Sgombriamo subito il campo da ogni possibile dubbio o frainteso.
Qualsiasi operazione magica, sia che unisca due persone, sia che le divida, sia che le impetri il male è un maleficio, ovvero un “operazione” che si avvale dell’intertevento di forze del male e negative.
Quella che apparentemente sembra una “azione positiva”, ovvero legare due persone, costringere ad un ritorno, in realtà è un maleficio a tutti gli effetti, in quanto “forza” la volontà e gli eventi.
L’arte di comporre e rendere efficace un maleficio è assai rara, anche se abbastanza diffusa, perlomeno nei tentativi di applicarla.
Nella sola Italia sono migliaia gli operatori che si dichiarano in grado di fare un maleficio, un rituale, asserendo di avere la padronanza dell’arte: e non è raro vedere operatori che offrono anche il “fai da te” per poche decine di euro.
Altri invece praticano i rituali a fior di centinaia e di migliaia di euro non assumendo su di loro nessun rischio.
Ma la vera arte di preparare e rendere efficace un maleficio, la cosidetta fattura, è davvero rara. In genere chi la pratica e la sa praticare non si fa grande pubblicità, spesso chiede di essere pagata per il servigio a risultato ottenuto.
Ma come funziona un maleficio?
Innanzitutto esiste un “volt”, una sorte di bersaglio (che quasi sempre poi costituisce il vero maleficio e rappresenta il “testimone del maleficio”) sul quale l’operatore esercita la sua “operazione magica”.
I volt possono essere di qualsiasi tipo: dalla candela, al limone, al cuore di un animale, alla testa di un animale, da un feticcio in stoffa ad una pergamena.
Nell’ambito della “tipologia” di maleficio che si vuole comporre e a seconda della ritualistica si scegli il “volt”.
Nell’ambito della tipologia dei malefici esistono quelli per contatto (il volt deve venire in contatto in qualche modo con la vittima), oppure per ingestione (tipo polveri, filtri, sangue mestruale), oppure per putrefazione (putrefazione del volt) oltre ovviamente quelle tipicamente dette a distanza.
Ad esempio per una “legatura” tra due persone si usano a preferenza delle statuine di cera contrapposte (maschio e femmina). Le stesse statuine possono essere usate per dividere due persone ma in questo caso, ovviamente, cambia il rituale.
Ma per legare due persone si può usare anche qualche rituale per “ingestione” come polverine particolarmente “caricate” allo scopo, oppure qualche liquido da far bere alla vittima, come il sangue mestruale. Per dividerle invece si può usare quella per contatto, come polveri ( polvere di cimitero, limatura di chiodi di bara, segatura di bara ecc. ) cosparse sul pianerottolo dove abita la vittima, oppure dei liquidi ecc.
L’uso del limone è frequente come anche l’aglio (soprattutto maschio): oltre ad essere “malleabile” e quindi ideale per conficcare spilli e aculei, tende a marcire, rendendo quindi il maleficio progressivo via via che procede la sua putrefazione.
Questa tipologia di “fatture” rientra in quella per putrefazione: il volt marcisce e la fattura prende “corpo” ossia si rende efficace.
Le fatture, abbiamo accennato, possono essere d’amore, d’odio, di vendetta, “a morte”, per provocare incidenti, per separare due persone, per rovinare matrimoni ecc.
In ogni caso si rende quasi indispensabile alla ritualistica la possibilità di avere qualcosa che appartiene o è appertenuto alla vittima: un fazzoletto, un indumento intimo, una bracciale, una collanina, dei capelli, dei peli, delle unghie e in mancanza una foto.
Il materiale appartenente alla vittima viene in qualche modo “inglobato” nel volt che in ogni caso la maggioranza degli operatori “battezza” come vittima.
Il battesimo del volt è un altro passo importante : in moltissime zone d’Italia il battesimo avviene proprio secondo il rito del battesimo cattolico, con tanto di olio catecumeno e crisma e acqua lustrale (l’acqua benedetta della notte di Pasqua!).
Una volta inglobato il materiale della vittima nel volte, si procede al “battesimo” dello stesso e a quel punto il volt è pronto per ricevere “il maleficio”, ovvero il rituale.
Importantissimi come materiali della vittoma sono soprattutto capelli, peli e unghie: non per niente è usanza presso i nomadi di seppellire di nascosto le unghie e i capelli una volta tagliati, proprio per evitare che finiscano in mano sbagliate e possano servire per eventuali malefici.
Altri elementi importanti per la ritaulistica sono gli incensi e gli oli.
