Per comprendere il fenomeno del satanismo occorre prima inquadrare l’oggetto principale di questo “movimento”, definendone le caratteristiche e le sue origini storiche. L’oggetto in questione, il fulcro costitutivo del satanismo, è il Diavolo, figura delineata nel quadro delle religioni che adottano la Bibbia come “Testo Sacro”, scrittura rivelata da Dio. Il Diavolo, il “demone per antonomasia”, così come viene descritto da queste religioni (cattolica, protestante, ebraica, ecc.), recupera alcuni tratti caratteristici di tutta una serie di presenze malefiche, demoni e spiriti malvagi che fin dall’antichità accompagnano le avversità, le superstizioni e le paure dei popoli.
Se si segue nel corso della storia la linea tracciata dalla presenza demoniaca nelle varie civiltà, si può osservare che l’identificazione di questa entità come un essere distinto, unico nella sua personalità, è relativamente recente.
Gli Egizi credono in una moltitudine di spiriti malvagi, capaci di causare malattie e danni all’uomo, rappresentati come serpenti, coccodrilli, lucertole, falchi, sciacalli, ed è difficile dire se i demoni ne rivestano solo le forme o si identifichino in essi. Apep, il serpente diavolo della notte e della tempesta, è l’avversario principale del Dio-Sole, ma non è la sola creatura terrificante: una coorte di demoni, nei deserti e nei luoghi nascosti popola le paure di tutte le civiltà dell’antico Egitto.
Gli Arabi credono nell’esistenza di demoni visibili e invisibili: la specie più pericolosa è quella delle Ghoûl, demoni femmina che assalgono i viandanti nottetempo nei luoghi desolati e solitari, quando gli incauti viaggiano senza torce. Anche i Djinn, il cui nome significa gli oscuri, coloro che si nascondono, sono ritenuti responsabili di sventure e malattie, e soprattutto della pazzia, reputata un fenomeno di “possessione diabolica” da parte di queste “presenze malefiche”. Il fatto che certi demoni possano assumere per gli Arabi sembianze di gufi e civette, e che talvolta i Djinn vengano considerati “spiriti dei morti”, sottolinea quali possano essere le radici della tradizione gotica e horror.
La convinzione dell’esistenza di una moltitudine di spiriti appare evidente anche presso i Sumeri, gli Assiri e i Babilonesi, secondo cui gli spiriti malvagi contaminano il cibo e l’acqua, causano incidenti e malattie, possiedono la terra. I testi degli incantesimi sumeri, recuperati dalle scoperte archeologiche, ci permettono di conoscere i nomi dei demoni più importanti, divisi in classi e sottoclassi. Ad esempio l’Alu, al tempo stesso tempesta portata dal vento del Sud e apparizione in parte umana e in parte animale, o Lilitou, incarnazione del vento asciutto e del turbinio della polvere, generalmente considerata come l’origine del terribile spettro notturno menzionato nella dottrina rabbinica dal profeta Isaia come Lilith, “che fu la prima donna di Adamo e che - da lui ripudiata per mancanza di sottomissione- divenne regina dei demoni, l’incarnazione stessa dell’incubo, dalle ali lunghe e tenebrose e dai lunghi capelli sciolti, colei che si aggirava nell’oscurità assistita da diciottomila angeli malvagi, avendo avuto il permesso di assalire sessualmente gli uomini e di risucchiare la vitalità dei bambini” . Da questa figura nasceranno poi l’Empusa greca, otre di sangue capace di assumere sembianze femminili, la Lamia divoratrice di bambini della mitologia romana e la Stryx medievale, colei che la Chiesa cattolica romana e quella protestante identificano come la sposa di Satana.
Nella demonologia babilonese si ricordano gli Shedim, “i Violenti”, demoni volanti e sapienti come gli angeli, ma carnali come l’uomo, che si riuniscono fra le rovine, capeggiati da Asmoday, “Asmodeo” nella tradizione occidentale, famoso per le sue malefatte nel convento delle Orsoline di Loudon nel 1629; e poi Pazuzu, demone alla ribalta cinematografica, grazie al film L’esorcista, del 1973 di William Friedkin e a quello più recente, da poco restaurato e tornato sul grande schermo, di Dario Argento.
Un altro diavolo che compare nella demonologia cristiana è Baal, dio della fertilità per i Fenici, ma Signore della casa degli Inferi, col nome di Beelzebul, “Belzebù”, nei Vangeli di Marco, Luca e Matteo.
Sicuramente un demone importante nella ricostruzione dell’identità di Satana è Azazel, al quale Aronne, nel libro del Levitico, deve offrire, conducendolo nel deserto, un capro su ordine di Jahvé; mentre nel più significativo degli Apocrifi, il libro di Enoch - dove si narra la discesa degli Angeli Vigilanti sulla terra, che invaghiti delle donne umane, rinnegano la loro missione di salvezza - Azazel, il capo degli Angeli Ribelli, viene gettato dall’Arcangelo Raffaele nelle tenebre, sigillato fino al giorno del Giudizio.
La figura del Diavolo biblico, probabilmente, viene anche influenzata dai contatti con la civiltà persiana avvenuti durante l’esilio del popolo ebraico.
Infatti è in questo periodo che compare Satan, il nemico che accusa gli uomini davanti a Dio.
La dottrina persiana pone il male non come aspetto necessario del potere assoluto divino, ma come “principio indipendente, assolutamente separato” . La lotta fra il principio del Bene e quello del Male e le caratteristiche di quest’ultimo, hanno presumibilmente influenzato lo sviluppo definitivo del Satana delle Sacre Scritture: il maledetto spirito di distruzione, menzognero e ingannatore diventa così, verso il secolo IV a.C., nel Libro di Giobbe, “il Tentatore”, “l’Avversario” per eccellenza.
Da non sottovalutare è poi, nella formazione dell’aspetto figurativo del Diavolo, l’influenza esercitata nel rappresentare con un corpo per metà umano e per metà caprino il dio della vita pastorale ed agreste Pan, presente nella mitologia romana e greca, che esprime la libertà sfrenata di una vita senza leggi, e una illimitata pulsione al godimento sessuale nelle forme ludibriche e onanistiche.
E’ nel Libro di Giobbe dell’Antico Testamento che compare per la prima volta il Diavolo, che diventa così parte della verità rivelata da Dio, sulla cui reale esistenza i teologi non possono dubitare.
Secondo la dottrina cattolica, al momento della loro creazione, la maggior parte degli angeli - le creature celesti puramente spirituali -, sceglie Dio come scopo pieno e definitivo della propria esistenza., mentre altri spiriti, in base alla loro libertà creata, operano una scelta opposta; commettono il famoso “peccato degli angeli”, il sentimento di autosufficienza e ribellione che costa loro la perdita della vicinanza a Dio e una conseguente “caduta nell’Abisso” di cui si parla nella Bibbia (Apocalisse 12, 7-8) e nei Vangeli (Lc 10, 18; nella seconda lettera di San Pietro: 2,4; e in Judae 6).
Se è certo l’avvenimento della “caduta”, non sono altrettanto chiare le sue ragioni.
Le ipotesi prospettate dai teologi sono tre: la più diffusa è quella dell’orgoglio e della superbia che fa pensare agli angeli, nel loro egocentrismo, di essere al centro di ogni cosa e di poter essere simili a Dio .
Un’altra ipotesi è quella dell’invidia degli angeli nei riguardi dell’uomo. Gli angeli mal sopportano che l’uomo venuto successivamente sia fatto a immagine di Dio e che Dio stesso abbia a lui sottomesso gli altri esseri creati.
Una terza ipotesi è sostenuta nel sec. XVI da due grandi teologi, il domenicano Ambrosio Catarino e il gesuita Francesco Suarez: il motivo della caduta è sì l’invidia per gli uomini, ma in particolare per il fatto, rivelato in antecedenza agli angeli, che il Figlio di Dio avrebbe assunto la natura umana, e che questi avrebbero dovuto adorare il Cristo. Questa tesi si trova anche nel Paradise Lost di John Milton.
