistici dei pentacoli a cui obbediscono gli spiriti si riducono a due che sono la sintesi di tutti gli altri: il segno del Macrocosmo che è l’Esagramma (o Sigillo di Salomone) ed il segno del Pentagramma. 

Si racconta che Levi, Papus, Paracelso e tanti altri esperti occultisti, mediante l’uso del Pentagramma, evocarono molte entità e compirono prodigi strabilianti.  

Questi maestri passati, durante i loro rituali, tracciavano nell'aria il Pentagramma principalmente con la spada, oppure con il dito indice della mano destra, od anche con il solo sguardo colmo di concentrazione e facendo vibrare  nell'aere un  “nome di potere”.  

Essi servendosi della spada, ben sapevano, che questo strumento magico è connesso al Pentagramma, in quanto simbolo di quella luce ricollegabile al Verbo divino, alla Parola (si pensi a certe parole che tagliano come spade).

Ecco cosa ha scritto E. Levi nel suo "Dogma dell'Alta Magia": <<il Pentagramma esprime il dominio dello spirito sugli elementi; è con questo segno che si incatenano i demoni dell'aria, gli spiriti del fuoco, gli spettri dell'acqua e i fantasmi della terra.   Armato di questo segno e opportuna­mente disposto, potrai vedere l'infinito, attraverso alla facol­tà che si chiama occhio dell'anima, e farti servire dalle legioni degli angeli e dalle colonie dei demoni >>.

Così il Pentagramma è un segnale del Volere Sovrano, forte mezzo d’azione dell’Iniziato alla vera Magia.  In Esso vengono catalizzate tutte le forze interiori del Magista, in particolare la volontà, il coraggio e la fermezza.  Ed è per queste proprietà che viene utilizzato nella creazione dei talismani-pentacoli più potenti dell'arte occulta; ed è sempre per lo stesso motivo, che alcuni operatori del mondo esoterico ricamano delle Stelle a cinque punte sulle loro vesti rituali .

Dal punto di vista della magia cabalistica, il Pentagramma è importante per la costruzione del Pentacolo delle 50 Porte della Scienza Celeste: E. Levi ne descrive accuratamente il metodo di costruzione e fornisce le istruzioni per l'accesso alle varie porte o passaggi verso altre dimensioni, altri stati coscienziali.

Sempre, secondo la Scienza magica della Cabala, questo simbolo rappresenta i quattro elementi tradizionali (fuoco, acqua, aria, terra) attivati dall’Etere, ovvero da ciò che viene descritto con svariati e molteplici nomi, quali Quintes­senza, Mercurio dei filosofi, Grande Agente Magico, Fluido Astrale, Luce Astrale, Spirito Santo, Prana  e che in altri termini non è altro che il “Gran Respiro” della Divinità, ossia la sottile sorgente di ogni forza del piano materiale. L’Etere compenetra tutte le cose e tutta la materia: da esso tutto si diparte e ad esso tutto ritorna !

La punta più in alto nella Stella del Pentagramma  simboleggia l’Etere (o Spirito), la punta in alto a destra dell'osservatore è l'Aria (lo stato gassoso della natura materiale), la punta in alto a sinistra è l'Acqua (lo stato liquido della materia), la punta in basso a destra è il Fuoco (lo stato della materia in combustione, la radianza della natura) ed  infine la  punta in basso a sinistra è la Terra (lo stato solido della materia).  

Si sa che ogni medaglia ha un proprio rovescio e a questa regola non sfugge neanche il  Pentagramma, che possiede infatti una sua valenza negativa, il suo contrario: a tal proposito, questa figura simbolica viene disegnata nella posizione rovesciata, cioè con due punte rivolte verso l'alto, assumendo così le sembianze del demonio, la testa del caprone infernale.



Il bene e l'uomo saggio si sono trasformati improvvisamente nel male, nella grande bestia,             (contrassegnata dal numero 666 dell'Apocalisse), in colui che si abbandona alla concupiscenza dei cinque sensi, agli istinti primitivi e malvagi, all'animalità più brutale.    Pertanto il disegno del Pentagramma capovolto è sinonimo di disordine, d’ignoranza, d’egoismo, di sconfitta dei valori morali e di vittoria del regno della materia grossolana su quello dello Spirito puro.

Con questa posizione altamente deleteria si entra in sintonia con gli spiriti bassi, con le entità maligne, con i membri della fratellanza oscura, le larve astrali e tutti quelli che operano al nero.

Grazie a questa ulteriore considerazione, diciamo allora che il Pentagramma è il vero ed autentico simbolo del libero arbi­trio: l'uomo infatti può scegliere la strada che gli piace di più, quella del bene (evoluzione) o quella del male (involuzio­ne), quella che canalizza le Energie Divine e  fa  diven­tare padroni della natura materiale, oppure quella che allontana sempre di più dagli Spiriti Celesti e così rende succubi delle entità più tenebrose.

Il Libero Arbitrio, di chi si serve del  giusto aspetto del Pentagramma, è lo strumento di una volontà completamente destata e consapevole; permette cioè di generare un atto volitivo iniziatico che sorge da una visione mentale ampia e radiosa.  Questa libertà di scelta illuminata manifesta le potenzialità di una coscienza avanzata e così rappresenta la via del potere fattivo e consapevole, potere che viene posto al servizio del Benessere Generale.  E’ il frutto dell’Anima !

Solo l'uomo che si affida alla retta fede e alla Volontà Superiore, l’uomo che ama e serve, può utilizzare al meglio le meraviglie del  Pentagramma con l'apice rivolto in sù e scoprire così dentro di sé la Stella fiammeggiante, la Stella dei Magi, ciò che guida al Luogo Santo ove nasce la Divinità incarnata, il Figlio di Dio.  

In “Storia della Magia”, sempre E. Levi ci fa sapere che: “La Stella che conduceva gli antichi Magi è la medesima che ritroviamo in tutte le iniziazioni: per gli alchimisti è il simbolo della quintessenza; per gli occultisti è il grande arcano, per i kabbalisti è il Pentagramma sacro.  La sua conoscenza dà allo spirito dell'uomo uno strumento di certezza assoluta, e alla sua volontà una potenza sovrana”.

In conclusione, è possibile asserire che la conoscenza dei tanti misteri celati nel Pentagramma fa pienamente comprendere ad ogni discepolo l’esatto significato del suo ruolo nel contesto dell'intera Creazione, gli indica la missione da svolgere e portare a compimento, lo informa sul Piano Divino che è in lui e sopra di lui.  

Probabilmente le risposte alle tre classiche domande della Sfinge si possono trovare nella precisa comprensione della grande Verità  racchiusa e protetta dal Pentagramma fiammeggiante
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L'OCCHIO DI HORUS


L'occhio di Horus è usato per rappresentare la testa di falco dio egizio Horus. E 'stato spesso usato come una forma di protezione contro il malocchio di Ra.
Molte persone e culture hanno fatto riferimento al malocchio, e talvolta ne parlano come una forma di una maledizione. 
L'occhio di Horus è però esattamente il contrario sia letteralmente che magicamente. Indossare un talismano con questo, o invocarlo può proteggere la vostra famiglia e cari. 
Questo simbolo, secondo l'antico Egitto è collegato alla vostra anima, e protegge anche mentre si è nella vita ultraterrena
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IL SIGILLO DI SALOMONE

Simbolo costituito da due triangoli equilateri intrecciati, noto anche come Esagramma (stella a sei punte) o Esalfa. L’esagramma esprime l’unione del cielo e della terra, del mondo spirituale con il mondo materiale. E’ formato da due triangoli equilateri incrociati ed, a volte inscritti in un cerchio. Il triangolo con il vertice verso il basso rappresenta i due elementi pesanti, acqua e terra, il cui principio corporeo li fa tendere verso il basso, mentre il triangolo con il vertice in alto rappresenta i due elementi leggeri e spirituali, aria e fuoco. Con l’incrocio dei due triangoli si forma un esagono centrale che rappresenta il cuore dell’uomo stabile in un equilibrio al centro del movimento spirituale e del movimento corporeo che permette di raggiungere la saggezza e la forza interiore. Inoltre quando è presente un punto all’ interno dell’ esagono centrale, simboleggia l’unione di tutti gli elementi esistenti. Il sigillo di Salomone è un simbolo molto antico, reso noto a partire dal medioevo, quando assunse i caratteri di talismano. Il simbolo della stella a sei punte non è privo di valenze archetipiche, dato che si ritrova in aree culturali diversissime. I due triangoli intrecciati, per quanto iconograficamente abbinati all’ebraismo (Stella di David), figurano pure nel patrimonio simbolico dell’Islam, nel quale hanno assunto valenze terapeutico-magiche e alchemiche. In quest’ultimo ambito essi sono interpretati come il simbolo dell’equilibrio tra le forze cosmiche del Fuoco e dell’Acqua. L’interpretazione tradizionale vi vede un triangolo “acquoso” (femminile, orientato verso l’alto) e uno “focoso” (maschile, rivolto verso il basso), la loro unione rappresenta in modo armonico un conchiuso sistema dualistico. Si narra che il famoso Re Salomone (Shelomoh, in ebraico, 961-931 a.c.), figlio del re Davide, se ne servi fino al momento della morte per scacciare i demoni e invocare gli angeli. Per questo motivo la stella a sei punte viene chiamata anche “sigillo di Salomone” o scudo di Davide, mentre oggi, essendo poi diventato un elemento dello stemma dello stato si Israele, lo si definisce per lo più come stella di Sion o di David. Senza avere, in linea di principio, nulla a che vedere con la tradizione ebraica, la stella a sei punte fa spesso la sua comparsa nei libri magici e negli esorcismi di estrazione popolare con la funzione di potente simbolo magico. Nelle cerimonie di magia viene dipinto sul petto del mago per difenderlo dagli influssi malefici e dalle maledizioni. Diviene addirittura fondamentale nelle invocazioni, perché assieme al cerchio magico tracciato ai piedi dello stregone, è l’ unica difesa contro le creature evocate. Tra l’ altro è il disegno base di molti talismani benaugurati e di protezione.
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RADICE DEL DIAVOLO (Aconitum napellus)

Sinonimi: Aconitum lobelianum Rchb.; Aconitum formosum Rchb.; Aconitum pyramidale Mill.; Aconitum strictum Bernh. ex DC.; Aconitum neomontanum Koelle.