La scelta degli incensi è particolarmente delicata e procede secondo la tipologia del rituale: ad esempio nel caso che il maleficio serva a dividere una coppia si usa in prevalenza “l’assefetida” un incenso dall’odore aspro e maleodorante. Si usa soprattutto con le statuine contrapposte, poste di spalle e nelle quali è stato inglobato il materiale delle vittime.
Alcuni rituali prevedono che le statuine siano fumigate per un intera notte con l’assefetida.
Lo stesso incenso è usato per provocare impotenza o blocco sessuale.
Mentre per le legature è usato a preferenza incenso di rose, il patchoulli e nei casi più restii o nel quale si possono prevedere particolari recalcitrazioni anche lo storace.
Anche gli oli sono di fondamentale importanza, soprattutto se la ritualistica avviene con volt di cera (come feticci, statuine, falli ecc.): anche nelle fatture con i limoni gli oli sono importanti.
Ovviamente ogni rituale ha i suoi “accessori” che possono essere spilli, spilloni, aculei, chiodi, nastrini, pergamente, penne di gallina ecc.
Ma la cosa che più conta in un rituale o maleficio è la “volontà” e il cosidetto “comando” dell’operatore.
Il “comando” può essere inteso come una sorte di “potere” che in genere viene tramandato: ad esempio nel sud Italia le fattucchiere in punto di morte devono decidere a chi affidare “il comando” compreso i segreti, i trucchi, le formule e i cosidetti “libri”, ovvero quei quaderni pieni di appunti e formule tramandati da decenni.
La volontà dell’operatore, per quanto forte, non può sostituire “il comando”: se l’operatore è sprovvisto del “comando” può solo generare colpi di ritorno su di se o su chi ha ordinato maleficio e spesso ottenere sulle vittime l’effetto contrario.
Cosa che non è infrequente ai gionrni nostri a causa dell’imperizia, o stravaganza, degli operatori o della diffusione del “fai da te”.
Il maleficio viene confezionato recitando un formulario che è un pò la consacrazione dello stesso: spesso il rituale si divide in due parti. La prima è la preparazione, il battesimo, la consacrazione del volt vero e proprio seguito dal rituale vero e proprio e poi dalla cosidetta “attivazione” che nella maggioranza dei casi avviene con la sepoltura della fattura o dell’ingestione del preparato (come il mestruo) da parte della vittimaa, o del suo contatto con qualche preparato.
Alcuni operatori poi usano tre tipologie di maleficio contemporanemente: quello per contatto o ingestione, quello per putrefazione e quello a distanza. Spesso le tre tiplogie di ritauli sono preparati a distanza di pochissime settimane l’uno dall’altro per significare il naturale rinforzo del precedente.
Un limone ad esempio, una volta consacrato (inglobamento materiale organico della vittima) e battezzato, può essere trapassato da spilloni, aculei, attraversato da nastrini annodati ( questa rientra nella tipologia delle fatture per annodamento) mentre si fumiga con l’incenso adatto e si recitano forumule particolari e la volontà e l’attenzione dell’operarore è concentrato sul volt come se fosse davvero la persona.
Finito il “lavoro” sul volt si procede alla sua attivazione: nel caso del limone spesso va sepolto non lontano dalla vittima, in un posto dove sia difficile ritrovarlo, e li marcire.
E’ usanza spesso controllare il limone: se è diventato di un colore grigio cenere l’operatore proclama che la fattura sta agendo, se invece diventa nero e la putrefazione procede lenta l’operatore asserisce che la fattura difficilmente darà i risultati sperati.
Altra tipologia di fattura, abbiamo detto, è quella per annodamento: spesso gli operatori danno ai clienti dei nastrini “consacrati” da annodare mentre si recitano particolari formule e poi usano farli seppellire.
Esistono un infinità di rituali, diffusi grazie anche al tentativo di imitazione della magia “estera”, tipo quella brasilina, cubana, africana. Spesso quelli fatti da operatori mediocri o con il fai da te, sono i rituali che producono esattamente il contrario di quello che si prefiggono oltre ad attirare una serie esponenziali di negatività su chi li pratica o li ha ordinati.
Effettivamente sono pochi quelli in grado di realizzare rituali efficaci: e anche in questi pochi casi è bene che si sappia che gli effetti sono letteralmente devastanti, anche se gli scopi primari vengono raggiunti.
E spesso, comte tratteremo in un altro articolo, basta una “semplice” maledizione per avere effetti devastanti e inimmaginabili
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