Nella vicenda della “caduta nell’Abisso” un ruolo paricolare gioca la figura di Lucifero, il primo degli Angeli Ribelli, il loro condottiero, colui a cui la tradizione riferisce generalmente come al Diavolo, o Satana, o, ancora, Demonio.
Intorno a lui, uniti da un unico ideale, quello dell’odio contro Dio, si svolge la gerarchia dei demoni, in base al loro potere di agire, che caratterizza la loro individualità.
Secondo i rilevamenti effettuati da Mons. Balducci , riferimenti a queste figure del male si ritrovano nelle Sacre Scritture: Satana, che deriva dall’ebraico e significa avversario, persecutore, accusatore, calunniatore, compare 36 volte; altrettanti sono i riferimenti al maligno come Diavolo, dal verbo ebraico che significa separare, dividere. L’appellativo più usato è, però, “spirito maligno” che conta ben 76 presenze, seguito dalle 63 della voce “demonio” quasi sempre usata al plurale.
In aggiunta a queste esistono altre citazioni dell’attività malefica degli spiriti infernali, per un numero complessivo di 300 nel Nuovo Testamento, mentre nell’Antico Testamento il riferimento al Diavolo è compiuto solo in quattro occasioni (libro di Giobbe 1, 6-12; 2, 1-7; Zaccaria 3, 1-5; libro della Sapienza 2, 23-24; e , naturalmente, Gen. 3, 1-5), probabilmente affinché il popolo israelitico fosse tenuto lontano dall’errore dualistico di vedere contrapposti due divinità votate rispettivamente al male e al bene.
Con il Nuovo testamento Satana si distingue definitivamente dai demoni, eredi degli spiriti maligni orientali, e diviene il “portatore del male per eccellenza”. Il Diavolo, per la dottrina cristiana è il tentatore del Paradiso Terrestre, è colui che influisce negativamente sugli uomini per volgerli al male e contro la legge di Dio.
Egli è sconfitto solo dal sacrificio del Messia, venuto per distruggere le sue opere e sostituire il regno di Dio a quello di Satana.
Giovanni Papini descrive così il Diavolo: il suo odio verso Dio “…non nasce soltanto dal suo primo impulso di fare a meno di Lui, della Sua grazia, della Sua sovranità. Quest’odio è accresciuto, via via, dal sentimento della sua dipendenza eterna, anche dopo la caduta, dal suo Creatore. Se il Demonio è ancora Principe, se gli rimane ancora un potere, un dominio, esso lo deve unicamente alla volontà di Dio che, per i suoi imperscrutabili fini, non lo ha annientato, ma gli ha confidato un regno e un ufficio. La consapevolezza di questa dipendenza lo esaspera” .
Per Corrado Balducci, teologo e demonologo, l’opera del Demonio si manifesta in una attività ordinaria che consiste in un incitamento a peccare, e in una attività straordinaria, che si esplica attraverso l’infestazione locale, l’infestazione personale e la possessione diabolica. La prima di queste ultime tre manifestazioni consiste in una molestia che il Diavolo direttamente esercita sul regno vegetale o animale, per poi arrivare all’uomo; la seconda è una sorta di influenza sulle scelte dell’uomo, o sulle cosiddette passioni. L’ultima, la più pericolosa, è un disturbo tale da soffocare la guida stessa dell’individuo, rendendolo così strumento cieco e docile al suo potere.
Per i teologi, il Demonio, seppure presenza reale, non è un essere al pari di Dio; in quanto creatura, ossia essere creato da Dio, il Diavolo non è un essere divino, non è la parte contrapposta, ma necessaria, del Bene, come vorrebbe una tesi manichea, bensì uno spirito soggetto al potere del Creatore, e come tale, è destinato a una sicura sconfitta nella guerra contro il suo stesso Artefice. Questo elemento è un punto di riferimento per gli uomini, che non devono temere il male e l’azione del Demonio, ma essere partecipi della lotta di Dio, contrastando il Male in tutte le sue forme.
Se queste sono le premesse, risulta chiaro che una società cattolica non possa accettare l’operato di culti cosiddetti “satanici”, dove la figura del Diavolo così delineata è l’oggetto principale della loro dottrina e dei loro rituali, ma cerchi in ogni modo di contrastarne l’esistenza stessa.
2. SETTE SATANICHE: TRACCE NELLA STORIA
Il riscontro nella storia di un culto satanico organizzato in un gruppo che ritualmente, cioè con continuità e secondo regole precise venera il Diavolo, non è facilmente esperibile. Questo per due importanti motivazioni: la prima in quanto si tratta di gruppi che agiscono in segreto, formati da un esiguo numero di persone, e per questo operanti in una “zona d’ombra” della società difficile da scandagliare; la seconda motivazione è data dalla inevitabile limitatezza di una definizione logica di un fenomeno reale, mai perfettamente definibile, non rilevabile in maniera scientifica in quanto riguardante ideologie oltre che azioni umane, e per questo mutevole, sfuggente, polimorfico.
E’ nella consapevolezza di questa evoluzione e mutevolezza dell’essenza di setta satanica e di satanismo, che si percorrono i momenti storici più significativi per la formazione di questi fenomeni, a volte semplici strumenti di accusa verso una parte di società, una religione, un’evoluzione di costumi, o un movimento intellettuale visto come minacciante l’ordine sociale preesistente.
Già verso il 186 a.C., le rivelazioni di una cortigiana affrancata, Hispala, lasciano presupporre l’esistenza di una moltitudine di giovani romani che si riunirebbero nottetempo per celebrare riti orgiastici in tenuta da Baccanti (cioè posseduti dal dio Bacco) con conseguenti sacrifici umani, atti contro natura, sregolatezze di tutti i tipi. Tali dichiarazioni provocano la reazione del Senato e lo scatenamento di una repressione di massa che giunge ad accusare qualcosa come settantamila persone; vi sono pene capitali, condanne, perquisizioni, e un decreto che vieta di celebrare baccanali a Roma.
La presenza di elementi quali la segretezza del rito, il luogo di culto, quasi sempre in ambienti oscuri e sotterranei, l’esibizione di un sacrificio e la raffigurazione del dio con le spoglie di un caprone, ritornano nei secoli successivi in una nuova lettura come caratteristiche di un rito satanico.
Prima ancora di formarsi una vera e propria accusa contro un settarismo satanico, che avviene dall’Undicesimo secolo in poi, si legge negli annali delle cronache del VI secolo dell’Impero Bizantino, di personaggi quantomeno bizzarri, chiamati sàloi, asceti che si fingono folli, che inscenano possessioni diaboliche per le vie, ostentando comportamenti osceni e impudichi, trascinando carogne di animali in mezzo al mercato, bombardando con frutti guasti le donne in chiesa durante la predica. Si tratta di fenomeni al limite tra la provocazione e lo psicodramma, ma i religiosi del tempo non esitano a vedere il Diavolo stesso impersonare un sàlos per sedurre la folla e trovare nuovi seguaci.
Nel IX secolo il nord Europa, fresco della nuova evangelizzazione, conosce nelle isole britanniche e nell’arcipelago scozzese, un ritorno di fiamma di una reazione pagana con tratti anticristiani, proprio verso quei guerrieri, irlandesi, scozzesi o finlandesi, che erano stati convertiti dall’espansione cattolica nelle terre Scandinave. Entrambi le parti, quella dei culti pagani del dio Thor e quella del culto del Dio cristiano, vedono l’altra dedita a pericolose magie e portatrice di divinità maligne.