Nome comune: (IN VARIE LINGUE E/O DIALETTI): Aconito Napello, Risigallo, Radice del Diavolo, Elmo di Giove, Aconite (eng), Aconit Napel (fr), Venus' Chariot (USA), Matalobos (sp), Blauer Eisenhut (deu).
Famiglia: Ranunculaceae

Descrizione botanica: Pianta erbacea perenne, a radice tuberizzata con fusto eretto e poco ramificato, alto dai 50cm ai 2m.
Le foglie sono alterne, picciolate e glabre, verde scuro nella pagina superiore, biancastre e con evidenti nervature in quella inferiore, palmatifide( = foglia a forma palmata col margine inciso sino alla nervatura centrale per almeno 2/3) in 3-7 segmenti. L'infiorescenza è un racemo, più o meno denso, portato all'apice del fusto.
I fiori, zigomorfi, di un'intenso blu-viola, sono costituiti da 5 sepali petaloidei, molto sviluppati, diseguali, di cui il superiore è a forma di elmo frigio ed abbraccia gli altri 4, i 2 laterali sono subrotondi mentre i 2 inferiori lanceolati. I petali invece sono ridotti, trasformati in nettàri cilindrici terminanti a uncino, per meglio trattenere gli insetti. In sostanza quella che vediamo non è la corolla, ma un calice molto sviluppato. Non sono profumati.
La pianta presenta due radici tuberizzate accoppiate, una in continuazione con il fusto, l'altra attaccata lateralmente con un corto peduncolo. Alla fine della stagione vegetativa, infatti, la radice principale muore insieme alla parte aerea, mentre la radice laterale darà origine nella bella stagione ad un nuovo fusto e a una nuova radice tuberizzata.
Habitat: Zone di alta montagna, in Europa (Alpi, Appennini) e in Asia, fino all'Himalaya.
Fioritura: Estate (Giugno, Agosto)
Parte utilizzata: In medicina la radice tuberizzata laterale (a volte entrambe), in magia tutta la pianta (soprattutto i fiori).
Raccolta: In piena fioritura.
Principio attivo principale: Aconitina (alcaloide diterpenoidico di origine non proteica): è il secondo veleno vegetale più attivo al mondo, dopo la nepalina. Particolarmente pericoloso, può addirittura essere assorbito direttamente dalla pelle, ne bastano 3mg per determinare la morte di un uomo adulto. L'attività è paragonabile a quella delle neurotossine, agisce cioè sui canali del sodio, bloccandoli; eccita e poi paralizza le terminazioni periferiche e i centri bulbari, provoca rallentamento della respirazione e dissociazione atrio-ventricolare.
L'aconitina non viene più utilizzata nella cura delle nevralgie del trigemino (un nervo facciale) o del nervo sciatico, ma l'aconito è molto utilizzato in omeopatia. Tra gli altri principi attivi, la pianta anovera composti a struttura simile all'aconitina: ipoaconitina, jesaconitina, lycaconitina, neopellina, neolina.
Curiosità: l'aconito è un'erba considerata tra le più potenti in magia, sacra alla dea Ecate, con una storia affascinante degna della più famosa e conosciuta mandragora. Secondo le leggende, il nome “aconito” deriverebbe da Acona, il porto di Eraclea in Bitinia, dove sarebbe germogliata per la prima volta dalla bava di Cerbero, portato sulla terra da Ercole durante la sua dodicesima fatica. Ovidio invece, riferendosi a questo episodio nella sua opera Metamorfosi, propone un'altro significato:
“[...]un'erba che nasce e resiste sulla dura pietra,
chiamata perciò aconito dai contadini”
In greco pietra si dice akóne, e i contadini sostenevano che questa pianta potesse crescere anche sulle pietre più dure.
I vari nomi che assume derivano da associazioni morfologiche: il sepalo petaloide più grande ha infatti la forma di un elmo, ispirando i soprannomi “Elmo di Giove” in Italia, “Cappello di Thor o Elmo di Odino” in Germania; per questa sua associazione al Cappello di Thor, nella mitologia nordica era simbolo dei cavalieri erranti, con la proprietà di rendere invisibili. Il soprannome “Carro di Venere” deriva invece dalla conformazione dell'apparato riproduttivo, somigliante a quello femminile. In Spagna prende il nome di “Strozzalupo”, perchè una volta si gettavano brandelli di carne spalmati d'aconito intorno agli ovili, avvelenando in breve tempo i lupi che si fossero avvicinati.
Il nome che tuttavia gli si addice di più è “Erba del Diavolo”, a causa della sua estrema pericolosità. Già nell'antichità era conosciuto il potere mortale del rizoma: veniva utilizzato per giustiziare i criminali e l'unguento ricavato dalla pianta spalmato su spade, lance e frecce in modo da rendere letale anche una sola ferita inferta con l'arma avvelenata. Nella mitologia la vittima più illustre fu Chirone, il saggio centauro maestro di molti eroi: egli fu raggiunto da una freccia di Eracle (Ercole) durante la sua quarta fatica; il dardo si conficcò accidentalmente nel ginocchio del centauro dopo aver attraversato il braccio di Elato; Eracle, angosciato, si inginocchiò accanto all'amico ed estrasse la freccia mentre lo stesso Chirone porgeva i farmaci, che tuttavia a nulla valsero contro il terribile veleno. Dato che Chirone era immortale, il veleno non lo uccise ma gli procurò atroci sofferenze, tali da spingerlo a rinunciare all'immortalità, ottenendo l'accordo di Zeus (NB: secondo Cattabiani il veleno era aconito, secondo altri autori era composto dalla bile dell'Idra uccisa nella seconda fatica. Mi sono attenuto all'interpretazione del Cattabiani in quanto la bibliografia mi sembra autorevole N.d.R.).
Oltre ai poteri mortiferi, Plinio considerava l'aconito un potente farmaco, specialmente riferito al veleno degli scorpioni, come insegnavano i suoi antenati secondo i quali “non esiste nessun male da cui non derivi qualcosa di buono”, sostenendo infatti che “Ha la caratteristica di provocare la morte dell'uomo se non trova qualcosa (un altro veleno N.d.R.) da distruggere all'interno dell'uomo stesso. […] è incredibile come i due veleni, i quali pure da soli sono entrambi mortali, si annientino reciprocamente.”. Questa credenza sopravvisse fino a qualche secolo fa, mietendo ovviamente molte vittime. Nel campo magico-esoterico, l'aconito è sacro a Ecate, dea delle streghe, che ella stessa utilizzava per trattenere i forestieri che capitavano nella sua dimora nel mondo sotterraneo. Erba infera, si riteneva venisse usato dalle streghe per compiere malefici e avvelenamenti, e nel Medioevo era considerato l'ingrediente principale del celebre Unguento delle Streghe, che le fattucchiere usavano per volare al Sabba sopra i manici di scopa.
Usi Magici: Attenzione! E' una pianta tossica e non va MAI ingerita. Maneggiare con cautela! L'uso magico, data l'estrema tossicità della pianta, riguarda talismani, sacchettini e amuleti per la protezione attiva in caso di pericoli certi e conosciuti, oppure come offerta alla dea Ecate. Usare con parsimonia e solo se ci si sente davvero minacciati o in pericolo. Non portare sulla pelle. Anche se alcune fonti lo riportano, sconsiglio l'uso dell'aconito in unguenti, oli, bagni, polveri e incensi.
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IL DIAVOLO, PRINCIPE DEL MALE



Per comprendere il fenomeno del satanismo occorre prima inquadrare l’oggetto principale di questo “movimento”, definendone le caratteristiche e le sue origini storiche. L’oggetto in questione, il fulcro costitutivo del satanismo, è il Diavolo, figura delineata nel quadro delle religioni che adottano la Bibbia come “Testo Sacro”, scrittura rivelata da Dio. Il Diavolo, il “demone per antonomasia”, così come viene descritto da queste religioni (cattolica, protestante, ebraica, ecc.), recupera alcuni tratti caratteristici di tutta una serie di presenze malefiche, demoni e spiriti malvagi che fin dall’antichità accompagnano le avversità, le superstizioni e le paure dei popoli.

