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EMILY ROSE

Quando nacque Annelise Michel, meglio conosciuta, con la recente trasposizione cinematografica della sua storia, come Emily Rose, nel 1952, nessuno avrebbe mai immaginato la terribile vita e l’atroce morte, che la povera ragazza, avrebbe dovuto affrontare ventiquattro anni dopo…

L’incredibile storia di Annelise, una giovane ragazza tedesca, inizia all’età di sedici anni. Fino a quel momento la giovane, ebbe un’esistenza serena, dedita allo studio e alle classiche attività religiose di una buona cristiana. 
Nell’autunno del 1968, si manifestarono in lei strane crisi epilettiche, mai avute prima, cadendo in stati convulsivi indomabili che nessun farmaco somministratole, riuscì a placare.
Il periodico manifestarsi di tali stadi, accompagnati da profonda depressione emotiva, spinsero la giovane a raccontare che, spesso, durante le sue preghiere, era solita avere delle visioni. Puntualmente queste manifestazioni, sfociavano nello stato catatonico in cui poi cadeva, vittima di strane creature demoniache che le ripetevano frasi agghiaccianti come “Bollerai all’inferno!”

Passarono altri anni, fino al 1973 quando i genitori della povera ragazza decisero di rivolgersi al parroco della loro chiesa per chiedere un esorcismo, poiché nessuna delle cure ebbe esito positivo.
La risposta della chiesa fu un secco no!
Le motivazioni furono imputate all’inclassificabilità del fenomeno nella sfera delle possessioni demoniache. Alle manifestazioni convulsive della giovane, mancavano infatti, elementi essenziali, a detta della chiesa, perché potesse essere sottoposta ad un esorcismo.
In Annelise non c’era avversione per i simboli sacri, non aveva la capacità di parlare lingue arcaiche e/o sconosciute dal soggetto, non si manifestavano capacità “paranormali” tipiche degli indemoniati come la levitazione e la telecinesi.
L’apporto del parroco fu allora quello di suggerire alla famiglia di continuare, affidandosi ai medici esperti, le cure psichiatriche.

Ma più il tempo passava più il comportamento di Annaliese non cambiava, anzi, un disgustoso peggioramento del suo stato, la spinse a passare molto tempo sdraiata per terra cibandosi di ragni, insetti, strappandosi i vestiti, ferendosi da sola e bevendo la sua stessa urina. In vista del precipitarsi della situazione, il parroco, ormai convinto e pieno di rammarico, decise, nel 1975, di chiedere al Vescovo Josef Stangl di prendere visione del caso ed acconsentire affinché lui stesso, insieme a Padre Arnold Renz, esercitassero un esorcismo sulla ragazza.

L’esorcismo avvenne con il rito canonico risalente al 17° secolo conosciuto con il nome di “Rituale Romanum”. I sacerdoti furono però costretti a ripeterlo più e più volte, poiché la ragazza mostrava avere dentro di sé più demoni e non uno solo. Alla fine, Annelise riuscì a riprendere una vita semi normale, completando gli studio presso il liceo della sua città. Le manifestazioni demoniache però, non terminarono, il loro ripetersi fu soltanto affievolito dagli esorcismi continuamente praticati su di lei. 
Questo continuo rituale causò nella ragazza, delle fratture alle ginocchia a causa del continuo genuflettersi durante la pratica esorcistica, inginocchiandosi centinaia a e centinaia di volte. Ogni settimana, il rito diventava sempre più difficile da ripetersi poiché la ragazza, con una forza innaturale, necessitava addirittura di più uomini per essere tenuta ferma. Divenne inoltre, inappetente, oltre a cadere sovente in paralisi momentanee e stati di incoscienza.

Il precipitarsi delle sue condizioni fisiche sfociò in una terribile polmonite. Il 30 giugno del 1976 Annelise non aveva neanche più la forza di inginocchiarsi. Chiese allora l’assoluzione al suo esorcista e, il giorno dopo, viene trovata morta.