Più tardi anche ai vertici della gerarchia della Chiesa viene rintracciata la presenza del Demonio: nel 963 Papa Giovanni XII e tre secoli dopo Papa Bonifacio VIII, sono accusati di bere alla salute del Diavolo, di ucc
idere i loro nemici con la complicità dei demoni, e di commettere incesto.
E’ con il sorgere delle eresie che la presenza del Diavolo sembra trovare un posto di primo piano nella società cristiana. All’inizio del secondo millennio trovano consistenza le accuse di complicità con il Demonio mosse dalla cristianità verso i catari, i valdesi, i fraticelli, i bogomili e ogni nuovo movimento religioso che minaccia di minare le fondamenta della cristianità.
Si narra di come “costoro adorino il Diavolo e rinneghino Cristo durante immondi banchetti nei quali si consuma carne umana” . Seguono poi orge incestuose, i cui frutti vengono dati alle fiamme.
Soprattutto i catari, per la loro dottrina dualistica che rifiuta i sacri crismi del matrimonio e degli altri Sacramenti, e per la struttura misterica della loro organizzazione, vengono accusati di aver nominato un “Papa nero”, colpevole di reggere le fila del complotto destinato ad anticipare la venuta dell’Anticristo, e di utilizzare formule e rituali della tradizione ortodossa in senso opposto; si possono qui vedere i prodromi della messa nera, il rituale cristiano eseguito a rovescio utilizzato dalle sette sataniche come evocazione al Maligno.
“Dalle formule rovesciate dei catari alle odierne inquietudini circa i messaggi subliminali rovesciati nascosti negli LP dai gruppi rock a scopo di plagio e proselitismo satanico, si potrebbe tracciare un percorso le cui tappe intermedie sono l’affare dei templari e la caccia alle streghe” .
La fondazione dell’Ordine del Tempio avviene nel 1118. Questo gruppo di cavalieri - monaci - soldati, dalle severissime regole di obbedienza, castità e povertà, gode della protezione papale fino al 1312, allorchè, cinque anni dopo l’ordine di arresto dei cavalieri - emanato da Filippo il Bello in tutto il regno di Francia - e l’inizio del processo, Clemente V sopprime definitivamente l’ordine, ormai peraltro ricchissimo di denaro e proprietà. I Templari vengono accusati delle stesse imputazioni mosse ai catari. In particolare, pare che adorino Satana sotto le spoglie di un misterioso idolo, detto Baphomet, del quale esisterebbe una raffigurazione in una statua sul portale della chiesa di Saint-Merri, a Parigi .
Da venerato movimento di cristianizzazione, i Templari divengono così un odioso gruppo satanico, avverso alla Chiesa e alle sue istituzioni. Un segno del tempo rivelatore dell’atteggiamento di una nuova Chiesa sospettosa e inquieta che contribuisce a lasciare la più consistente traccia del Demonio nella storia, o sarebbe più giusto dire, dei suoi persecutori: la cosiddetta “caccia alle streghe”; due secoli di persecuzioni contro malefici, stregonerie, invocazioni sataniche, infanticidi e avvelenamenti rivelati dai suadenti metodi della Santa Inquisizione, teorizzati in quel “mostruoso serbatoio teorico” composto a quattro mani dagli inquisitori tedeschi Jakob Sprenger e Heinrich Institoris, nel 1486, e resi quantomai “pratici” grazie alla bolla pontificia di Innocenzo VIII, con la quale il Papa affida pieni poteri ai due inquisitori.
Il numero delle persone che finiscono sul rogo è difficile da quantificare, ed è destinato a crescere se si aggiungono le vittime delle torture e delle carceri. Il primato di sentenze di morte spetta alla Germania, mentre la Polonia è il paese con il maggior numero di streghe processate. Nel 1911 Soldan ed Heppe parlano di quasi dieci milioni di esecuzioni capitali, ma con il passare degli anni la cifra si è assottigliata, fino ad arrivare a quella, comunque consistente, stimata dal Monter, nel 1977, di sessantamila esecuzioni.
Per quanto riguarda la reale implicazione in pratiche sataniche, lo storico americano Brian Levack afferma che “la miglior prova che abbiamo circa lo stretto nesso esistente tra la tortura e la confessione di pratiche sataniche è che l’accusa di adorare il Diavolo, nei processi per stregoneria, non viene mai formulata prima di giungere alla fase del procedimento in cui si applica la tortura. Una volta che si fosse passati alla tortura, sorgevano le accuse di satanismo. Per questo si può validamente affermare che la tortura, in un certo senso, creò la stregoneria, o quanto meno creò la stregoneria diabolica” .
Arthur Lyons, invece, nel suo studio sul satanismo contemporaneo, Satan Wants You , argomenta a favore della realtà delle congreghe, che da incontri estatico-orgiastici di liberazione si sarebbero trasformati, sotto l’influsso della Chiesa, e in particolare delle crudeltà dell’Inquisizione, in vere a proprie riunioni sataniche dove i simboli pagani vengono distorti e il dio cornuto è convertito in un simbolo di odio e contemporaneamente di speranza, con un chiaro significato sociale di riscatto e di liberazione, che, dopo la morte di questi movimenti, smarrisce per assumere nuove connotazioni.
Proseguendo la ricerca della presenza di sette sataniche nella storia, si osserva che tra il Cinque e Seicento iniziano a diffondersi dei resoconti di messe nere celebrate in varie occasioni, ma è solo nel corso del Settecento che tutti questi elementi si precisano e si ritrovano in casi che si situano alle origini del satanismo moderno.
Nella formazione dell’archetipo del fenomeno satanista, oltre agli elementi di stregoneria e possessione demoniaca, il caso più famoso, nella Francia del XVII sec., ne aggiunge uno nuovo: quello del satanista stregone che con il suo maleficio causa la possessione demoniaca della vittima.
L’evento in questione è quello verificatosi nel monastero di Loudun, e il terzo di cui si parla è il sacerdote Urbain Grabdier, colpevole di aver causato la possessione da parte di più demoni, di nove suore Orsoline e sette secolari, a cui si aggiungono altre otto religiose e tre secolari maleficiati. La punizione per il sacerdote è il rogo e gli esorcismi praticati diventano uno spettacolo pubblico edificante.
Un secondo caso è sempre in Francia, dove alla corte di Luigi XIV si instaura il primo processo di satanismo: qui ci si trova di fronte a una congrega di satanisti che si prefiggono di organizzare liturgie sataniche per procurarsi benefici materiali. Il caso La Voisin, dal nome della sua principale protagonista, è importante per due motivi: il primo perché è in questo frangente che nasce l’espressione “Messa nera”; il secondo è perché il contesto in cui ne viene organizzata la repressione è totalmente non religioso, e il metodo è quello dell’inchiesta giudiziaria e poliziesca.
Catherine La Voisin è una merciaia della corte del re, venditrice oltre che di cosmetici, medicinali e veleni, anche di ostie consacrate, recuperate attraverso una organizzazione di donne e la complicità di molti sacerdoti. Dopo l’acquisto di una casa nel sobborgo parigino di Villeneuve e la costruzione, nel giardino di quest’edificio, di una cappella satanica con drappi neri, un altare e dei ceri preparati con grasso umano fornito da uno dei boia reali, la La Voisin comincia a celebrare messe nere con l’ausilio di un sacerdote, tale Guibourg, su un corpo nudo di una donna che funge da altare.
Quando la polizia nel 1679, arresta la donna e perquisisce la casa, viene trovata anche una fornace, che secondo la confessione della donna, aveva bruciato circa duemila corpi di bambini, in massima parte frutto di aborti clandestini, ma anche utilizzati come sacrifici per il rituale satanico.