Se si segue nel corso della storia la linea tracciata dalla presenza demoniaca nelle varie civiltà, si può osservare che l’identificazione di questa entità come un essere distinto, unico nella sua personalità, è relativamente recente.
Gli Egizi credono in una moltitudine di spiriti malvagi, capaci di causare malattie e danni all’uomo, rappresentati come serpenti, coccodrilli, lucertole, falchi, sciacalli, ed è difficile dire se i demoni ne rivestano solo le forme o si identifichino in essi. Apep, il serpente diavolo della notte e della tempesta, è l’avversario principale del Dio-Sole, ma non è la sola creatura terrificante: una coorte di demoni, nei deserti e nei luoghi nascosti popola le paure di tutte le civiltà dell’antico Egitto.
Gli Arabi credono nell’esistenza di demoni visibili e invisibili: la specie più pericolosa è quella delle Ghoûl, demoni femmina che assalgono i viandanti nottetempo nei luoghi desolati e solitari, quando gli incauti viaggiano senza torce. Anche i Djinn, il cui nome significa gli oscuri, coloro che si nascondono, sono ritenuti responsabili di sventure e malattie, e soprattutto della pazzia, reputata un fenomeno di “possessione diabolica” da parte di queste “presenze malefiche”. Il fatto che certi demoni possano assumere per gli Arabi sembianze di gufi e civette, e che talvolta i Djinn vengano considerati “spiriti dei morti”, sottolinea quali possano essere le radici della tradizione gotica e horror. 
La convinzione dell’esistenza di una moltitudine di spiriti appare evidente anche presso i Sumeri, gli Assiri e i Babilonesi, secondo cui gli spiriti malvagi contaminano il cibo e l’acqua, causano incidenti e malattie, possiedono la terra. I testi degli incantesimi sumeri, recuperati dalle scoperte archeologiche, ci permettono di conoscere i nomi dei demoni più importanti, divisi in classi e sottoclassi. Ad esempio l’Alu, al tempo stesso tempesta portata dal vento del Sud e apparizione in parte umana e in parte animale, o Lilitou, incarnazione del vento asciutto e del turbinio della polvere, generalmente considerata come l’origine del terribile spettro notturno menzionato nella dottrina rabbinica dal profeta Isaia come Lilith, “che fu la prima donna di Adamo e che - da lui ripudiata per mancanza di sottomissione- divenne regina dei demoni, l’incarnazione stessa dell’incubo, dalle ali lunghe e tenebrose e dai lunghi capelli sciolti, colei che si aggirava nell’oscurità assistita da diciottomila angeli malvagi, avendo avuto il permesso di assalire sessualmente gli uomini e di risucchiare la vitalità dei bambini” . Da questa figura nasceranno poi l’Empusa greca, otre di sangue capace di assumere sembianze femminili, la Lamia divoratrice di bambini della mitologia romana e la Stryx medievale, colei che la Chiesa cattolica romana e quella protestante identificano come la sposa di Satana.
Nella demonologia babilonese si ricordano gli Shedim, “i Violenti”, demoni volanti e sapienti come gli angeli, ma carnali come l’uomo, che si riuniscono fra le rovine, capeggiati da Asmoday, “Asmodeo” nella tradizione occidentale, famoso per le sue malefatte nel convento delle Orsoline di Loudon nel 1629; e poi Pazuzu, demone alla ribalta cinematografica, grazie al film L’esorcista, del 1973 di William Friedkin e a quello più recente, da poco restaurato e tornato sul grande schermo, di Dario Argento.
Un altro diavolo che compare nella demonologia cristiana è Baal, dio della fertilità per i Fenici, ma Signore della casa degli Inferi, col nome di Beelzebul, “Belzebù”, nei Vangeli di Marco, Luca e Matteo.
Sicuramente un demone importante nella ricostruzione dell’identità di Satana è Azazel, al quale Aronne, nel libro del Levitico, deve offrire, conducendolo nel deserto, un capro su ordine di Jahvé; mentre nel più significativo degli Apocrifi, il libro di Enoch - dove si narra la discesa degli Angeli Vigilanti sulla terra, che invaghiti delle donne umane, rinnegano la loro missione di salvezza - Azazel, il capo degli Angeli Ribelli, viene gettato dall’Arcangelo Raffaele nelle tenebre, sigillato fino al giorno del Giudizio. 
La figura del Diavolo biblico, probabilmente, viene anche influenzata dai contatti con la civiltà persiana avvenuti durante l’esilio del popolo ebraico.
Infatti è in questo periodo che compare Satan, il nemico che accusa gli uomini davanti a Dio.
La dottrina persiana pone il male non come aspetto necessario del potere assoluto divino, ma come “principio indipendente, assolutamente separato” . La lotta fra il principio del Bene e quello del Male e le caratteristiche di quest’ultimo, hanno presumibilmente influenzato lo sviluppo definitivo del Satana delle Sacre Scritture: il maledetto spirito di distruzione, menzognero e ingannatore diventa così, verso il secolo IV a.C., nel Libro di Giobbe, “il Tentatore”, “l’Avversario” per eccellenza.
Da non sottovalutare è poi, nella formazione dell’aspetto figurativo del Diavolo, l’influenza esercitata nel rappresentare con un corpo per metà umano e per metà caprino il dio della vita pastorale ed agreste Pan, presente nella mitologia romana e greca, che esprime la libertà sfrenata di una vita senza leggi, e una illimitata pulsione al godimento sessuale nelle forme ludibriche e onanistiche.
E’ nel Libro di Giobbe dell’Antico Testamento che compare per la prima volta il Diavolo, che diventa così parte della verità rivelata da Dio, sulla cui reale esistenza i teologi non possono dubitare.
Secondo la dottrina cattolica, al momento della loro creazione, la maggior parte degli angeli - le creature celesti puramente spirituali -, sceglie Dio come scopo pieno e definitivo della propria esistenza., mentre altri spiriti, in base alla loro libertà creata, operano una scelta opposta; commettono il famoso “peccato degli angeli”, il sentimento di autosufficienza e ribellione che costa loro la perdita della vicinanza a Dio e una conseguente “caduta nell’Abisso” di cui si parla nella Bibbia (Apocalisse 12, 7-8) e nei Vangeli (Lc 10, 18; nella seconda lettera di San Pietro: 2,4; e in Judae 6). 
Se è certo l’avvenimento della “caduta”, non sono altrettanto chiare le sue ragioni.
Le ipotesi prospettate dai teologi sono tre: la più diffusa è quella dell’orgoglio e della superbia che fa pensare agli angeli, nel loro egocentrismo, di essere al centro di ogni cosa e di poter essere simili a Dio .
Un’altra ipotesi è quella dell’invidia degli angeli nei riguardi dell’uomo. Gli angeli mal sopportano che l’uomo venuto successivamente sia fatto a immagine di Dio e che Dio stesso abbia a lui sottomesso gli altri esseri creati. 
Una terza ipotesi è sostenuta nel sec. XVI da due grandi teologi, il domenicano Ambrosio Catarino e il gesuita Francesco Suarez: il motivo della caduta è sì l’invidia per gli uomini, ma in particolare per il fatto, rivelato in antecedenza agli angeli, che il Figlio di Dio avrebbe assunto la natura umana, e che questi avrebbero dovuto adorare il Cristo. Questa tesi si trova anche nel Paradise Lost di John Milton.
Nella vicenda della “caduta nell’Abisso” un ruolo paricolare gioca la figura di Lucifero, il primo degli Angeli Ribelli, il loro condottiero, colui a cui la tradizione riferisce generalmente come al Diavolo, o Satana, o, ancora, Demonio. 
Intorno a lui, uniti da un unico ideale, quello dell’odio contro Dio, si svolge la gerarchia dei demoni, in base al loro potere di agire, che caratterizza la loro individualità.
Secondo i rilevamenti effettuati da Mons. Balducci , riferimenti a queste figure del male si ritrovano nelle Sacre Scritture: Satana, che deriva dall’ebraico e significa avversario, persecutore, accusatore, calunniatore, compare 36 volte; altrettanti sono i riferimenti al maligno come Diavolo, dal verbo ebraico che significa separare, dividere. L’appellativo più usato è, però, “spirito maligno” che conta ben 76 presenze, seguito dalle 63 della voce “demonio” quasi sempre usata al plurale.
In aggiunta a queste esistono altre citazioni dell’attività malefica degli spiriti infernali, per un numero complessivo di 300 nel Nuovo Testamento, mentre nell’Antico Testamento il riferimento al Diavolo è compiuto solo in quattro occasioni (libro di Giobbe 1, 6-12; 2, 1-7; Zaccaria 3, 1-5; libro della Sapienza 2, 23-24; e , naturalmente, Gen. 3, 1-5), probabilmente affinché il popolo israelitico fosse tenuto lontano dall’errore dualistico di vedere contrapposti due divinità votate rispettivamente al male e al bene.
Con il Nuovo testamento Satana si distingue definitivamente dai demoni, eredi degli spiriti maligni orientali, e diviene il “portatore del male per eccellenza”. Il Diavolo, per la dottrina cristiana è il tentatore del Paradiso Terrestre, è colui che influisce negativamente sugli uomini per volgerli al male e contro la legge di Dio.
Egli è sconfitto solo dal sacrificio del Messia, venuto per distruggere le sue opere e sostituire il regno di Dio a quello di Satana.
Giovanni Papini descrive così il Diavolo: il suo odio verso Dio “…non nasce soltanto dal suo primo impulso di fare a meno di Lui, della Sua grazia, della Sua sovranità. Quest’odio è accresciuto, via via, dal sentimento della sua dipendenza eterna, anche dopo la caduta, dal suo Creatore. Se il Demonio è ancora Principe, se gli rimane ancora un potere, un dominio, esso lo deve unicamente alla volontà di Dio che, per i suoi imperscrutabili fini, non lo ha annientato, ma gli ha confidato un regno e un ufficio. La consapevolezza di questa dipendenza lo esaspera” .
Per Corrado Balducci, teologo e demonologo, l’opera del Demonio si manifesta in una attività ordinaria che consiste in un incitamento a peccare, e in una attività straordinaria, che si esplica attraverso l’infestazione locale, l’infestazione personale e la possessione diabolica. La prima di queste ultime tre manifestazioni consiste in una molestia che il Diavolo direttamente esercita sul regno vegetale o animale, per poi arrivare all’uomo; la seconda è una sorta di influenza sulle scelte dell’uomo, o sulle cosiddette passioni. L’ultima, la più pericolosa, è un disturbo tale da soffocare la guida stessa dell’individuo, rendendolo così strumento cieco e docile al suo potere.
Per i teologi, il Demonio, seppure presenza reale, non è un essere al pari di Dio; in quanto creatura, ossia essere creato da Dio, il Diavolo non è un essere divino, non è la parte contrapposta, ma necessaria, del Bene, come vorrebbe una tesi manichea, bensì uno spirito soggetto al potere del Creatore, e come tale, è destinato a una sicura sconfitta nella guerra contro il suo stesso Artefice. Questo elemento è un punto di riferimento per gli uomini, che non devono temere il male e l’azione del Demonio, ma essere partecipi della lotta di Dio, contrastando il Male in tutte le sue forme.
Se queste sono le premesse, risulta chiaro che una società cattolica non possa accettare l’operato di culti cosiddetti “satanici”, dove la figura del Diavolo così delineata è l’oggetto principale della loro dottrina e dei loro rituali, ma cerchi in ogni modo di contrastarne l’esistenza stessa.