La strana morte della giovane, comportò l’apertura di un’indagine per omicidio ed omissione di soccorso, ai danni dei genitori della ragazza e dei due sacerdoti coinvolti nelle pratiche di esorcismo.
Un ruolo fondamentale ebbero i medici che seguirono in cura la ragazza durante i primi anni della sua malattia, i quali confermarono che le manifestazioni in esame erano da attribuirsi ad un comportamento psicotico della ragazza e non a cause demoniache o sovrannaturali.
La diagnosi dei medici fu: epilessia del lobo temporale.

Alla fine dell’inchiesta, Josef e Anna Michel, genitori della ragazza, e i due sacerdoti, vennero condannati per omicidio colposo per negligenza e omissione di soccorso, a sei mesi di carcere. 
La corte ritenne che gli accusati avrebbero dovuto aiutare la ragazza, esortandola e, se fosse stato necessario, costringendola a sottoporsi a trattamenti clinici.
I sacerdoti furono accusati di aver convinto la ragazza, con il loro comportamento, a ritenersi posseduta, fino a rifiutare le cure cliniche. 
Poco dopo il verdetto, una commissione di vescovi tedeschi decretò che il caso di Anneliese Michel non poteva definirsi di "possessione". 
Undici anni dopo la morte, il corpo di Annelise venne riesumato per accertare che il decesso fosse stato causato da morte “naturale”.

Il caso sembra chiuso e fine a sé stesso, ma molto spesso situazioni simili a questa, si riscontrano in pazienti affetti da attacchi di epilessia del lobo temporale. Tale malattia provoca una sensazione di distacco dalla realtà, allucinazioni visive o acustiche transitorie, comportamento aggressivo, senso di spersonalizzazione, false sensazioni, turbe emotive e paranoia.

La possessione demoniaca, per fortuna non così diffusa, ha caratteristiche simili nel comportamento del paziente, ma diverse da un punto di vista soprannaturale. Infatti si escludono dalla categoria degli indemoniati tutte quelle persone si giustificano dicendo che sono stati costretti o spinti dalle mani del diavolo, a compiere delitti o azioni malvagie, ai danni di innocenti.
Posso invece catalogare come possibili indemoniati quelli che, come classifica anche la Chiesa, dimostrano strani ed inequivocabili comportamenti come:

- avversione ad oggetti e simboli sacri o consacrati (crocifissi, libri di preghiere, acqua santa, ostia consacrata), con la conseguente capacità di distinguere quelli consacrati da quelli non ancora consacrati, a completa insaputa del presunto indemoniato (ad esempio, la capacità di distinguere acqua consacrata manifestando reazioni estreme, e mantenere un comportamento equilibrato di fronte ad acqua normale).

- Capacità di esprimersi e parlare una lingua antica o comunque ignara al soggetto in situazione di non possessione.

- Resistenza a qualsiasi psicofarmaco o sonnifero solo durante la possessione

- Forza fisica straordinaria durante la possessione.

Un elemento citato spesso nelle interviste di Padre Amorth riguardo alle caratteristiche degli indemoniati:
"Non c'è dubbio che siano i giovani i più colpiti da Satana. Pure gli anziani, quando vengono da noi, sono stati colpiti quasi sempre da giovani. Anche perché la causa principale della possessione, nel 90% dei casi, è il maleficio: ovvero un male commissionato da un'altra persona a un mago legato a Satana. E i giovani sono per natura più esposti alle vendette, per esempio, cosi come più curiosi delle pratiche occultistiche, tipo sedute spiritiche o sette sataniche".
Non esistono testimonianze riguardo certe pratiche svolte da Annelise, né di persone che avrebbero potuto maledire la ragazza.