Da documenti che si possono considerare attendibili, direttamente visionati da Massimo Introvigne (volumi VI e VII dell’opera di François Ravaisson-Mollien, Archives de la Bastille. Documents inédits) , rileva che il sacrificio dei feti e in qualche caso di bambini sgozzati, offerti ai demoni Astaroth e Asmodeo, serve alla celebrazione di un rituale che non ha una base ideologica satanista, e persegue il semplice scopo utilitaristico di realizzare le varie richieste dei clienti; ma la continuità delle celebrazioni, l’organizzazione e il rituale seguito nelle liturgie, sono elementi che sicuramente fanno del circolo della La Voisin e di Guibourg un gruppo satanista.
Dalla seconda metà del sec. XIX il satanismo sembra avere una fioritura, attribuita alle vicende dei sacerdoti Vintras e Boullan.
In realtà sia per la vicenda di Vintras che di Boullan non entra in gioco un satanismo consapevole, ma al contrario entrambi sono convinti di essere gli unici in grado di contrastare il potere del Demonio, che si spinge sino alle alte gerarchie della Chiesa stessa.
Vintras, dopo un’ apparizione dell’Arcangelo Gabriele avuta nel 1839, inizia una carriera di predicatore e sacerdote eterodosso, fino a fondare un’Opera di Misericordia, che celebra bizzarre messe consacrando ostie in cui appaiono gocce di sangue, croci, cuori e simboli cabalistici. Il credo del sacerdote si fonda sulla convinzione di essere, insieme con i suoi seguaci, una reincarnazione degli angeli, tornati sulla Terra per combattere l’ultima battaglia con i demoni.
A questo scopo Vintras si infiltra negli ambienti occultisti del tempo e raccoglie nei suoi archivi tutto quanto parla di attività di satanisti, delineando una situazione, in paesi come la Francia, Belgio, Inghilterra e Italia, in cui si riscontra la rilevante presenza di sette sataniche, impegnate a celebrare riti pagani in cappelle diaboliche.
In ragione delle discutibili usanze e teorie dei membri dell’Opera di Misericordia e del loro leader, Vintras riceve, nel 1851, la scomunica da Papa Pio IX che definisce il movimento creato dal “sacerdote” una “associazione criminale” e “una setta schifosa” .
Per quanto riguarda il materiale sul fenomeno satanico, sebbene l’operato del sacerdote - ma soprattutto di alcuni suoi discepoli - abbia portato alla scomunica per l’utilizzo di immagini e riti lontani dal cerimoniale cattolico non meno di quelli demoniaci, non vi è motivo di ridurre la grande quantità di informazioni sui riti occulti raccolte da Vintras in semplici farneticazioni, ma è possibile rintracciare nelle avventure immaginarie del sacerdote, materiale originario del sottobosco occulto dell’epoca.
A Vintras subentra, negli anni successivi alla sua morte, un personaggio dal passato tormentato: il sacerdote Boullan, originariamente fedele alla dottrina cattolica, poi allontanatosi per via di una relazione con una suora di La Salette, quindi riavvicinatosi per qualche tempo, fino alla scomunica del 1875.
Boullan, con un gruppo di seguaci, organizza L’opera della Riparazione, interessandosi al Demonio, presentato come unico responsabile delle malattie inguaribili, che possono essere risolte solo grazie all’intervento dei consacrati alla Riparazione. In pratica, Boullan e i suoi discepoli pensano di guarire queste malattie con preparati che contengono le loro urine e feci, oltre che reliquie e frammenti di ostie consacrate.
Nel 1860, la suora di La Salette, che ancora segue il sacerdote, rimane incinta e Boullan dichiara che è stata violata nottetempo da un demonio invisibile, rendendosi così colpevole di infanticidio.
Dopo la scomunica Boullan sviluppa le teorie precedentemente esposte, anche grazie alla frequentazione di circoli occultisti e alla lettura del materiale degli archivi di Vintras.
I seguaci della Riparazione non si limitano più a combattere i malefici di Satana, ma il Demonio in persona; Boullan parla di “diritto di pro-creazione”, ritenendo che le unioni sessuali effettuate secondo la legge della decadenza conducano all’abisso, quelle fatte secondo regole divine aprano la via del destino. L’uomo, in sostanza, è imprigionato nella materia, e per poter combattere l’ultima battaglia con il Demonio, deve poter “ascendere”.
Le “unioni di vita” sono il mezzo per ascendere e consistono nell’unione con qualcuno che si trova al di sopra di lui nella scala dell’ascensione; una unione come epiteto per un rapporto sessuale che spesso assume un carattere perverso.
Oltre che con l’ascensione, Boullan combatte il satanismo anche con intrugli dove gli ingredienti principali sono ancora urina, feci, o sperma.
Come giustamente rileva Introvigne “dall’ossessione di dover combattere i satanisti, Boullan ha finito, in pratica, per adottare, pretendendo di cambiarle di significato, alcune delle loro stesse pratiche” .
Accanto a Vintras e Boullan, vi è un’altra figura importante in merito alla relazione Chiesa cattolica - satanismo, perché inconsapevolmente offre a quest’ultimo una nuova prospettiva e una nuova dimensione che si sviluppa e prende forza, proprio nella maggior parte del satanismo contemporaneo.
Questa figura è quella di Gabriel Jogand, ex allievo dei Gesuiti, che entra nel 1881 nella Massoneria, per poi distaccarsene nel 1885, dichiarandosi “convertito” e iniziando una serie di rivelazioni sui veri scopi della “setta”.
La chiave di lettura di questa vicenda è proprio l’insieme di relazioni tra Chiesa romana, Massoneria e satanismo che Jogand intreccia abilmente.
La Massoneria, o Libera Muratoria, è una organizzazione nata tra Seicento e Settecento in Inghilterra, ispirandosi a organizzazioni di mestiere medievali e agli ordini cavallereschi. Le sue finalità sono quelle proprie degli intellettuali illuministi; uguaglianza, libertà e fraternità, e il mutuo aiuto tra i massoni. Non si caratterizza come un movimento religioso, nonostante il suo richiamo al Grande Architetto dell’Universo e la presenza di rituali e iniziazioni segrete, bensì come associazione filosofica, filantropica e progressista, divisa in vari gruppi, le loggie, che dipendono gerarchicamente da una loggia maggiore.
Dopo un iniziale periodo di condivisione con le idee e l’ambiente della Massoneria, Jogand, sotto lo pseudonimo di Leo Taxil, diffonde una serie di scritti antimassonici, sostenuto ed incoraggiato da molti ecclesiastici convinti della sua sincera conversione, tanto da essere ricevuto da Papa Leone XIII, nel 1887.
Il tema centrale di questi scritti è, ovviamente, l’accusa alla Massoneria di non essere altro che una setta di satanisti all’opera per distruggere la Chiesa e l’ordine sociale. Ordine sociale che nel corso di quegli anni affronta un cambiamento radicale, da una concezione feudale e conservatrice del mondo, a una ideologia democratica e liberale.
Taxil riesce a ottenere la collaborazione di un amico, il tedesco Hacks, che con lo pseudonimo di Bataille, pubblica un libro – Le Diable au xx siècle – descrivendo le vicende di una tale Diana Vaughan, appartenente a un movimento massonico Palladista, e in seguito convertita al cattolicesimo.
Il libro, che subito fa scalpore fra le fila ecclesiastiche, sostiene che la vera Massoneria è costituita da una setta di adoratori del Demonio, detti Palladisti, i quali dichiarano Satana o Lucifero vero dio della luce, e il dio ebraico signore delle tenebre.
In particolare il loro culto si rivolge a Baphomet, il demone già individuato come oggetto di culto dei Templari.
Sull’onda di queste accuse si muove la maggior parte degli ambienti ecclesiastici del tempo, mentre sul fronte opposto si scagliano i massoni, che, inveendo contro le falsità di Taxil, reclamano la presentazione in pubblico della Vaughan.
Fra le astuzie di Taxil e l’autoconvincimento di sacerdoti troppi propensi a credere al complotto satanico, la disputa sul satanismo della Massoneria si arricchisce progressivamente di dichiarazioni e documenti rilasciati proprio dall’effimera figura di Diana Vaughan, ossia di Taxil stesso.