2. SETTE SATANICHE: TRACCE NELLA STORIA


Il riscontro nella storia di un culto satanico organizzato in un gruppo che ritualmente, cioè con continuità e secondo regole precise venera il Diavolo, non è facilmente esperibile. Questo per due importanti motivazioni: la prima in quanto si tratta di gruppi che agiscono in segreto, formati da un esiguo numero di persone, e per questo operanti in una “zona d’ombra” della società difficile da scandagliare; la seconda motivazione è data dalla inevitabile limitatezza di una definizione logica di un fenomeno reale, mai perfettamente definibile, non rilevabile in maniera scientifica in quanto riguardante ideologie oltre che azioni umane, e per questo mutevole, sfuggente, polimorfico.
E’ nella consapevolezza di questa evoluzione e mutevolezza dell’essenza di setta satanica e di satanismo, che si percorrono i momenti storici più significativi per la formazione di questi fenomeni, a volte semplici strumenti di accusa verso una parte di società, una religione, un’evoluzione di costumi, o un movimento intellettuale visto come minacciante l’ordine sociale preesistente.
Già verso il 186 a.C., le rivelazioni di una cortigiana affrancata, Hispala, lasciano presupporre l’esistenza di una moltitudine di giovani romani che si riunirebbero nottetempo per celebrare riti orgiastici in tenuta da Baccanti (cioè posseduti dal dio Bacco) con conseguenti sacrifici umani, atti contro natura, sregolatezze di tutti i tipi. Tali dichiarazioni provocano la reazione del Senato e lo scatenamento di una repressione di massa che giunge ad accusare qualcosa come settantamila persone; vi sono pene capitali, condanne, perquisizioni, e un decreto che vieta di celebrare baccanali a Roma.
La presenza di elementi quali la segretezza del rito, il luogo di culto, quasi sempre in ambienti oscuri e sotterranei, l’esibizione di un sacrificio e la raffigurazione del dio con le spoglie di un caprone, ritornano nei secoli successivi in una nuova lettura come caratteristiche di un rito satanico. 
Prima ancora di formarsi una vera e propria accusa contro un settarismo satanico, che avviene dall’Undicesimo secolo in poi, si legge negli annali delle cronache del VI secolo dell’Impero Bizantino, di personaggi quantomeno bizzarri, chiamati sàloi, asceti che si fingono folli, che inscenano possessioni diaboliche per le vie, ostentando comportamenti osceni e impudichi, trascinando carogne di animali in mezzo al mercato, bombardando con frutti guasti le donne in chiesa durante la predica. Si tratta di fenomeni al limite tra la provocazione e lo psicodramma, ma i religiosi del tempo non esitano a vedere il Diavolo stesso impersonare un sàlos per sedurre la folla e trovare nuovi seguaci.
Nel IX secolo il nord Europa, fresco della nuova evangelizzazione, conosce nelle isole britanniche e nell’arcipelago scozzese, un ritorno di fiamma di una reazione pagana con tratti anticristiani, proprio verso quei guerrieri, irlandesi, scozzesi o finlandesi, che erano stati convertiti dall’espansione cattolica nelle terre Scandinave. Entrambi le parti, quella dei culti pagani del dio Thor e quella del culto del Dio cristiano, vedono l’altra dedita a pericolose magie e portatrice di divinità maligne.
Più tardi anche ai vertici della gerarchia della Chiesa viene rintracciata la presenza del Demonio: nel 963 Papa Giovanni XII e tre secoli dopo Papa Bonifacio VIII, sono accusati di bere alla salute del Diavolo, di ucc
idere i loro nemici con la complicità dei demoni, e di commettere incesto.
E’ con il sorgere delle eresie che la presenza del Diavolo sembra trovare un posto di primo piano nella società cristiana. All’inizio del secondo millennio trovano consistenza le accuse di complicità con il Demonio mosse dalla cristianità verso i catari, i valdesi, i fraticelli, i bogomili e ogni nuovo movimento religioso che minaccia di minare le fondamenta della cristianità.
Si narra di come “costoro adorino il Diavolo e rinneghino Cristo durante immondi banchetti nei quali si consuma carne umana” . Seguono poi orge incestuose, i cui frutti vengono dati alle fiamme.
Soprattutto i catari, per la loro dottrina dualistica che rifiuta i sacri crismi del matrimonio e degli altri Sacramenti, e per la struttura misterica della loro organizzazione, vengono accusati di aver nominato un “Papa nero”, colpevole di reggere le fila del complotto destinato ad anticipare la venuta dell’Anticristo, e di utilizzare formule e rituali della tradizione ortodossa in senso opposto; si possono qui vedere i prodromi della messa nera, il rituale cristiano eseguito a rovescio utilizzato dalle sette sataniche come evocazione al Maligno.
“Dalle formule rovesciate dei catari alle odierne inquietudini circa i messaggi subliminali rovesciati nascosti negli LP dai gruppi rock a scopo di plagio e proselitismo satanico, si potrebbe tracciare un percorso le cui tappe intermedie sono l’affare dei templari e la caccia alle streghe” .
La fondazione dell’Ordine del Tempio avviene nel 1118. Questo gruppo di cavalieri - monaci - soldati, dalle severissime regole di obbedienza, castità e povertà, gode della protezione papale fino al 1312, allorchè, cinque anni dopo l’ordine di arresto dei cavalieri - emanato da Filippo il Bello in tutto il regno di Francia - e l’inizio del processo, Clemente V sopprime definitivamente l’ordine, ormai peraltro ricchissimo di denaro e proprietà. I Templari vengono accusati delle stesse imputazioni mosse ai catari. In particolare, pare che adorino Satana sotto le spoglie di un misterioso idolo, detto Baphomet, del quale esisterebbe una raffigurazione in una statua sul portale della chiesa di Saint-Merri, a Parigi . 
Da venerato movimento di cristianizzazione, i Templari divengono così un odioso gruppo satanico, avverso alla Chiesa e alle sue istituzioni. Un segno del tempo rivelatore dell’atteggiamento di una nuova Chiesa sospettosa e inquieta che contribuisce a lasciare la più consistente traccia del Demonio nella storia, o sarebbe più giusto dire, dei suoi persecutori: la cosiddetta “caccia alle streghe”; due secoli di persecuzioni contro malefici, stregonerie, invocazioni sataniche, infanticidi e avvelenamenti rivelati dai suadenti metodi della Santa Inquisizione, teorizzati in quel “mostruoso serbatoio teorico” composto a quattro mani dagli inquisitori tedeschi Jakob Sprenger e Heinrich Institoris, nel 1486, e resi quantomai “pratici” grazie alla bolla pontificia di Innocenzo VIII, con la quale il Papa affida pieni poteri ai due inquisitori.
Il numero delle persone che finiscono sul rogo è difficile da quantificare, ed è destinato a crescere se si aggiungono le vittime delle torture e delle carceri. Il primato di sentenze di morte spetta alla Germania, mentre la Polonia è il paese con il maggior numero di streghe processate. Nel 1911 Soldan ed Heppe parlano di quasi dieci milioni di esecuzioni capitali, ma con il passare degli anni la cifra si è assottigliata, fino ad arrivare a quella, comunque consistente, stimata dal Monter, nel 1977, di sessantamila esecuzioni.
Per quanto riguarda la reale implicazione in pratiche sataniche, lo storico americano Brian Levack afferma che “la miglior prova che abbiamo circa lo stretto nesso esistente tra la tortura e la confessione di pratiche sataniche è che l’accusa di adorare il Diavolo, nei processi per stregoneria, non viene mai formulata prima di giungere alla fase del procedimento in cui si applica la tortura. Una volta che si fosse passati alla tortura, sorgevano le accuse di satanismo. Per questo si può validamente affermare che la tortura, in un certo senso, creò la stregoneria, o quanto meno creò la stregoneria diabolica” . 
Arthur Lyons, invece, nel suo studio sul satanismo contemporaneo, Satan Wants You , argomenta a favore della realtà delle congreghe, che da incontri estatico-orgiastici di liberazione si sarebbero trasformati, sotto l’influsso della Chiesa, e in particolare delle crudeltà dell’Inquisizione, in vere a proprie riunioni sataniche dove i simboli pagani vengono distorti e il dio cornuto è convertito in un simbolo di odio e contemporaneamente di speranza, con un chiaro significato sociale di riscatto e di liberazione, che, dopo la morte di questi movimenti, smarrisce per assumere nuove connotazioni. 
Proseguendo la ricerca della presenza di sette sataniche nella storia, si osserva che tra il Cinque e Seicento iniziano a diffondersi dei resoconti di messe nere celebrate in varie occasioni, ma è solo nel corso del Settecento che tutti questi elementi si precisano e si ritrovano in casi che si situano alle origini del satanismo moderno.
Nella formazione dell’archetipo del fenomeno satanista, oltre agli elementi di stregoneria e possessione demoniaca, il caso più famoso, nella Francia del XVII sec., ne aggiunge uno nuovo: quello del satanista stregone che con il suo maleficio causa la possessione demoniaca della vittima.
L’evento in questione è quello verificatosi nel monastero di Loudun, e il terzo di cui si parla è il sacerdote Urbain Grabdier, colpevole di aver causato la possessione da parte di più demoni, di nove suore Orsoline e sette secolari, a cui si aggiungono altre otto religiose e tre secolari maleficiati. La punizione per il sacerdote è il rogo e gli esorcismi praticati diventano uno spettacolo pubblico edificante.
Un secondo caso è sempre in Francia, dove alla corte di Luigi XIV si instaura il primo processo di satanismo: qui ci si trova di fronte a una congrega di satanisti che si prefiggono di organizzare liturgie sataniche per procurarsi benefici materiali. Il caso La Voisin, dal nome della sua principale protagonista, è importante per due motivi: il primo perché è in questo frangente che nasce l’espressione “Messa nera”; il secondo è perché il contesto in cui ne viene organizzata la repressione è totalmente non religioso, e il metodo è quello dell’inchiesta giudiziaria e poliziesca.
Catherine La Voisin è una merciaia della corte del re, venditrice oltre che di cosmetici, medicinali e veleni, anche di ostie consacrate, recuperate attraverso una organizzazione di donne e la complicità di molti sacerdoti. Dopo l’acquisto di una casa nel sobborgo parigino di Villeneuve e la costruzione, nel giardino di quest’edificio, di una cappella satanica con drappi neri, un altare e dei ceri preparati con grasso umano fornito da uno dei boia reali, la La Voisin comincia a celebrare messe nere con l’ausilio di un sacerdote, tale Guibourg, su un corpo nudo di una donna che funge da altare.
Quando la polizia nel 1679, arresta la donna e perquisisce la casa, viene trovata anche una fornace, che secondo la confessione della donna, aveva bruciato circa duemila corpi di bambini, in massima parte frutto di aborti clandestini, ma anche utilizzati come sacrifici per il rituale satanico.
Da documenti che si possono considerare attendibili, direttamente visionati da Massimo Introvigne (volumi VI e VII dell’opera di François Ravaisson-Mollien, Archives de la Bastille. Documents inédits) , rileva che il sacrificio dei feti e in qualche caso di bambini sgozzati, offerti ai demoni Astaroth e Asmodeo, serve alla celebrazione di un rituale che non ha una base ideologica satanista, e persegue il semplice scopo utilitaristico di realizzare le varie richieste dei clienti; ma la continuità delle celebrazioni, l’organizzazione e il rituale seguito nelle liturgie, sono elementi che sicuramente fanno del circolo della La Voisin e di Guibourg un gruppo satanista.
Dalla seconda metà del sec. XIX il satanismo sembra avere una fioritura, attribuita alle vicende dei sacerdoti Vintras e Boullan.
In realtà sia per la vicenda di Vintras che di Boullan non entra in gioco un satanismo consapevole, ma al contrario entrambi sono convinti di essere gli unici in grado di contrastare il potere del Demonio, che si spinge sino alle alte gerarchie della Chiesa stessa.