La complessità della nostra mente, un labirinto ancora tutto da percorrere, ha sempre bisogno di essere toccato con cura e guidato nel modo più equilibrato possibile. Ciò non vuol dire che il diavolo non esista, anzi, è un’entità fine, da non sottovalutare e da trattare con il dovuto rispetto, per non esserne vittima innocente…
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IL FANTASMA DI JOYCE

La signora Andrews, in visita alla tomba della figlia Joyce morta a 17 anni, decise di scattare una foto alla lapide. 
Al momento dello scatto, stando a quanto sostiene la signora, nessuno era presente accanto alla tomba; ma una volta sviluppata la fotografia risulta chiaramente visibile l’immagine un bambino seduto sulla lapide, che per altro sembra osservare chi scatta la foto. 
La signora sostenne con estrema convinzione di non aver mai visto il bambino prima di allora, ma un esperto del paranormale, tale Tony Healy, visitando il cimitero per indagare sul caso scoprì l’esistenza delle tombe di due bambine molto piccole nei pressi di quella di Joyce Andrews
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LA PRIGIONE DI ALCATRAZ

La prigione di Alcatraz sorge in cima a un promontorio desolato nel mezzo di un oceano selvaggio . La sua struttura di acciaio e cemento armato e avvolta da una fitta nebbia e umida , diciamo in tutto questo che non e un posto a fatto accogliente in particolare per i detenuti che sono stati condannati in questa prigione , la sua storia e piena di terrore e incubi . La fortezza e stata costruita nel 1853 , da Larem , il luogo fu visto come una cosa inospitale , e dopo un di tempo una frana casuale uccidesse le prime persone. La fortezza fu usata come prigione militare la prima volta nel 1861, le celle erano di un degrado impressionante , senza acqua e riscaldamento e le malattie e morte , erano in abbondanza . Nel 1934 la prigione poi fu usata per i criminali della zona il primo a essere detenuto fu Frank Bolt il primo civile di tutta la storia di Alcatraz che prese una condanna per 5 anni per sodomia. Ma il recluso famoso della storia fu al Capone che entro dentro il carcere con il numero 85. La vita come detenuti dentro il carcere era molto brutale le guardie facevano avanti e indietro per tutto il tempo con molta rabbia e chi non rispettava le regole veniva buttato dentro le celle scure per qualche settimana senza aria e luce, tanto che molti detenuti arrivavano a suicidarsi al posto di fare quella vita da bestie. Le guardie picchiavano i detenuti anche dentro le celle e qualcuno veniva buttato fuori contri gli scogli da un mare implacabile, oltre tutto anche la fuga dal carcere era quasi impossibile . Per molto tempo la prigione e stata considerata molto sicura d” America , tanto che oggi molti turisti pagano per visitare il posto e conoscere tutti i suoi lati oscuri e il terrore vissuto dentro quella prigione . Oggi le celle e i corridoi vuoti ricordano il dolore delle persone di un tempo rinchiuse dentro il carcere, tanto che gli spiriti che infestano la prigione si rilevano molto tempo prima che essa fosse chiusa . Dal 1946 al 1963 le guardie udirono spesso dei rumori di geniti e singhiozzi provenienti dalle celle ormai vuote, molte volte le stanze e i corridoi si riempivano di fumo tanto che facevano scappare via le guardie per non soffocare, dopo un tempo rientravano il fumo era scomparso . Negli anni quaranta durante un ricevimento di natale tenuto nel abitazione del direttore del carcere le guardie vedono una cosa veramente paurosa una apparizione di un uomo in abito grigio . La sala divento molto fredda anche il fuoco della stufa si spense , e quanto le guardie erano immobilizzate da terrore lo spettro scompariva. Oggi i corridoi del carcere di Alcatraz sono identificati con delle lettere , in particolare la lettera D , La cella 14 e molto fredda anche quando la temperatura al massimo arriva a venti gradi elevata, e i visitatori percepiscono delle sensazione di brividi . Nella cella 12 invece i turisti avvertono una sensazione come se qualcuno li osservi . Un spettro maligno che si nasconde in quel luogo avrebbe cinto con le sue dita il collo di molte vittime sventurati. I tutto ora i ranger che lavorano dentro la prigione sentono delle urla , e rumori provenienti da tutti i corridoi del carcere celle che sbattono in maniera misteriosa . Un investigatore privato da una analisi svolta disse che dentro il carcere si percepiva sensazioni di dolore sconcerto , paura e collera, da parte delle ingiustizie ricevuti dai condannati. Oggi il posto e visitato da tantissimi turisti e giusto fare un pensiero alla prigione di Alcatraz e tutti i misteri e i dolori provati in quel posto da non dimenticare 
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FANTASMA NEL TUNNEL DELLA 2A GUERRA MONDIALE