E’ nel 1897, infatti, il momento in cui Taxil, in una riunione della Società geografica di Parigi, al cospetto di massoni e alti esponenti del clero, confessa la completa falsità di tutta la storia, a cominciare della sua “conversione”, e rivolge un ringraziamento alla Chiesa per l’appoggio garantitogli per la diffusione delle sue fantasie.
Con questa operazione, Taxil, più o meno consapevolmente, utilizza il Diavolo come semplice metafora della liberazione dell’uomo dagli oscurantismi medievali. Nel clima del positivismo di fine Ottocento, il Diavolo sembra perdere i suoi connotati terrorifici, e acquistare una nuova dimensione come simbolo “di un ‘naturalismo’ ribelle contro la violenza oppressiva delle istituzioni e delle chiese” .
Per concludere il quadro della presenza del satanismo, vera o del presunta, nell’arco dell’Ottocento e degli inizi del Novecento, ci si riferisce alle informazioni raccolte dal giornalista Jule Bois (1868 -1943), interessato fin dalla giovinezza ai temi esoterici ed occulti.
Bois pubblica tre volumi sull’argomento: Les Petites Religions de Paris, Le Monde Invisible e Le Satanisme et la Magie , inchieste giornalistiche sui gruppi dediti all’occultismo parigino, e tiene molti contatti con gli occultisti di tutta Europa, compresi gli inglesi della Golden Dawn, la società segreta di esoteristi a cui partecipa anche Aleister Crowley, l’uomo più scandaloso della prima metà del nostro secolo.
In Le Satanism et la Magie Bois dà un quadro approfondito del fenomeno satanista, grazie alla propria esperienza personale, agli archivi di Vintras e alle informazioni di un altro esperto dell’epoca, lo scrittore di Là-Bas, Karl Huysmans .
Costui, in una intervista con Bois, afferma il suo convincimento nell’esistenza di messe nere e rituali “oscuri” celebrati effettivamente dalla borghesia parigina, che spesso coinvolgono sacerdoti cattolici non sconsacrati, tanto da ritenere che il vero satanismo è il satanismo religioso.
Il ruolo di Huysmans nel fenomeno del satanismo non si limita a quello di semplice esperto. Il suo libro Là-Bas, infatti, è importante per due ragioni: la prima per le fonti utilizzate, quali gli archivi di Vintras, le stesse inchieste di Bois e gli archivi nazionali di polizia, ai quali aveva accesso in quanto funzionario del Ministero degli Interni; la seconda ragione è che il romanzo, che narra delle vicissitudini di uno scrittore, Durtal, coinvolto in una cerchia di satanisti dalla sua amante, Madame Chantelouve, contiene la descrizione minuziosa di una messa nera letteraria divenuta vera, giacchè nel Ventesimo secolo un buon gruppo di satanisti se ne servono come modello e la riproducono.
Per quanto riguarda la ricerca condotta da Jules Bois, i risultati di tale indagine presentano elementi che sono rintracciabili anche ai giorni nostri.
Nella prima parte di Le Satanism et la Magie il giornalista indaga il “satanismo delle campagne”, riferendosi alle cronache dell’Inghilterra, che registrano le piccole e grandi truffe dei maghi a pagamento, rilevando l’usanza di tali personaggi di ricorrere più o meno occasionalmente all’evocazione del Demonio e al patto con il Diavolo per ottenere risultati concreti, quali l’amore di una donna, o la morte di un nemico.
La seconda parte ripercorre le origini della messa nera, e si interessa di casi minori, registrando, in particolare, alcuni fenomeni collegati al satanismo, quali incantesimi e fatture a morte, fra i quali descrive delle ricette rinvenute presso i satanisti parigini: “macinare insieme farina, carne, ostie consacrate, mercurio, sperma animale, sangue umano, acetato di morfina e olio di spigo”; “far inghiottire a un pesce (metafora cristiana del Salvatore) veleno e frammenti di ostia, quindi toglierlo dall’acqua, farlo morire, lasciarne putrefare il corpo da cui distillare un olio che rende folli i nemici” . Secondo Bois anche la polizia saprebbe di questi rituali: nel 1879 a Châlons-sur-Marne il sangue dei topi serviva alle pratiche di maleficio di un gruppo demoniaco, e nel 1883 a Savoia un circolo di preti preparava l’olio orribile.
Per finire, Bois raccoglie in Le Satanisme et la Magie una serie di articoli che riguardano il fenomeno del furto di ostie consacrate, elemento anche oggi indispensabile per la celebrazione delle “messe a contrario”, con una puntigliosa enumerazione di documenti a testimonianza di questi fatti avvenuti in Francia e in Italia, in particolare nella provincia di La Spezia, a Salerno e a Roma.
La Francia del secolo scorso, a parte la vicenda di Leo Taxil, un mistificatore autore di libelli e opuscoli apparentemente antimassonici, nei quali egli sosteneva le cose più assurde, sempre riferendosi a episodi satanici, ma che in realtà erano destinati a ridicolarizzare il clero e l’antisatanismo imperante, sembra che abbia realmente dovuto fare i conti con un satanismo nel senso proprio del termine, come ci è dato intravvedere dai documenti, dagli indizi sparsi, dalle piste interrotte su un mondo per la maggior parte clandestino e oscuro.
3. IL SATANISMO DA CROWLEY A MANSON
3.1 ALEISTER CROWLEY, “LA BESTIA 666”
Agli inizi del Novecento è l’Inghilterra ad assumere il ruolo di nuovo epicentro dell’esoterismo.
In questo periodo i maestri dell’occultismo non possono dirsi satanisti in senso proprio, anche se vengono attaccati come tali dai loro avversari religiosi. Tuttavia preparano un corpus di materiale occulto, proprio come successo per la Messa nera di Huysmas, che potrà essere ampiamente utilizzato dai movimenti esoterici successivi, compresi quelli satanisti.
Dall’Ottocento gli occultisti britannici portano i culti per Lucifero, le messe nere e i riti sessuali-orgiastici, tutti temi questi, perseguiti con programmaticità di intenti dalla Golden Dawn, setta massonica che mescola i riti dei Rosacrucriani, magia cerimoniale e tarocchi, e che comprende tra i suoi membri un medico di nome Robert D’Onston Stephenson, accusato dalla sua amante, Mabel Collins, di fabbricare candele di grasso umano usate per rituali occulti, e di essere nientemeno che Jack lo Squartatore, colpevole di cinque efferati omicidi un anno prima della fondazione della Golden Dawn.
Questo gruppo di esoteristi oltre a personaggi di rilievo come il poeta W. B. Yeats, Bram Stoker e lo scienziato W. Crooks, accoglie nel 1898, dopo i consueti riti di iniziazione, Edward Alexander Crowley, un giovane che ha ereditato una notevole fortuna e che si fa chiamare Aleister.
Nato nel 1875, l’anno della morte di un altro famoso occultista, Eliphas Lévi, di cui dice di essere la reincarnazione (come anche di Cagliostro e Alessandro Borgia), Crowley cresce in una famiglia di protestanti puritani e studia al Trinity College di Cambridge, dove si circonda di una cattiva fama per i suoi rapporti etero e omosessuali, i suoi poemetti erotici e l’uso di droghe.
Durante la sua giovinezza compie viaggi in cui approfondisce i temi gnostici, studia il tantrismo, il sufismo e, naturalmente, l’uso di allucinogeni e droghe messicane e indiane.