Vintras, dopo un’ apparizione dell’Arcangelo Gabriele avuta nel 1839, inizia una carriera di predicatore e sacerdote eterodosso, fino a fondare un’Opera di Misericordia, che celebra bizzarre messe consacrando ostie in cui appaiono gocce di sangue, croci, cuori e simboli cabalistici. Il credo del sacerdote si fonda sulla convinzione di essere, insieme con i suoi seguaci, una reincarnazione degli angeli, tornati sulla Terra per combattere l’ultima battaglia con i demoni.
A questo scopo Vintras si infiltra negli ambienti occultisti del tempo e raccoglie nei suoi archivi tutto quanto parla di attività di satanisti, delineando una situazione, in paesi come la Francia, Belgio, Inghilterra e Italia, in cui si riscontra la rilevante presenza di sette sataniche, impegnate a celebrare riti pagani in cappelle diaboliche.
In ragione delle discutibili usanze e teorie dei membri dell’Opera di Misericordia e del loro leader, Vintras riceve, nel 1851, la scomunica da Papa Pio IX che definisce il movimento creato dal “sacerdote” una “associazione criminale” e “una setta schifosa” .
Per quanto riguarda il materiale sul fenomeno satanico, sebbene l’operato del sacerdote - ma soprattutto di alcuni suoi discepoli - abbia portato alla scomunica per l’utilizzo di immagini e riti lontani dal cerimoniale cattolico non meno di quelli demoniaci, non vi è motivo di ridurre la grande quantità di informazioni sui riti occulti raccolte da Vintras in semplici farneticazioni, ma è possibile rintracciare nelle avventure immaginarie del sacerdote, materiale originario del sottobosco occulto dell’epoca.
A Vintras subentra, negli anni successivi alla sua morte, un personaggio dal passato tormentato: il sacerdote Boullan, originariamente fedele alla dottrina cattolica, poi allontanatosi per via di una relazione con una suora di La Salette, quindi riavvicinatosi per qualche tempo, fino alla scomunica del 1875.
Boullan, con un gruppo di seguaci, organizza L’opera della Riparazione, interessandosi al Demonio, presentato come unico responsabile delle malattie inguaribili, che possono essere risolte solo grazie all’intervento dei consacrati alla Riparazione. In pratica, Boullan e i suoi discepoli pensano di guarire queste malattie con preparati che contengono le loro urine e feci, oltre che reliquie e frammenti di ostie consacrate.
Nel 1860, la suora di La Salette, che ancora segue il sacerdote, rimane incinta e Boullan dichiara che è stata violata nottetempo da un demonio invisibile, rendendosi così colpevole di infanticidio.
Dopo la scomunica Boullan sviluppa le teorie precedentemente esposte, anche grazie alla frequentazione di circoli occultisti e alla lettura del materiale degli archivi di Vintras.
I seguaci della Riparazione non si limitano più a combattere i malefici di Satana, ma il Demonio in persona; Boullan parla di “diritto di pro-creazione”, ritenendo che le unioni sessuali effettuate secondo la legge della decadenza conducano all’abisso, quelle fatte secondo regole divine aprano la via del destino. L’uomo, in sostanza, è imprigionato nella materia, e per poter combattere l’ultima battaglia con il Demonio, deve poter “ascendere”.
Le “unioni di vita” sono il mezzo per ascendere e consistono nell’unione con qualcuno che si trova al di sopra di lui nella scala dell’ascensione; una unione come epiteto per un rapporto sessuale che spesso assume un carattere perverso.
Oltre che con l’ascensione, Boullan combatte il satanismo anche con intrugli dove gli ingredienti principali sono ancora urina, feci, o sperma. 
Come giustamente rileva Introvigne “dall’ossessione di dover combattere i satanisti, Boullan ha finito, in pratica, per adottare, pretendendo di cambiarle di significato, alcune delle loro stesse pratiche” .
Accanto a Vintras e Boullan, vi è un’altra figura importante in merito alla relazione Chiesa cattolica - satanismo, perché inconsapevolmente offre a quest’ultimo una nuova prospettiva e una nuova dimensione che si sviluppa e prende forza, proprio nella maggior parte del satanismo contemporaneo.
Questa figura è quella di Gabriel Jogand, ex allievo dei Gesuiti, che entra nel 1881 nella Massoneria, per poi distaccarsene nel 1885, dichiarandosi “convertito” e iniziando una serie di rivelazioni sui veri scopi della “setta”. 
La chiave di lettura di questa vicenda è proprio l’insieme di relazioni tra Chiesa romana, Massoneria e satanismo che Jogand intreccia abilmente.
La Massoneria, o Libera Muratoria, è una organizzazione nata tra Seicento e Settecento in Inghilterra, ispirandosi a organizzazioni di mestiere medievali e agli ordini cavallereschi. Le sue finalità sono quelle proprie degli intellettuali illuministi; uguaglianza, libertà e fraternità, e il mutuo aiuto tra i massoni. Non si caratterizza come un movimento religioso, nonostante il suo richiamo al Grande Architetto dell’Universo e la presenza di rituali e iniziazioni segrete, bensì come associazione filosofica, filantropica e progressista, divisa in vari gruppi, le loggie, che dipendono gerarchicamente da una loggia maggiore.
Dopo un iniziale periodo di condivisione con le idee e l’ambiente della Massoneria, Jogand, sotto lo pseudonimo di Leo Taxil, diffonde una serie di scritti antimassonici, sostenuto ed incoraggiato da molti ecclesiastici convinti della sua sincera conversione, tanto da essere ricevuto da Papa Leone XIII, nel 1887.
Il tema centrale di questi scritti è, ovviamente, l’accusa alla Massoneria di non essere altro che una setta di satanisti all’opera per distruggere la Chiesa e l’ordine sociale. Ordine sociale che nel corso di quegli anni affronta un cambiamento radicale, da una concezione feudale e conservatrice del mondo, a una ideologia democratica e liberale.
Taxil riesce a ottenere la collaborazione di un amico, il tedesco Hacks, che con lo pseudonimo di Bataille, pubblica un libro – Le Diable au xx siècle – descrivendo le vicende di una tale Diana Vaughan, appartenente a un movimento massonico Palladista, e in seguito convertita al cattolicesimo.
Il libro, che subito fa scalpore fra le fila ecclesiastiche, sostiene che la vera Massoneria è costituita da una setta di adoratori del Demonio, detti Palladisti, i quali dichiarano Satana o Lucifero vero dio della luce, e il dio ebraico signore delle tenebre.
In particolare il loro culto si rivolge a Baphomet, il demone già individuato come oggetto di culto dei Templari.
Sull’onda di queste accuse si muove la maggior parte degli ambienti ecclesiastici del tempo, mentre sul fronte opposto si scagliano i massoni, che, inveendo contro le falsità di Taxil, reclamano la presentazione in pubblico della Vaughan. 
Fra le astuzie di Taxil e l’autoconvincimento di sacerdoti troppi propensi a credere al complotto satanico, la disputa sul satanismo della Massoneria si arricchisce progressivamente di dichiarazioni e documenti rilasciati proprio dall’effimera figura di Diana Vaughan, ossia di Taxil stesso.
E’ nel 1897, infatti, il momento in cui Taxil, in una riunione della Società geografica di Parigi, al cospetto di massoni e alti esponenti del clero, confessa la completa falsità di tutta la storia, a cominciare della sua “conversione”, e rivolge un ringraziamento alla Chiesa per l’appoggio garantitogli per la diffusione delle sue fantasie.
Con questa operazione, Taxil, più o meno consapevolmente, utilizza il Diavolo come semplice metafora della liberazione dell’uomo dagli oscurantismi medievali. Nel clima del positivismo di fine Ottocento, il Diavolo sembra perdere i suoi connotati terrorifici, e acquistare una nuova dimensione come simbolo “di un ‘naturalismo’ ribelle contro la violenza oppressiva delle istituzioni e delle chiese” .
Per concludere il quadro della presenza del satanismo, vera o del presunta, nell’arco dell’Ottocento e degli inizi del Novecento, ci si riferisce alle informazioni raccolte dal giornalista Jule Bois (1868 -1943), interessato fin dalla giovinezza ai temi esoterici ed occulti.
Bois pubblica tre volumi sull’argomento: Les Petites Religions de Paris, Le Monde Invisible e Le Satanisme et la Magie , inchieste giornalistiche sui gruppi dediti all’occultismo parigino, e tiene molti contatti con gli occultisti di tutta Europa, compresi gli inglesi della Golden Dawn, la società segreta di esoteristi a cui partecipa anche Aleister Crowley, l’uomo più scandaloso della prima metà del nostro secolo.
In Le Satanism et la Magie Bois dà un quadro approfondito del fenomeno satanista, grazie alla propria esperienza personale, agli archivi di Vintras e alle informazioni di un altro esperto dell’epoca, lo scrittore di Là-Bas, Karl Huysmans .
Costui, in una intervista con Bois, afferma il suo convincimento nell’esistenza di messe nere e rituali “oscuri” celebrati effettivamente dalla borghesia parigina, che spesso coinvolgono sacerdoti cattolici non sconsacrati, tanto da ritenere che il vero satanismo è il satanismo religioso. 
Il ruolo di Huysmans nel fenomeno del satanismo non si limita a quello di semplice esperto. Il suo libro Là-Bas, infatti, è importante per due ragioni: la prima per le fonti utilizzate, quali gli archivi di Vintras, le stesse inchieste di Bois e gli archivi nazionali di polizia, ai quali aveva accesso in quanto funzionario del Ministero degli Interni; la seconda ragione è che il romanzo, che narra delle vicissitudini di uno scrittore, Durtal, coinvolto in una cerchia di satanisti dalla sua amante, Madame Chantelouve, contiene la descrizione minuziosa di una messa nera letteraria divenuta vera, giacchè nel Ventesimo secolo un buon gruppo di satanisti se ne servono come modello e la riproducono. 
Per quanto riguarda la ricerca condotta da Jules Bois, i risultati di tale indagine presentano elementi che sono rintracciabili anche ai giorni nostri.
Nella prima parte di Le Satanism et la Magie il giornalista indaga il “satanismo delle campagne”, riferendosi alle cronache dell’Inghilterra, che registrano le piccole e grandi truffe dei maghi a pagamento, rilevando l’usanza di tali personaggi di ricorrere più o meno occasionalmente all’evocazione del Demonio e al patto con il Diavolo per ottenere risultati concreti, quali l’amore di una donna, o la morte di un nemico.
La seconda parte ripercorre le origini della messa nera, e si interessa di casi minori, registrando, in particolare, alcuni fenomeni collegati al satanismo, quali incantesimi e fatture a morte, fra i quali descrive delle ricette rinvenute presso i satanisti parigini: “macinare insieme farina, carne, ostie consacrate, mercurio, sperma animale, sangue umano, acetato di morfina e olio di spigo”; “far inghiottire a un pesce (metafora cristiana del Salvatore) veleno e frammenti di ostia, quindi toglierlo dall’acqua, farlo morire, lasciarne putrefare il corpo da cui distillare un olio che rende folli i nemici” . Secondo Bois anche la polizia saprebbe di questi rituali: nel 1879 a Châlons-sur-Marne il sangue dei topi serviva alle pratiche di maleficio di un gruppo demoniaco, e nel 1883 a Savoia un circolo di preti preparava l’olio orribile.
Per finire, Bois raccoglie in Le Satanisme et la Magie una serie di articoli che riguardano il fenomeno del furto di ostie consacrate, elemento anche oggi indispensabile per la celebrazione delle “messe a contrario”, con una puntigliosa enumerazione di documenti a testimonianza di questi fatti avvenuti in Francia e in Italia, in particolare nella provincia di La Spezia, a Salerno e a Roma.
La Francia del secolo scorso, a parte la vicenda di Leo Taxil, un mistificatore autore di libelli e opuscoli apparentemente antimassonici, nei quali egli sosteneva le cose più assurde, sempre riferendosi a episodi satanici, ma che in realtà erano destinati a ridicolarizzare il clero e l’antisatanismo imperante, sembra che abbia realmente dovuto fare i conti con un satanismo nel senso proprio del termine, come ci è dato intravvedere dai documenti, dagli indizi sparsi, dalle piste interrotte su un mondo per la maggior parte clandestino e oscuro. 