Un'incredibile apparizione di un fantasma è stata registrata questa settimana durante una visita a vecchi tunnel della Seconda Guerra Mondiale sulle montagne del Giappone. La videocamera dell’operatore, giunto ai livelli inferiori del tunnel, all’improvviso ha cominciato a funzionare male. Anche strani EVP (fenomeni di voce elettronica) sono stati registrati durante la ripresa. Se si ascolta molto attentamente, è possibile distinguere una voce che durante il video dice un paio di volte la parola "closer". Questi tunnel non sono aperti al pubblico.

Un piccolo gruppo di ingegneri è stato inviato in queste vecchie gallerie della Seconda Guerra Mondiale per verificare i livelli di radiazione dopo la tragedia di Fukushima. I tunnel sono a parecchie miglia di distanza dai reattori nucleari danneggiati. La parte più profonda del tunnel è di circa 1500 piedi e può essere raggiunta attraverso vari scivoli in legno che conducono verso il basso. Questi tunnel sono stati utilizzati per lavori di estrazione mineraria, prima che il Giappone usasse come rifugi nella Seconda Guerra Mondiale. I livelli di radiazione rilevati nei tunnel sono in quantità minima, non dannosi per l'uomo, ma abbastanza alta per svegliare gli spiriti dei soldati di un lontano passato
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ISLA DE LAS MUNECAS, L'ISOLA DELLE BAMBOLE

Assai terrificante è la storia di un'isola messicana, che si chiama Isla de Las Munecas, Isola delle bambole. Si trova tra i canali di Xochimilco, in Messico, nel cuore dei vecchi canali aztechi.
Nel 1950, un uomo di nome Don Julian Santana Barrera ha fatto della piccola isola la sua casa, ma poco dopo il suo arrivo ha riferito di sentire la voce di una bambina che si dice sia annegata lì mentre giocava con i suoi 2 amici. Così, dopo questa esperienza terribile, Don Julian ha cominciato a portare le bambole nell'isola, appendendole agli alberi per far sì che la ragazzina, o meglio il suo fantasma, potesse continuare a giocare e placare la sua ira. Ha portato tantissime bambole in quest'isola maledetta, appendendole a ogni albero che trovava. In realtà le bambole servirebbero anche per esorcizzare alcuni antichi spiriti maligni che vagano sul canale. La gente del posto sostiene infatti che nel corso del tempo le bambole si caricano dell'energia della ragazza e degli altri fantasmi che abitano l'isola, e molti di quelli che sono passati per l'isola di notte hanno visto le bambole prendere vita, muoversi e parlare. Nel 2001 Don Julian è stato trovato morto, a faccia in giù in acqua nello stesso punto in cui era annegata la bambina. Da allora, chiunque visiti l'isola, è incredibilmente invitato dalle guide turistiche a portare una bambola con sè, e a lasciarla sull'isola, altrimenti gli spiriti che infestano Isla de Las Munecas non lasceranno mai andar via l'incauto viaggiatore .
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POSSESSIONE DI CLARA

Nel 1906, Clara Germana Cele era una studentessa cristiana presso la Missione di San Michele a Natal, in Sud Africa. Per chissà quale ragione, Cele pregando fece un patto con Satana, quando aveva sedici anni di età. Pochi giorni dopo, cominciò ad essere preda da strani sintomi. Cominciò ad esempio ad essere respinta dai manufatti religiosi come le croci, riusciva a parlare e a comprendere più lingue, di cui non aveva alcuna conoscenza precedente, e divenne infine chiaroveggente verso i pensieri e la vita delle persone intorno a lei.