Personaggio controverso, carismatico quanto sfrontato, eccessivo, brutale, (egli stesso, nelle sue Confessioni si definisce “il Compagnio di Babilonia, la Donna Scarlatta, il Destriero che ella cavalca, la Bestia il cui numero è 666” ) una volta introdotto nella Golden Dawn, dal suo fondatore, Samuel Mathers, non tarda a scontrarsi con gli altri membri, fondando una nuova organizzazione concorrente - l’ Argenteum Astrum (“ogni uomo è una stella”) – e screditando i vecchi amici con la pubblicazione sulla sua rivista The Equinox di rituali di magia nera e nefandezze sessuali che in realtà era egli stesso a praticare.
Crowley ha un atteggiamento fisico di natura rivoltante: basti pensare al “bacio del serpente”, ossia succhiare il sangue mordendo il polso di una donna, o alla defecazione sui tappeti altrui, oppure ancora alla consumazione di un rapporto sodomitico in un salotto davanti ai suoi amici. Inoltre egli sfrutta le altre persone in tutti i modi possibili ed immaginabili, materialmente, emotivamente e psichicamente, tanto che la sorte comune di numerose sue compagne è quella di diventare delle alcoliste croniche, e quella di sua moglie di morire in un manicomio.
Nella sua ricerca di un ambiente “magico” dove poter elaborare propri rituali esoterici, aderisce, nel 1912, a una nuova organizzazione tedesca, l’Ordo Templi Orientis (O.T.O.) che si interessa di riti luciferini, messe gnostiche e magia sessuale.
E’ proprio su quest’ultima che Crowley fonda le basi del movimento di cui è venuto ad essere il leader a Londra: i riti dell’O.T.O. non vogliono essere una semplice scusa per praticare orge sessuali, ma secondo un’influenza tantrica, pretendono di assurgere a efficace mezzo di magia per realizzare un’unione mistica con l’universo.
Successivamente, dopo una lunga permanenza in America, terminata principalmente per questioni finanziarie non più rosee – si dice che abbia lasciato dietro di sé un codazzo di assegni a vuoto -, dopo l’interrogazione dell’I Ching, un antico oracolo cinese, il “mago” approda anche in Italia, a Cefalù, dove fonda l’Abbazia di Thelema. Questa nuova impresa, però, viene presto abbandonata per ordine del Duce, a causa delle voci circa la morte misteriosa di un certo Mr. Lloyd, seguace dell’O.T.O. a Cefalù, avvenuta probabilmente per overdose.
Nelle sue “congregazioni” come nella normale vita quotidiana, Crowley si circonda di molte donne, per la maggior parte prostitute, che definisce Donne Scarlatte, con le quali esegue elaborati rituali di magia sessuale suddivisi in gradi, passando da una iniziazione fino alla dichiarazione del segreto finale, che rivela come il vero dio sia il fallo, unico “motore del Tutto”.
In uno di questi “esperimenti magici”, attraverso pratiche sodomiche, altri atti sessuali e l’uso della cocaina e dell’oppio, Crowley induce una delle sue donne, Roddie Minor, soprannominata “Pachiderma”, in uno stato catatonico durante il quale la stessa percepisce delle visioni di un paesaggio che Crowley descrive nell’Opera di Amalantrah, e che paragona alle raffigurazioni di quel “mondo sotterraneo” di cui Jung riferisce aver avuto una visione nel 1913.
Il rito sicuramente più famoso, e che trova un seguito anche nelle sette sataniche contemporanee, è però un altro: la preparazione di un calice con un miscuglio di seme maschile e secrezioni vaginali, chiamato amrita, ricavato dall’unione di due iniziati per la consacrazione di talismani o di Crowley stesso con le sue donne scarlatte.
Nella sua permanenza a capo dell’O.T.O., Crowley non si limita a riscriverne i rituali, ma li infarcisce di bestemmie, lodando i professionisti di messe nere, in quanto meritevoli di aver “sollevato l’uomo dallo schifoso demone dei cristiani” e attaccando il cattolicesimo romano come “quello spregevole culto materialista” .
Nel Libro della Legge , scritto ancora prima di entrare nell’O.T.O, e che Crowley sostiene dettato direttamente dallo spirito Aiwass, evocato attraverso i poteri medianici della moglie Rose Kelly, egli annuncia l’avvento di una nuova epoca e inveisce contro il cristianesimo. Il prof. Michele Del Re, in Riti e crimini del satanismo cita uno dei passaggi più sconcertanti: “Il rito supremo dovrebbe creare un’atmosfera particolare attraverso la morte della vittima. Con questo rito si potrebbe raggiungere il vertice dell’Arte Magica. La cosa migliore sarebbe sacrificare una fanciulla, possibilmente vittima volontaria, perché, se fosse maldisposta al sacrificio, potrebbe introdurre una corrente ostile. La fanciulla dovrebbe venir violentata, poi tagliata in nove pezzi. La testa, le braccia e le gambe dovrebbero venire amputate, e il tronco tagliato in quattro parti. Sulla pelle andrebbero scritti i nomi di altrettanti dèi: poi le braccia andrebbero scuoiate e bruciate in onore di Pan o di Vesta; le gambe, dopo un procedimento eguale, andrebbero offerte a Priapo, Hermes o Giunone; la spalla destra è sacra a Giove, la sinistra a Saturno; la metà inferiore destra del tronco a Marte, quella sinistra a Venere. La testa non andrebbe scuoiata, ma semplicemente bruciata in onore di Giunone o di Minerva. Questo rito non dovrebbe essere usato in occasioni ordinarie, ma raramente, e soltanto per scopi importantissimi; e non dovrebbe venire mai rivelato ai profani” .
La descrizione di questo rito è rivelata a Crowley nel corso di uno degli incontri sessuali con Walter Duranty, un partner che nell’atto sodomico con Aleister Crowley viene “posseduto” dal dio Mercurio; i due, però, non mettono mai materialmente in atto tale rito .
Parlando poi del sacrificio di sangue, un altro elemento dei “procedimenti magici” di Crowley, egli afferma che “un bambino maschio di perfetta innocenza e di alta intelligenza è la vittima più soddisfacente e adatta” .
Eppure i continui riferimenti a Satana, le ingiurie contro i cattolici e il cristianesimo assumono un significato che si discosta dalla venerazione del Demonio in quanto tale.
Gli stessi brani riferiti al sacrificio di bambini rimandano a una nota del “mago”, posta a piè pagina nel libro Magick in Theory and Practice , dove costui afferma di aver compiuto questo sacrificio in media centocinquanta volte l’anno, fra il 1912 e 1928: leggendo questa frase nel contesto si intuisce che Crowley fa riferimento alla masturbazione, essendo peraltro palesemente improbabile che, nonostante la continua sorveglianza da parte delle polizie dei vari paesi in cui ha soggiornato, sia riuscito ad occultare, senza lasciare tracce, qualcosa come centocinquanta sacrifici di bambini.
Come già accennato, condividendo la definizione di Massimo Introvigne, per satanismo si intende “…l’adorazione o la venerazione, da parte di gruppi organizzati in forma di movimento, tramite pratiche ripetute di tipo culturale o liturgico, del personaggio chiamato Satana o Diavolo nella Bibbia” ; elementi questi, che mancano nelle deliranti teorie di Crowley, le quali si riferiscono alla figura di Satana in tutt’altre connotazioni.
Sebbene l’O.T.O. faccia largo uso di effigi e rituali che vedono come principali protagonisti demoni e Lucifero, questi si ergono a meri simboli della trasgressione, di rifiuto della morale, della religione, delle regole della stessa società.
Nel libro Magick in Theory and Practice, propria summa filosofica, Crowley afferma: “Il Diavolo non esiste. E’ un falso nome inventato dai Fratelli Neri per implicare un’Unità nella loro ignorante confusione di dispersioni.”; o ancora: “Non c’è altro dio che l’uomo” .
Inoltre, nella sua autobiografia, commentando i rituali satanici, critica l’approccio alla figura di Satana come entità reale, in quanto, così facendo, non si fa altro che convalidare la teologia cristiana sul Demonio.