3. IL SATANISMO DA CROWLEY A MANSON

3.1 ALEISTER CROWLEY, “LA BESTIA 666”


Agli inizi del Novecento è l’Inghilterra ad assumere il ruolo di nuovo epicentro dell’esoterismo.
In questo periodo i maestri dell’occultismo non possono dirsi satanisti in senso proprio, anche se vengono attaccati come tali dai loro avversari religiosi. Tuttavia preparano un corpus di materiale occulto, proprio come successo per la Messa nera di Huysmas, che potrà essere ampiamente utilizzato dai movimenti esoterici successivi, compresi quelli satanisti. 
Dall’Ottocento gli occultisti britannici portano i culti per Lucifero, le messe nere e i riti sessuali-orgiastici, tutti temi questi, perseguiti con programmaticità di intenti dalla Golden Dawn, setta massonica che mescola i riti dei Rosacrucriani, magia cerimoniale e tarocchi, e che comprende tra i suoi membri un medico di nome Robert D’Onston Stephenson, accusato dalla sua amante, Mabel Collins, di fabbricare candele di grasso umano usate per rituali occulti, e di essere nientemeno che Jack lo Squartatore, colpevole di cinque efferati omicidi un anno prima della fondazione della Golden Dawn.
Questo gruppo di esoteristi oltre a personaggi di rilievo come il poeta W. B. Yeats, Bram Stoker e lo scienziato W. Crooks, accoglie nel 1898, dopo i consueti riti di iniziazione, Edward Alexander Crowley, un giovane che ha ereditato una notevole fortuna e che si fa chiamare Aleister.
Nato nel 1875, l’anno della morte di un altro famoso occultista, Eliphas Lévi, di cui dice di essere la reincarnazione (come anche di Cagliostro e Alessandro Borgia), Crowley cresce in una famiglia di protestanti puritani e studia al Trinity College di Cambridge, dove si circonda di una cattiva fama per i suoi rapporti etero e omosessuali, i suoi poemetti erotici e l’uso di droghe. 
Durante la sua giovinezza compie viaggi in cui approfondisce i temi gnostici, studia il tantrismo, il sufismo e, naturalmente, l’uso di allucinogeni e droghe messicane e indiane.
Personaggio controverso, carismatico quanto sfrontato, eccessivo, brutale, (egli stesso, nelle sue Confessioni si definisce “il Compagnio di Babilonia, la Donna Scarlatta, il Destriero che ella cavalca, la Bestia il cui numero è 666” ) una volta introdotto nella Golden Dawn, dal suo fondatore, Samuel Mathers, non tarda a scontrarsi con gli altri membri, fondando una nuova organizzazione concorrente - l’ Argenteum Astrum (“ogni uomo è una stella”) – e screditando i vecchi amici con la pubblicazione sulla sua rivista The Equinox di rituali di magia nera e nefandezze sessuali che in realtà era egli stesso a praticare. 
Crowley ha un atteggiamento fisico di natura rivoltante: basti pensare al “bacio del serpente”, ossia succhiare il sangue mordendo il polso di una donna, o alla defecazione sui tappeti altrui, oppure ancora alla consumazione di un rapporto sodomitico in un salotto davanti ai suoi amici. Inoltre egli sfrutta le altre persone in tutti i modi possibili ed immaginabili, materialmente, emotivamente e psichicamente, tanto che la sorte comune di numerose sue compagne è quella di diventare delle alcoliste croniche, e quella di sua moglie di morire in un manicomio.
Nella sua ricerca di un ambiente “magico” dove poter elaborare propri rituali esoterici, aderisce, nel 1912, a una nuova organizzazione tedesca, l’Ordo Templi Orientis (O.T.O.) che si interessa di riti luciferini, messe gnostiche e magia sessuale.
E’ proprio su quest’ultima che Crowley fonda le basi del movimento di cui è venuto ad essere il leader a Londra: i riti dell’O.T.O. non vogliono essere una semplice scusa per praticare orge sessuali, ma secondo un’influenza tantrica, pretendono di assurgere a efficace mezzo di magia per realizzare un’unione mistica con l’universo.
Successivamente, dopo una lunga permanenza in America, terminata principalmente per questioni finanziarie non più rosee – si dice che abbia lasciato dietro di sé un codazzo di assegni a vuoto -, dopo l’interrogazione dell’I Ching, un antico oracolo cinese, il “mago” approda anche in Italia, a Cefalù, dove fonda l’Abbazia di Thelema. Questa nuova impresa, però, viene presto abbandonata per ordine del Duce, a causa delle voci circa la morte misteriosa di un certo Mr. Lloyd, seguace dell’O.T.O. a Cefalù, avvenuta probabilmente per overdose.
Nelle sue “congregazioni” come nella normale vita quotidiana, Crowley si circonda di molte donne, per la maggior parte prostitute, che definisce Donne Scarlatte, con le quali esegue elaborati rituali di magia sessuale suddivisi in gradi, passando da una iniziazione fino alla dichiarazione del segreto finale, che rivela come il vero dio sia il fallo, unico “motore del Tutto”.
In uno di questi “esperimenti magici”, attraverso pratiche sodomiche, altri atti sessuali e l’uso della cocaina e dell’oppio, Crowley induce una delle sue donne, Roddie Minor, soprannominata “Pachiderma”, in uno stato catatonico durante il quale la stessa percepisce delle visioni di un paesaggio che Crowley descrive nell’Opera di Amalantrah, e che paragona alle raffigurazioni di quel “mondo sotterraneo” di cui Jung riferisce aver avuto una visione nel 1913.
Il rito sicuramente più famoso, e che trova un seguito anche nelle sette sataniche contemporanee, è però un altro: la preparazione di un calice con un miscuglio di seme maschile e secrezioni vaginali, chiamato amrita, ricavato dall’unione di due iniziati per la consacrazione di talismani o di Crowley stesso con le sue donne scarlatte.
Nella sua permanenza a capo dell’O.T.O., Crowley non si limita a riscriverne i rituali, ma li infarcisce di bestemmie, lodando i professionisti di messe nere, in quanto meritevoli di aver “sollevato l’uomo dallo schifoso demone dei cristiani” e attaccando il cattolicesimo romano come “quello spregevole culto materialista” .
Nel Libro della Legge , scritto ancora prima di entrare nell’O.T.O, e che Crowley sostiene dettato direttamente dallo spirito Aiwass, evocato attraverso i poteri medianici della moglie Rose Kelly, egli annuncia l’avvento di una nuova epoca e inveisce contro il cristianesimo. Il prof. Michele Del Re, in Riti e crimini del satanismo cita uno dei passaggi più sconcertanti: “Il rito supremo dovrebbe creare un’atmosfera particolare attraverso la morte della vittima. Con questo rito si potrebbe raggiungere il vertice dell’Arte Magica. La cosa migliore sarebbe sacrificare una fanciulla, possibilmente vittima volontaria, perché, se fosse maldisposta al sacrificio, potrebbe introdurre una corrente ostile. La fanciulla dovrebbe venir violentata, poi tagliata in nove pezzi. La testa, le braccia e le gambe dovrebbero venire amputate, e il tronco tagliato in quattro parti. Sulla pelle andrebbero scritti i nomi di altrettanti dèi: poi le braccia andrebbero scuoiate e bruciate in onore di Pan o di Vesta; le gambe, dopo un procedimento eguale, andrebbero offerte a Priapo, Hermes o Giunone; la spalla destra è sacra a Giove, la sinistra a Saturno; la metà inferiore destra del tronco a Marte, quella sinistra a Venere. La testa non andrebbe scuoiata, ma semplicemente bruciata in onore di Giunone o di Minerva. Questo rito non dovrebbe essere usato in occasioni ordinarie, ma raramente, e soltanto per scopi importantissimi; e non dovrebbe venire mai rivelato ai profani” .
La descrizione di questo rito è rivelata a Crowley nel corso di uno degli incontri sessuali con Walter Duranty, un partner che nell’atto sodomico con Aleister Crowley viene “posseduto” dal dio Mercurio; i due, però, non mettono mai materialmente in atto tale rito .
Parlando poi del sacrificio di sangue, un altro elemento dei “procedimenti magici” di Crowley, egli afferma che “un bambino maschio di perfetta innocenza e di alta intelligenza è la vittima più soddisfacente e adatta” .
Eppure i continui riferimenti a Satana, le ingiurie contro i cattolici e il cristianesimo assumono un significato che si discosta dalla venerazione del Demonio in quanto tale.
Gli stessi brani riferiti al sacrificio di bambini rimandano a una nota del “mago”, posta a piè pagina nel libro Magick in Theory and Practice , dove costui afferma di aver compiuto questo sacrificio in media centocinquanta volte l’anno, fra il 1912 e 1928: leggendo questa frase nel contesto si intuisce che Crowley fa riferimento alla masturbazione, essendo peraltro palesemente improbabile che, nonostante la continua sorveglianza da parte delle polizie dei vari paesi in cui ha soggiornato, sia riuscito ad occultare, senza lasciare tracce, qualcosa come centocinquanta sacrifici di bambini.
Come già accennato, condividendo la definizione di Massimo Introvigne, per satanismo si intende “…l’adorazione o la venerazione, da parte di gruppi organizzati in forma di movimento, tramite pratiche ripetute di tipo culturale o liturgico, del personaggio chiamato Satana o Diavolo nella Bibbia” ; elementi questi, che mancano nelle deliranti teorie di Crowley, le quali si riferiscono alla figura di Satana in tutt’altre connotazioni.
Sebbene l’O.T.O. faccia largo uso di effigi e rituali che vedono come principali protagonisti demoni e Lucifero, questi si ergono a meri simboli della trasgressione, di rifiuto della morale, della religione, delle regole della stessa società.
Nel libro Magick in Theory and Practice, propria summa filosofica, Crowley afferma: “Il Diavolo non esiste. E’ un falso nome inventato dai Fratelli Neri per implicare un’Unità nella loro ignorante confusione di dispersioni.”; o ancora: “Non c’è altro dio che l’uomo” .
Inoltre, nella sua autobiografia, commentando i rituali satanici, critica l’approccio alla figura di Satana come entità reale, in quanto, così facendo, non si fa altro che convalidare la teologia cristiana sul Demonio.
Per quanto equivoco e tendenzioso, Crowley sembra credere solamente all’uomo stesso; una prospettiva atea che non tiene di alcun conto e degna del pur che minimo rispetto alcuna religione, in prima linea quella cristiana: “…la Chiesa è vista come colei che ha spento e distrutto i poteri magici insiti, secondo dettami gnostici, nell’uomo.” 
Diversi sono i significati in cui Crowley parla di “Satana” o “Lucifero”:
- nel senso proprio in cui parlano del Diavolo sia i cristiani che i satanisti Satana non esiste, è un feticcio inventato per i loro fini;
- “Diavolo” e “Satana” vengono utilizzati in senso positivo ed esoterico per indicare il Sole nel macrocosmo e il fallo nel microcosmo;
- dal punto di vista astrologico il Diavolo si identifica con il Capricorno, ma sarebbe un segno che simboleggia la sessualità maschile;
- Satana e Lucifero rappresentano la razionalità dell’uomo, che è “dio”, padrone del bene e del male;
- “Satana” possono essere chiamati certi spiriti, che freudianamente non sono altro che aspetti dell’inconscio dell’uomo, con cui il mago può venire in contatto nella celebrazione dei suoi riti .
Al contrario, Cecila Gatto Trocchi afferma: “E’ in fondo un sofisma non considerare Crowley un satanista solo perché, ateo come era, non credeva al Diavolo. Baudelaire, che scandagliava ben più profondi e dolenti abissi, non aveva forse rivelato che la più grande astuzia di Satana è convincerci che non esiste?” .
Sebbene Crowley non possa essere definito un satanista nel senso sopra citato del termine e non vi siano prove che abbia commesso alcun crimine di sorta, se non quello di una provocazione anticristiana e antimorale, ciò non toglie che le sue idee, i suoi testi, la sua stessa immagine abbiano pesantemente influenzato tutto il satanismo successivo, al quale apporta gli elementi di trasgressione sessuale, di provocazione, ma anche dell’avversione alla Chiesa cattolica non solo in quanto istituzione, ma proprio in quanto demolitrice di quel bisogno istintivo e viscerale che si definisce “pensiero magico”.
Certo è che Crowley rimane ancora un personaggio ambiguo, e le sue teorie, seppur sempre inneggianti a un ateismo “puro”, “odorano di zolfo” quando usano il Diavolo come strumento di valorizzazione delle energie occulte, e innegabilmente apportano un contributo essenziale alla filosofia di un’altra figura importante per lo sviluppo del pensiero satanista: Anton LaVey, fondatore della Chiesa di Satana.