Le suore che hanno partecipato all’esorcismo della ragazza hanno riferito che, durante il rito, essa produceva suoni orribili, quasi animaleschi; non da meno la videro levitare fino a 3 metri di altezza. Cele tentò inoltre di strangolare uno dei sacerdoti con la stola, e più di centosettanta persone testimoniarono di averla vista sospesa per aria, come avevano riferito le suore. Nel corso di due giorni, i riti di esorcismo ha scacciato con successo gli spiriti oscuri dal suo corpo.
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MEDAGLIA DI SAN BENEDETTO DA NORCIA

La Medaglia di San Benedetto da Norcia: guarigioni e protezione dal demonio.
Le origini della medaglia di San Benedetto sono antichissime. Papa Benedetto XIV ne ideò il disegno e col “Breve” del 1742 approvò la medaglia concedendo delle indulgenze a coloro che la portano con fede.

Sul diritto della medaglia, San Benedetto tiene nella mano destra una Croce elevata verso il cielo e nella mano sinistra il libro aperto della santa regola. Sull’altare è posto un calice dal quale esce una serpe per ricordare un episodio della vita del Santo: San Benedetto con un segno di Croce, avrebbe frantumato una coppa contenente il vino avvelenato datogli dai monaci attentatori.

Attorno al diritto sono coniate queste parole “EIUS IN OBITU NOSTRO PRAESENTIA MUNIAMUR” (Possiamo essere protetti dalla sua presenza nell’ora della nostra morte).

Sul retro della medaglia, figura la Croce di San Benedetto e le iniziali dei testi. Questi versi sono antichissimi. Essi appaiono in un manoscritto del XIV sec. a testimonianza della fede nella potenza di Dio e di San Benedetto.

La devozione della medaglia o Croce di San Benedetto, divenne popolare intorno al 1050, dopo la guarigione miracolosa del giovane Brunone, figlio del conte Ugo di Eginsheim in Alsazia. Brunone, secondo le cronache del tempo, fu guarito da una grave infermità, dopo che gli fu offerta la Croce di San Benedetto. Dopo la guarigione divenne monaco benedettino e poi Papa: è San Leone IX, morto nel 1054.

Tra i propagatori bisogna annoverare anche San Vincenzo dè Paoli.

Numerosi sono gli effetti benefici attribuiti alla stessa: guarigioni, protezione contro il demonio, grazia di una santa morte.

Ma attenzione, la medaglia non è un talismano che annulla le prove della nostra vita, ma un mezzo che ci aiuta a superarle.

Le parole scritte intorno alla Croce sarebbero sostanzialmente le stesse che San Benedetto pronunciò rispondendo alla tentazione del demonio.

Possiamo farle nostre in uno spirito di fede, sapendo che la Croce di Cristo è pegno della nostra vittoria e della nostra salvezza.

Questa medaglia è un sacramentale della Chiesa cattolica, un segno sacro dal quale sono ottenuti effetti, grazie alla preghiera della Chiesa.

Per trarre benefici da questa preghiera e da questa medaglia, non basta farla benedire e “appenderla” al collo come se fosse un portafortuna: i benefici che speriamo di ottenere sono proporzionati alla crescita della nostra fede e della nostra fiducia in Dio, guidati dall’esempio di San Benedetto, celeste patrono del continente europeo.
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CROCE ROVESCIATA

L'origine di questo simbolo viene dalla tradizione cattolica di San Pietro che fu crocefisso a testa in giù, come detto da Origeni di Alessandria.Si crede che Pietro chiese questa forma di crocefissione perché non si sentiva degno di essere crocefisso nello stesso modo di Gesù. Allo stesso modo, alcuni cattolici usano questo simbolo come segno di umiltà e indegnità di essere paragonati a Gesù. Secondo la Chiesa il Papa è il successore di San Pietro come Vescovo di Roma pertanto, il papato è spesso rappresentato da simboli che vengono utilizzati anche per rappresentare San Pietro.