Per quanto equivoco e tendenzioso, Crowley sembra credere solamente all’uomo stesso; una prospettiva atea che non tiene di alcun conto e degna del pur che minimo rispetto alcuna religione, in prima linea quella cristiana: “…la Chiesa è vista come colei che ha spento e distrutto i poteri magici insiti, secondo dettami gnostici, nell’uomo.”
Diversi sono i significati in cui Crowley parla di “Satana” o “Lucifero”:
- nel senso proprio in cui parlano del Diavolo sia i cristiani che i satanisti Satana non esiste, è un feticcio inventato per i loro fini;
- “Diavolo” e “Satana” vengono utilizzati in senso positivo ed esoterico per indicare il Sole nel macrocosmo e il fallo nel microcosmo;
- dal punto di vista astrologico il Diavolo si identifica con il Capricorno, ma sarebbe un segno che simboleggia la sessualità maschile;
- Satana e Lucifero rappresentano la razionalità dell’uomo, che è “dio”, padrone del bene e del male;
- “Satana” possono essere chiamati certi spiriti, che freudianamente non sono altro che aspetti dell’inconscio dell’uomo, con cui il mago può venire in contatto nella celebrazione dei suoi riti .
Al contrario, Cecila Gatto Trocchi afferma: “E’ in fondo un sofisma non considerare Crowley un satanista solo perché, ateo come era, non credeva al Diavolo. Baudelaire, che scandagliava ben più profondi e dolenti abissi, non aveva forse rivelato che la più grande astuzia di Satana è convincerci che non esiste?” .
Sebbene Crowley non possa essere definito un satanista nel senso sopra citato del termine e non vi siano prove che abbia commesso alcun crimine di sorta, se non quello di una provocazione anticristiana e antimorale, ciò non toglie che le sue idee, i suoi testi, la sua stessa immagine abbiano pesantemente influenzato tutto il satanismo successivo, al quale apporta gli elementi di trasgressione sessuale, di provocazione, ma anche dell’avversione alla Chiesa cattolica non solo in quanto istituzione, ma proprio in quanto demolitrice di quel bisogno istintivo e viscerale che si definisce “pensiero magico”.
Certo è che Crowley rimane ancora un personaggio ambiguo, e le sue teorie, seppur sempre inneggianti a un ateismo “puro”, “odorano di zolfo” quando usano il Diavolo come strumento di valorizzazione delle energie occulte, e innegabilmente apportano un contributo essenziale alla filosofia di un’altra figura importante per lo sviluppo del pensiero satanista: Anton LaVey, fondatore della Chiesa di Satana.
3.2 ANTON LA VEY E LA “CHIESA DI SATANA”
Nato nel 1930 a Oakland, dopo aver lavorato in un circo e poi come fotografo criminologo nella polizia di San Francisco, con l’acquisto di una dimora al 6114 di Californian Street, Anton LaVey inizia una serie di conferenze dedicate a temi quali gli spettri, i vampiri, la tortura, i grandi omicidi, il cannibalismo. E’ in occasione di uno di questi incontri che viene in contatto con un regista di Hollywood della cultura underground, Kenneth Anger, assiduo sostenitore delle teorie di Crowley, e con il quale fonda il Circolo Magico, costituito dai frequentatori abituali delle varie conferenze tenute da LaVey, nel quale ben presto si mettono in atto propri rituali segreti.
La frequentazione di Anger per LaVey è molto importante, in quanto è proprio il regista americano a far conoscere in maniera più approfondita le teorie di Crowley e a condividere la passione per la figura del Diavolo e per la demonologia.
Successivamente, nella notte del 30 aprile 1966, Anton LaVey fonda la Chiesa di Satana; è l’Anno Uno del Demonio.
Grazie alle conoscenze di Anger e all’eclettismo di LaVey, che non si fa problemi a comparire in pubblico travestito da diavolo e a presentarsi al mondo – e alla stampa – come “Satana” in persona, la Chiesa ottiene subito l’attenzione dei media, soprattutto dopo la celebrazione del primo matrimonio satanico fra il giornalista John Raymond e l’ereditiera Judith Care, avvenuta nel 1967.
Nello stesso anno esce un film del regista Roman Polansky, Rosemary’s Baby, che contiene un riferimento alla chiesa di LaVey, e alla prima del film non mancano LaVey stesso e altri seguaci.
Nel 1968, il fenomeno della Chiesa di Satana comincia a interessare anche i sociologi come Randall Alfred, che si insinua nell’organizzazione senza avvertire LaVey, o James Moody, che invece si appassiona talmente al satanismo da divenire un collaboratore del “Papa Nero”. E’ in questi anni che viene preparata la liturgia della messa nera, pubblicata in due edizioni, una censurata per il pubblico e una privata per gli adepti, che tutti i satanisti contemporanei conoscono e seguono in modo piuttosto letterale. Il rituale è una somma della messa nera del libro di Huysmans e del rito dell’amrita di Crowley: si apre con un formulario basato sul rovesciamento della messa cristiana, comprendendo insulti e bestemmie, recitato sul corpo nudo di una donna distesa su un altare, e continua con la “desacrazione”, ossia l’introduzione di un ostia consacrata nella vagina della donna, e la successiva distruzione dell’ostia stessa. La “consacrazione”, invece, riprende semplicemente il rito crowleyano, con il mescolamento del seme maschile del sacerdote in un calice con vino o altri liquori, e la condivisione dello stesso fra i presenti.
Questi e altri nuovi rituali vengono approntati oltre che da LaVey, anche da Micheal Aquino, all’inizio uno dei suoi più fedeli collaboratori, che dopo la chiusura delle “grotte”, decentramenti organizzativi della sede principale di San Francisco, lascia la Chiesa per fondare insieme ad altri “delusi” da LaVey, una nuova organizzazione con al centro un Satana questa volta tutto cristiano e malefico.
Nella sua opera principale, La Bibbia Satanica , LaVey espone una visione del mondo dove vengono esaltati l’egoismo, il capitalismo, l’orgoglio del forte che prevale sul debole, la liberazione dalle religioni e dalle morali; ancora una volta la venerazione di Satana e i rituali della Sua Chiesa non sarebbero altro che celebrazioni parossistiche di un razionalismo e ateismo che esaltano l’uomo come “unico dio”.
Un grande contributo sembra apportarlo la filosofia di Ayn Rand, l’obiettivismo, che esprime una concezione radicalmente individualista della società e incentrata in quel culto dell’uomo che in LaVey appare cerimonializzato, ma che per la Rand significa solo un disincantamento dalle religioni e dalle regole morali.
Le nove affermazioni sataniche, proclamate nel 1966, mostrano il ricorso alla figura del Demonio in chiara veste simbolica e la centralità dell’uomo che richiama l’obiettivismo alla Rand:
1. Satana rappresenta l’indulgenza in luogo dell’astinenza.
2. Satana rappresenta l’esistenza vitale in luogo dei vacui sogni spirituali.
3. Satana rappresenta la saggezza sfrontata in luogo dell’autoinganno ipocrita.
4. Satana rappresenta la cortesia solo verso chi la merita in luogo dell’amore sprecato verso gli altri.
5. Satana rappresenta la vendetta in luogo del porgere l’altra guancia.
6. Satana rappresenta la responsabilità verso chi è responsabile, in luogo della preoccupazione nei confronti dei vampiri psichici.
7. Satana rappresenta l’uomo come nulla più che un altro animale – qualche volta migliore, ma più spesso peggiore di quelli che camminano a quattro zampe – che, a causa del suo preteso “sviluppo divino intellettuale e spirituale” è diventato l’animale più vizioso di tutti.
8. Satana rappresenta i cosiddetti peccati, nella misura in cui portano alla gratificazione fisica, mentale o emozionale.