3.2 ANTON LA VEY E LA “CHIESA DI SATANA”


Nato nel 1930 a Oakland, dopo aver lavorato in un circo e poi come fotografo criminologo nella polizia di San Francisco, con l’acquisto di una dimora al 6114 di Californian Street, Anton LaVey inizia una serie di conferenze dedicate a temi quali gli spettri, i vampiri, la tortura, i grandi omicidi, il cannibalismo. E’ in occasione di uno di questi incontri che viene in contatto con un regista di Hollywood della cultura underground, Kenneth Anger, assiduo sostenitore delle teorie di Crowley, e con il quale fonda il Circolo Magico, costituito dai frequentatori abituali delle varie conferenze tenute da LaVey, nel quale ben presto si mettono in atto propri rituali segreti.
La frequentazione di Anger per LaVey è molto importante, in quanto è proprio il regista americano a far conoscere in maniera più approfondita le teorie di Crowley e a condividere la passione per la figura del Diavolo e per la demonologia.
Successivamente, nella notte del 30 aprile 1966, Anton LaVey fonda la Chiesa di Satana; è l’Anno Uno del Demonio. 
Grazie alle conoscenze di Anger e all’eclettismo di LaVey, che non si fa problemi a comparire in pubblico travestito da diavolo e a presentarsi al mondo – e alla stampa – come “Satana” in persona, la Chiesa ottiene subito l’attenzione dei media, soprattutto dopo la celebrazione del primo matrimonio satanico fra il giornalista John Raymond e l’ereditiera Judith Care, avvenuta nel 1967.
Nello stesso anno esce un film del regista Roman Polansky, Rosemary’s Baby, che contiene un riferimento alla chiesa di LaVey, e alla prima del film non mancano LaVey stesso e altri seguaci.
Nel 1968, il fenomeno della Chiesa di Satana comincia a interessare anche i sociologi come Randall Alfred, che si insinua nell’organizzazione senza avvertire LaVey, o James Moody, che invece si appassiona talmente al satanismo da divenire un collaboratore del “Papa Nero”. E’ in questi anni che viene preparata la liturgia della messa nera, pubblicata in due edizioni, una censurata per il pubblico e una privata per gli adepti, che tutti i satanisti contemporanei conoscono e seguono in modo piuttosto letterale. Il rituale è una somma della messa nera del libro di Huysmans e del rito dell’amrita di Crowley: si apre con un formulario basato sul rovesciamento della messa cristiana, comprendendo insulti e bestemmie, recitato sul corpo nudo di una donna distesa su un altare, e continua con la “desacrazione”, ossia l’introduzione di un ostia consacrata nella vagina della donna, e la successiva distruzione dell’ostia stessa. La “consacrazione”, invece, riprende semplicemente il rito crowleyano, con il mescolamento del seme maschile del sacerdote in un calice con vino o altri liquori, e la condivisione dello stesso fra i presenti.
Questi e altri nuovi rituali vengono approntati oltre che da LaVey, anche da Micheal Aquino, all’inizio uno dei suoi più fedeli collaboratori, che dopo la chiusura delle “grotte”, decentramenti organizzativi della sede principale di San Francisco, lascia la Chiesa per fondare insieme ad altri “delusi” da LaVey, una nuova organizzazione con al centro un Satana questa volta tutto cristiano e malefico.
Nella sua opera principale, La Bibbia Satanica , LaVey espone una visione del mondo dove vengono esaltati l’egoismo, il capitalismo, l’orgoglio del forte che prevale sul debole, la liberazione dalle religioni e dalle morali; ancora una volta la venerazione di Satana e i rituali della Sua Chiesa non sarebbero altro che celebrazioni parossistiche di un razionalismo e ateismo che esaltano l’uomo come “unico dio”. 
Un grande contributo sembra apportarlo la filosofia di Ayn Rand, l’obiettivismo, che esprime una concezione radicalmente individualista della società e incentrata in quel culto dell’uomo che in LaVey appare cerimonializzato, ma che per la Rand significa solo un disincantamento dalle religioni e dalle regole morali.
Le nove affermazioni sataniche, proclamate nel 1966, mostrano il ricorso alla figura del Demonio in chiara veste simbolica e la centralità dell’uomo che richiama l’obiettivismo alla Rand:
1. Satana rappresenta l’indulgenza in luogo dell’astinenza.
2. Satana rappresenta l’esistenza vitale in luogo dei vacui sogni spirituali.
3. Satana rappresenta la saggezza sfrontata in luogo dell’autoinganno ipocrita.
4. Satana rappresenta la cortesia solo verso chi la merita in luogo dell’amore sprecato verso gli altri.
5. Satana rappresenta la vendetta in luogo del porgere l’altra guancia.
6. Satana rappresenta la responsabilità verso chi è responsabile, in luogo della preoccupazione nei confronti dei vampiri psichici.
7. Satana rappresenta l’uomo come nulla più che un altro animale – qualche volta migliore, ma più spesso peggiore di quelli che camminano a quattro zampe – che, a causa del suo preteso “sviluppo divino intellettuale e spirituale” è diventato l’animale più vizioso di tutti.
8. Satana rappresenta i cosiddetti peccati, nella misura in cui portano alla gratificazione fisica, mentale o emozionale.
9. Satana è stato il migliore amico che la Chiesa abbia mai avuto perché l’ha tenuta in commercio per tutti questi anni .
Il fatto che questo libro abbia venduto, nelle sue ventotto edizioni, seicentomila copie e che all’interno della stessa setta non tutti abbiano chiaro il significato pantomimico dei riti, non deve far sottovalutare l’influenza che Anton LaVey e la sua Chiesa esercitano su moltissimi americani ed europei, sia su quelli pronti a condannare che su coloro che leggono letteralmente o superficialmente i rituali e le teorie del “sacerdote di Satana”.
Indubbiamente, comunque, le teorie di LaVey si presentano a facile fraintendimenti, per la loro stessa ambiguità.
Con il passare del tempo la diffusione delle grotte, oltre che di nuovi adepti, porta una serie di nuovi problemi a LaVey, non solo dovuti a sospetti e malcontenti di chi teme e ripudia la sua “organizzazione satanica”, ma anche di quelle persone, giovani sbandati, drogati e criminali che inscenano rituali richiamandosi alla Bibbia Satanica, utilizzando droghe o praticando sacrifici di animali, nonostante il “Papa Nero” in ogni pubblica occasione ripeta che la sua organizzazione, per quanto scandalosa, rimane assolutamente rispettosa della legge. 
Presto, il sistema delle grotte, che continuano a sorgere in altri parti dell’America e dell’Europa, si dimostra poco controllabile, tanto che nel Midwest la grotta Stygian si trova collegata al traffico di droga, e il suo capo, John DeHaven, dopo la scomunica di LaVey, attacca duramente la Chiesa e si converte – con il supporto dei giornalisti – al cristianesimo evangelico. LaVey decide così di sopprimere il sistema delle grotte e mantenere un semplice collegamento informale fra gli adepti isolati e la sede centrale di San Francisco. Questo cambiamento vede allontanarsi dalla Chiesa di Satana uno dei suoi membri più importanti, Micheal Aquino.
Il mutamento dell’organizzazione della Chiesa non sembra, però, essere il motivo principale di questa defezione. In realtà è proprio quell’ambiguità manifesta nell’atteggiamento di LaVey verso la figura di Satana, che gli permette di intrattenere liberamente rapporti con la stampa e la società, presentando un Demonio “carnevalesco”, metaforico, e al tempo stesso portatore dell’orgoglio dei forti e del culto dell’uomo superiore, che si scontra con quella parte dei suoi collaboratori, fra cui, appunto, Aquino, che credono in un Satana vivo e reale.
E questa ambiguità che nega apertamente, ma poi lascia intendere diversamente, porta non solo Aquino a prendere una direzione ben precisa, ossia quella del satanismo consapevole, e a fondare il suo Tempio di Set - una organizzazione che esercita rituali di magia nera e satanismo, presa più volte di mira dagli organi di polizia per supposti abusi sui minori, senza peraltro che si sia mai giunti ad alcuna accusa formale -, ma influenza anche tutta una nuova serie di satanismo che comprende nuove istituzioni come la Chiesa di Liberazione Satanica di P.Douglas Valentine, sorta in opposizione ad Aquino, che ammette l’uso di minori consenzienti, o nuovi casi di satanismo acido, come quello, controverso, di Manson e The Family.