Anche la Croce rovesciata dunque è un simbolo che rappresenta il Papa quindi il metterla sulla cattedra sulla quale siede è corretto,come fu fatto nella celebrazione di Giovanni Paolo II sul monte delle Beatitudini in Israele nel 2000.

E' VERO CHE I SATANISTI USANO LA CROCE ROVESCIATA COME SIMBOLO MA QUESTO COSA SIGNIFICA?CHI USA LA CROCE DI SAN PIETRO DIVENTA AUTOMATICAMENTE COME LORO?SE CIO' FOSSE VERO NON DOVREMMO PIU' USARE LE OSTIE DATO CHE I SATANISTI,PURTROPPO,NELLE MESSE NERE LE USANO PER FARE SACRILEGIO!
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MAGIA DEL CAOS

La Magia del Caos, o Chaos Magic, nasce intorno agli anni ’70 del secolo scorso, e si ispira a vari campi non necessariamente di origine “mistica”, ovvero include sì le basi di Stregoneria e Magia cerimoniale, ma anche teorie scientifiche e la sperimentazione scientifica, la matematica, perfino la fantascienza, le religioni del mondo ed in particolare lo sciamanesimo moderno. In sostanza è una forma di Magia Rituale, con la quale il praticante, utilizzando diverse tecniche, si prefigge di raggiungere determinati scopi individualistici: possiamo dire che le persone facenti parte di questa catena magica, fanno uso di pratiche che riequilibrano la realtà trasformandola in un qualcosa di nullo, appunto un caos, per poi plasmarla a proprio piacimento, o più che altro, vantaggio. In ogni caso la Magia del Caos è, ed il fatto non sorprende, la meno organizzata branca della Magia.
Per sintetizzare, la Magia del Caos si basa sulla seguente teoria: la mente cosciente non è direttamente in grado di operare azioni magiche, anzi, essa costituisce un impedimento stesso alla Magia. Invece è la mente subconscia che opera azioni portentose, ed è dunque necessario fissare in quest’ultima l’intento magico, così il subconscio potrà “inconsapevolmente” manipolare le energie eteriche in modo da provocare il risultato voluto.
Questo modello teorico può essere agevolmente utilizzato per qualsiasi forma o tecnica magica. La Stregoneria Sciamanica, ad esempio, implica la possibilità di un collegamento diretto con il subconscio del Mago, spezzando le barriere della realtà cosciente attraverso discipline estreme e/o sostanze psicoattive. Un altro esempio è fornito dalle complesse tecniche della Magia Rituale, le quali sarebbero realmente efficaci solo nel caso in cui il subconscio è addestrato a riconoscere automaticamente il simbolismo del sistema adottato, in maniera da agire inconsapevolmente sulla realtà.
Una delle caratteristiche peculiari della Magia del Caos, è il saper fondere in un unico rituale tecniche provenienti da ambiti e tradizioni anche tra loro apparentemente distanti, persino contrastanti, in un Atto Magico che sembrerebbe, appunto, molto caotico. Un rituale potrebbe essere architettato partendo da un testo lovecraftiano, per continuare con pratiche di Stregoneria e chiudersi con un atto tantrico tibetano, ed esserci a presiedere una Forza Divina del pantheon nordico.
I praticanti della Magia del Caos tendono ad essere fuori da ogni schema. Per essi le visioni del mondo, le credenze, le opinioni, le abitudini e persino le differenti personalità, sono strumenti che possono essere scelti e cambiati in modo arbitrario, allo scopo di manipolare e capire il mondo che essi vedono e si creano intorno. I Chaos Magician sono estremi o molto individualisti, e si considerano eccezionalmente tolleranti, tenendo conto del fatto che qualsiasi opinione, anche a loro contrastante, è comunque modificabile.
Infatti, uno dei principi della Magia del Caos è “nulla è vero, tutto è permesso”, utilizzato anche da Friedrich Nietzsche nel suo Così parlò Zarathustra. Anche il «fa ciò che vuoi sarà tutta la legge» di Crowley, è una frase da essi frequentemente fraintesa ed interpretata in senso letterale, col significato di “non c’è una verità oggettiva, quindi qualunque cosa tu voglia fare è giusta”, tuttavia un’interpretazione più precisa è “non esiste una verità oggettiva al di fuori della nostra percezione, in questo contesto tutte le cose sono vere e possibili”.
Tra le varie tecniche abbiamo l’uso dei sigilli (simboli personali creati dai Maghi del Caos) e l’utilizzo degli stati di estasi (lo stato di gnosi) per potenziarli. La tecnica della sigillazione è un metodo molto usato e comune a molte culture, la cui origine si perde nella notte dei tempi. In generale, un sigillo è un geroglifico o simbolo con un significato mistico o magico. Con l’uso dell’immaginazione attiva e di certi “trucchi” per aggirare la mente razionale (come, per l’appunto, i sigilli), si possono infrangere le barriere dell’inconscio con astuzia anziché in modo diretto e quindi in modo molto più facile.
Lo stato di gnosi è invece uno speciale stato di coscienza che, nella teoria magica, è ciò che è necessario per lavorare con molte forme di Magia, ma in questo caso il concetto devia dalle vecchie teorie che descrivono energie, spiriti o atti simbolici come sorgente dei poteri magici. Esso si raggiunge quando la mente di una persona è focalizzata su un solo punto, pensiero od obiettivo, e tutti gli altri pensieri sono eliminati. Ogni Caote, Caoista o a volte Caosita, sviluppa i propri personali metodi per raggiungere lo stato di gnosi, e tutti questi metodi si fondano sulla teoria secondo cui, ogni pensiero sviluppato durante lo stato di gnosi, influenza la mente inconscia, che influenza in seguito la realtà riuscendo così a raggiungere lo scopo magico prefissato.
Anche le parole sono parte della loro tecnica magica, nella creazione di un mantra magico, mediante lettere ricavate dall’intenzione del praticante: il potere della parola è un fattore comune a molte tradizioni magiche, ma una volta esso creato, le lettere devono essere riorganizzate in modo casuale seguendo le disposizioni della propria fantasia, per ottenere una serie di parole o frasi senza alcun senso logico, anzi, che possano trascendere la logica. Il loro personale alfabeto sacro, inoltre, permette la costruzione di una frase che tratteggi dettagliatamente l’intento magico, l’eliminazione di lettere ridondanti, e la ricombinazione artistica delle rimanenti lettere per formare un sigillo.