3.3 CHARLES MANSON


Charles Manson (il cognome Manson da Man e Son = 'il figlio dell'uomo' gli viene attribuito dalla sua stessa madre) nasce a Cincinnati ,Ohio, il 12 novembre 1934.
Figlio illegittimo di Katleen Maddox, una sedicenne prostituta e alcolizzata che a causa della sua “professione” e di varie rapine passa gran parte della sua vita in carcere, Charles viene affidato a una zia nel West Virginia; ma già fra i nove e i dodici anni è fermato dalla polizia per tentato furto. Nel 1947 Manson viene mandato al Gibault School per ragazzi nell'Indiana, ma trascorso soltanto un anno, fugge dalla scuola. Successivamente, viene fermato dalla polizia per altri furti e scassi ed è inserito al riformatorio per ragazzi di Padre Flanagan. Pochi mesi dopo viene di nuovo trasferito ad un altro istituto, sempre nell’Indiana.
Nel 1951 Charles fugge dal riformatorio e raggiunge la California. Lungo il percorso compie numerosi furti e viene di nuovo fermato dalla polizia e mandato al riformatorio per ragazzi a Washington D.C., ma qui la sua permanenza dura ben poco perché dopo aver costretto un compagno di cella ad avere rapporti sessuali con lui, minacciandolo con un rasoio, viene nuovamente trasferito, questa volta al riformatorio Federale di Petersburg, in Virginia. Solo dopo qualche periodo riesce ad ottenere dalla commissione penitenziaria la libertà condizionata e nel 1954 viene rilasciato.
Nel 1955 sposa una giovane cameriera e poco dopo nasce il figlio Charles Manson jr, ma ben presto Manson si stanca della compagna e la abbandona. Sorpreso nuovamente a rubare automobili, Charles, ormai maggiorenne, viene incarcerato per tre anni nella prigione di San Pedro, in California.
Nel 1958 viene rilasciato sulla parola, ma solo un anno dopo viene di nuovo accusato di frode e furto. Riesce però a farsi rilasciare convincendo una donna a confessare di aspettare un figlio da lui. A Charles viene assegnata la libertà vigilata, ma dopo aver violentato due donne, viene arrestato e condannato a dieci anni nel penitenziario di McNeil Island a Washington. 
Il 21 marzo 1967, viene rilasciato e si trasferisce a San Francisco, dove fonda una comune.
Dopo un’infanzia difficile per i rapporti con la madre, i soggiorni forzati in istituti di recupero o in vere e proprie carceri, e l’uso costante di droghe, Manson, percorrendo le strade della California su di un furgoncino nero, riunisce un gruppo di giovani hippies dediti all’uso di droga, a piccoli furti e all’amore libero, e comincia a guadagnarsi da vivere suonando la chitarra nei night.
E’ il periodo della contestazione giovanile, della rivoluzione sessuale, della emancipazione femminile.
Nel 1968 il gruppo itinerante, chiamato dai sociologi interessati a questa nuova realtà “The Family” – “La Famiglia” -, prende fissa dimora in un ranch situato nei pressi di Chatsworth, in California. Qui Charles, che si è fatto crescere barba e capelli, si atteggia a “guru” della libertà e anarchia assoluta, parlando continuamente del “Giorno del Giudizio”, tanto da dichiarare di essere nato per portare l’Apocalisse.
I contatti con il satanismo Manson sembra averli solo tramite un membro della Famiglia, Bobby Beausoleil, un musicista dedito al culto di Crowley e frequentatore di Kennet Anger, primo ispiratore di Anton La Vey e la Chiesa di Satana.
E’ proprio Beausoleil che nel 1969 uccide Gary Hinman per affari di droga, lasciando scritto su una parete del luogo del delitto la frase “Porco politico”, tracciata con il sangue della vittima.
Per scagionare il compagno Bobby, Manson e i suoi collaboratori decidono di commettere altri omicidi con una tecnica simile, per far ritenere alla polizia che l’assassino sia qualcun altro, ancora in libera circolazione.
Viene così messo in atto il delitto più discusso degli anni ’70: la Famiglia assassina sette persone, fra le quali l’attrice Sharon Tate, la moglie del regista Roman Polanski, incinta di otto mesi; tutte le vittime vengono ripetutamente pugnalate e mutilate, e nella villa di Bel Air del regista, con il sangue di Sharon viene lasciata la scritta “Helter Skelter” utilizzata in un disco dai Beatles con il significato di “confusione”. Fatto, questo, che costa la convocazione di Lennon e Mc Cartney, peraltro senza conseguenze, al processo di Manson.
Pur essendo inizialmente senza molti indizi, se non il sospetto di un regolamento di conti per questioni di droga, con cui molte delle vittime avevano a che fare, la polizia successivamente ottiene le confessioni di alcuni membri della Famiglia e i responsabili, fra cui lo stesso Manson, il 29 marzo 1971, vengono condannati alla pena di morte - poi tramutata in ergastolo in quanto nel 1972 lo Stato della California abolisce la pena capitale.
L’estrema violenza di Manson, il suo disprezzo per ogni norma etica, il modo di vivere della Famiglia e il sensazionalismo di certa stampa ha finito per far indossare al pluriassassino Manson i panni di un eroe della controcultura e di un messia folklorico .
Ed Sanders sostiene che Manson sia stato realmente in contatto con gruppi satanisti e che nel ranch della Famiglia si praticassero riti propiziatori squartando e dissanguando animali e forse ragazzini, ritrovati uccisi in quella zona prima della notte dell’omicidio Tate.
Collegata a questi riti è la passione per gli snuff movies che gli amici di Manson e Polansky si dice condividessero con Manson stesso. Nastri registrati con gente incappucciata e ragazzine minorenni sembra facessero parte della collezione del regista, custodita nella villa di Bel Air e girati personalmente da Manson .
Se non sono totalmente da escludere ipotesi di una finalità a sfondo satanico delle azioni di Manson e compagni, la parte di protagonista in tutta questa vicenda sembra tuttavia svolgerla la droga, piuttosto che una teologia satanica.
Eppure, se Charles non sembra aver troppo riflettuto su Satana e i suoi rituali antecedentemente agli omicidi, nella sua permanenza in carcere dà corpo a quelle voci che vedono in lui un satanista convinto, assecondando quella parte di sbandati, ribelli e antisociali che contribuiscono a “mitizzare” e “commercializzare” quella che non è altro che la figura di un pluriomicida.
Studiosi, giornalisti, giovani fra i quattordici e venticinque anni che non hanno contatti con le organizzazioni del satanismo ufficiale, vedono in Manson l’effige di un satanismo imperante, mentre squilibrati e assassini si ispirano a lui nel compiere gesta analoghe: Manson non rappresenta solo un esponente di Satana, quindi, ma anche un modello per nuovi serial killer.
Già nel giugno 1970, infatti, si ritrova il primo emulatore delle gesta di Manson : Steven Hurd, che, a capo di una “famiglia” sullo stile di The Manson’s Family, percorre la California rubando e uccidendo. Il delitto più grave vede il gruppo sequestrare una maestra di scuola, trascinarla in un bosco e squartala per offrire ritualmente a Satana le parti del suo corpo, prima di mangiarle. 
Nello stesso anno viene rinvenuta strangolata una ragazzina di quindici anni, Janet Stevens, ritrovata con in bocca un ritaglio di giornale raffigurante Charles Manson.
Nel ’71 a Miami, Kim Brown di ventidue anni uccide con cinquanta coltellate un amico di sessantadue anni, dichiarandosi convinta sacerdotessa di Satana; nel medesimo anno, nel New Jersey, Mike Newell, un giovane di vent’anni, nella convinzione di eseguire un infallibile rituale satanico che attraverso la sua morte lo avrebbe messo alla testa di quaranta legioni di demoni, persuade due suoi amici a legargli con nastro adesivo mani e piedi e a spingerlo in un profondo stagno, dove, invece delle legioni, trova solo la morte. 
Nel febbraio del 1971, a Stoccolma si viene a conoscenza di una setta dalle vesti nere che adora in una chiesa sconsacrata un crocefisso ricoperto di pipistrelli morti, con a capo un ex sacerdote che dichiara di voler vivere come Manson; ancora nel ‘71, durante l’inverno, in Germania viene ritrovato con la scritta “Manson” dipinta sul petto con della vernice rossa, Ulrich Nacken, un ragazzo di vent’anni aggredito, denudato, legato a un albero e lì lasciato morire assiderato.
Nel 1974 si forma, in California, la Symbionese Liberation Army, un gruppo capeggiato da un “guru” fanatico, perloppiù formato da donne, che celebra riti esoterici e si rende colpevole del rapimento di Patricia Hearst
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