caosLa Magia del Caos risulta un caso unico nel panorama delle tradizioni magiche, in quanto non attribuisce significati particolari a particolari divinità o simboli. Seguendo infatti il principio che qualsiasi cosa può avere significato ed apportare potere magico, i rituali della Magia del Caos possono essere centrati su simboli molto diversi e addirittura bizzarri, come ad esempio uno scarabocchio, un calzino spaiato, una pentola arrugginita… infatti in alcuni casi questo si risolve in temporanei, ma elaborati culti che possono sembrare vere e proprie parodie di tradizioni magiche o della tradizione in generale.
Secondo Spare, che può essere considerato il padre della Magia del Caos, non esiste un potere magico legato ad un qualsiasi simbolo, è solamente la manipolazione del subconscio che rende magico il simbolo. Tuttavia per il praticante è magicamente più efficace un determinato simbolo appartenete alla sua tradizione o cultura. In questo caso, senza coltivare dubbi, ha a disposizione la fede necessaria a far lavorare attivamente le simbologie magiche a lui familiari.
Sigmund Freud e Karl Jung offrono il fondamento teoretico sulla natura subliminale del lavoro sui sigilli, chiarendo che tra la mente cosciente e quella subcosciente esistono delle vere e proprie «valvole di sicurezza»: si tratta di un filtro che elimina dalla coscienza tutti i pensieri, tutti i ricordi e le impressioni giudicate assurde o scomode. Spare chiamava questo filtro censore psichico.
Perciò un sigillo magico utilizza determinati geroglifici per formare una sorta di ponte, una breccia tra la mente consapevole e il subconscio. Queste considerazioni conducono ad assumere un atteggiamento comunque rispettoso nei confronti del tradizionale Talismano magico, nei confronti degli emblemi universali (come i geroglifici planetari o astrologici), che sarebbero utilizzati solo per arricchire uno stratagemma fisico, che fungerà da scaturigine al vero potere rappresentato da quelle simbologie.
Citiamo ad esempio certi rituali in cui un foglietto con sopra impresso il desiderio, l’intenzione, i simboli magici ed altro, è affidato alle fiamme affinché l’idea espressa possa imprimersi nell’etere e nell’inconscio. Un sigillo dunque è una creazione originale ed artistica, prodotta elaborando una frase che esprime un’intenzione magica, infatti Spare concepì ogni atto creativo come un «atto magico estremamente potente». Questa creazione è poi trasformata in una rappresentazione pittorica: il punto è di ottenere un’immagine che possa aggirare l’ostacolo costituito dal censore psichico, per giungere sino alla mente subconscia dove questa diverrà magicamente efficace ed operante.
Come nelle antiche tradizioni magiche un Amuleto (una volta creato) dev’essere in un secondo momento dotato di energia, dall’azione operata dal Mago o dallo Stregone, anche qui viene effettuata tale azione. Questa energia per certuni è uno Spirito, per altri un Dio o un Demone, per altri ancora una vibrazione o forza vitale. In questo caso invece l’obiettivo non è tanto caricare il sigillo (vale anche per il mantra magico che consiste nel recitarlo), bensì caricare la mente per mezzo del sigillo. Quest’ultimo, come abbiamo visto, deve essere fissato nella mente inconscia, e per ottenere tale fissazione o impianto nel subcosciente, occorre dunque lo stato di gnosi, o altresì detto «stato Alpha»: per raggiungere questo stato ci sono tantissime strade possibili, ma la più semplice è quella di tenere l’immagine del sigillo davanti agli occhi per un certo periodo di tempo. A questo punto occorre eliminare ogni pensiero, fare il vuoto mentale senza alcun dialogo interno, senza alcun ragionamento. Nel praticante vi deve essere solo «pensiero puro», il pensiero pre-dialettico: è solamente in questa disposizione straordinariamente efficace che egli può comunicare con il Maestro che è in lui.
Un’ulteriore possibilità di carica è quella di disporre il sigillo su uno specchio e guardare l’insieme «sigillo + specchio» tenendo lo sguardo fisso, senza chiudere mai gli occhi fino a quando si ha l’illusione che il sigillo è scomparso. Si può anche utilizzare un rituale magico preso da qualsiasi tradizione, come una preghiera, un sacrificio, un incantesimo, che saranno comunque adatti allo scopo.
Anche le pratiche sciamaniche, quali la danza, le percussioni ritmiche, o gli sforzi fisici portati sino all’estremo delle forze possono essere validi supporti per raggiungere lo scopo prefisso. In effetti, continuando a seguire il filo di questa interessante teoria, ciò che è realmente importante è giungere al punto in cui si superano gli ostacoli alla comunicazione con la parte più spirituale e profonda di se stessi.
In ultimo, un sigillo il cui significato è ricordato in modo cosciente è un sigillo che non avrà alcuna azione magica. Dunque si deve necessariamente trovare un modo per “dimenticare” il significato che sta dietro un sigillo per farlo agevolmente funzionare. Un metodo per raggiungere questo scopo è di creare il geroglifico e in un secondo momento nasconderlo alla vista dell’operatore per qualche giorno. Quando il significato del geroglifico (e l’intenzione ad esso legata) è stato dimenticato dalla coscienza, allora l’operante si potrà caricare con la sua energia evocativa.
chaostarIl simbolo ufficiale e l’unico riconosciuto della Magia del Caos è la Stella Caote ad otto punte (Caosfera o Ruota del Caos), dato che sintetizza le infinite possibilità di direzione. È formata da un punto da cui si dipartono otto frecce equidistanti, ma comunque ne esistono diverse varianti.
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