9. Satana è stato il migliore amico che la Chiesa abbia mai avuto perché l’ha tenuta in commercio per tutti questi anni .
Il fatto che questo libro abbia venduto, nelle sue ventotto edizioni, seicentomila copie e che all’interno della stessa setta non tutti abbiano chiaro il significato pantomimico dei riti, non deve far sottovalutare l’influenza che Anton LaVey e la sua Chiesa esercitano su moltissimi americani ed europei, sia su quelli pronti a condannare che su coloro che leggono letteralmente o superficialmente i rituali e le teorie del “sacerdote di Satana”.
Indubbiamente, comunque, le teorie di LaVey si presentano a facile fraintendimenti, per la loro stessa ambiguità.
Con il passare del tempo la diffusione delle grotte, oltre che di nuovi adepti, porta una serie di nuovi problemi a LaVey, non solo dovuti a sospetti e malcontenti di chi teme e ripudia la sua “organizzazione satanica”, ma anche di quelle persone, giovani sbandati, drogati e criminali che inscenano rituali richiamandosi alla Bibbia Satanica, utilizzando droghe o praticando sacrifici di animali, nonostante il “Papa Nero” in ogni pubblica occasione ripeta che la sua organizzazione, per quanto scandalosa, rimane assolutamente rispettosa della legge.
Presto, il sistema delle grotte, che continuano a sorgere in altri parti dell’America e dell’Europa, si dimostra poco controllabile, tanto che nel Midwest la grotta Stygian si trova collegata al traffico di droga, e il suo capo, John DeHaven, dopo la scomunica di LaVey, attacca duramente la Chiesa e si converte – con il supporto dei giornalisti – al cristianesimo evangelico. LaVey decide così di sopprimere il sistema delle grotte e mantenere un semplice collegamento informale fra gli adepti isolati e la sede centrale di San Francisco. Questo cambiamento vede allontanarsi dalla Chiesa di Satana uno dei suoi membri più importanti, Micheal Aquino.
Il mutamento dell’organizzazione della Chiesa non sembra, però, essere il motivo principale di questa defezione. In realtà è proprio quell’ambiguità manifesta nell’atteggiamento di LaVey verso la figura di Satana, che gli permette di intrattenere liberamente rapporti con la stampa e la società, presentando un Demonio “carnevalesco”, metaforico, e al tempo stesso portatore dell’orgoglio dei forti e del culto dell’uomo superiore, che si scontra con quella parte dei suoi collaboratori, fra cui, appunto, Aquino, che credono in un Satana vivo e reale.
E questa ambiguità che nega apertamente, ma poi lascia intendere diversamente, porta non solo Aquino a prendere una direzione ben precisa, ossia quella del satanismo consapevole, e a fondare il suo Tempio di Set - una organizzazione che esercita rituali di magia nera e satanismo, presa più volte di mira dagli organi di polizia per supposti abusi sui minori, senza peraltro che si sia mai giunti ad alcuna accusa formale -, ma influenza anche tutta una nuova serie di satanismo che comprende nuove istituzioni come la Chiesa di Liberazione Satanica di P.Douglas Valentine, sorta in opposizione ad Aquino, che ammette l’uso di minori consenzienti, o nuovi casi di satanismo acido, come quello, controverso, di Manson e The Family.
3.3 CHARLES MANSON
Charles Manson (il cognome Manson da Man e Son = 'il figlio dell'uomo' gli viene attribuito dalla sua stessa madre) nasce a Cincinnati ,Ohio, il 12 novembre 1934.
Figlio illegittimo di Katleen Maddox, una sedicenne prostituta e alcolizzata che a causa della sua “professione” e di varie rapine passa gran parte della sua vita in carcere, Charles viene affidato a una zia nel West Virginia; ma già fra i nove e i dodici anni è fermato dalla polizia per tentato furto. Nel 1947 Manson viene mandato al Gibault School per ragazzi nell'Indiana, ma trascorso soltanto un anno, fugge dalla scuola. Successivamente, viene fermato dalla polizia per altri furti e scassi ed è inserito al riformatorio per ragazzi di Padre Flanagan. Pochi mesi dopo viene di nuovo trasferito ad un altro istituto, sempre nell’Indiana.
Nel 1951 Charles fugge dal riformatorio e raggiunge la California. Lungo il percorso compie numerosi furti e viene di nuovo fermato dalla polizia e mandato al riformatorio per ragazzi a Washington D.C., ma qui la sua permanenza dura ben poco perché dopo aver costretto un compagno di cella ad avere rapporti sessuali con lui, minacciandolo con un rasoio, viene nuovamente trasferito, questa volta al riformatorio Federale di Petersburg, in Virginia. Solo dopo qualche periodo riesce ad ottenere dalla commissione penitenziaria la libertà condizionata e nel 1954 viene rilasciato.
Nel 1955 sposa una giovane cameriera e poco dopo nasce il figlio Charles Manson jr, ma ben presto Manson si stanca della compagna e la abbandona. Sorpreso nuovamente a rubare automobili, Charles, ormai maggiorenne, viene incarcerato per tre anni nella prigione di San Pedro, in California.
Nel 1958 viene rilasciato sulla parola, ma solo un anno dopo viene di nuovo accusato di frode e furto. Riesce però a farsi rilasciare convincendo una donna a confessare di aspettare un figlio da lui. A Charles viene assegnata la libertà vigilata, ma dopo aver violentato due donne, viene arrestato e condannato a dieci anni nel penitenziario di McNeil Island a Washington.
Il 21 marzo 1967, viene rilasciato e si trasferisce a San Francisco, dove fonda una comune.
Dopo un’infanzia difficile per i rapporti con la madre, i soggiorni forzati in istituti di recupero o in vere e proprie carceri, e l’uso costante di droghe, Manson, percorrendo le strade della California su di un furgoncino nero, riunisce un gruppo di giovani hippies dediti all’uso di droga, a piccoli furti e all’amore libero, e comincia a guadagnarsi da vivere suonando la chitarra nei night.
E’ il periodo della contestazione giovanile, della rivoluzione sessuale, della emancipazione femminile.
Nel 1968 il gruppo itinerante, chiamato dai sociologi interessati a questa nuova realtà “The Family” – “La Famiglia” -, prende fissa dimora in un ranch situato nei pressi di Chatsworth, in California. Qui Charles, che si è fatto crescere barba e capelli, si atteggia a “guru” della libertà e anarchia assoluta, parlando continuamente del “Giorno del Giudizio”, tanto da dichiarare di essere nato per portare l’Apocalisse.
I contatti con il satanismo Manson sembra averli solo tramite un membro della Famiglia, Bobby Beausoleil, un musicista dedito al culto di Crowley e frequentatore di Kennet Anger, primo ispiratore di Anton La Vey e la Chiesa di Satana.
E’ proprio Beausoleil che nel 1969 uccide Gary Hinman per affari di droga, lasciando scritto su una parete del luogo del delitto la frase “Porco politico”, tracciata con il sangue della vittima.
Per scagionare il compagno Bobby, Manson e i suoi collaboratori decidono di commettere altri omicidi con una tecnica simile, per far ritenere alla polizia che l’assassino sia qualcun altro, ancora in libera circolazione.
Viene così messo in atto il delitto più discusso degli anni ’70: la Famiglia assassina sette persone, fra le quali l’attrice Sharon Tate, la moglie del regista Roman Polanski, incinta di otto mesi; tutte le vittime vengono ripetutamente pugnalate e mutilate, e nella villa di Bel Air del regista, con il sangue di Sharon viene lasciata la scritta “Helter Skelter” utilizzata in un disco dai Beatles con il significato di “confusione”. Fatto, questo, che costa la convocazione di Lennon e Mc Cartney, peraltro senza conseguenze, al processo di Manson.
Pur essendo inizialmente senza molti indizi, se non il sospetto di un regolamento di conti per questioni di droga, con cui molte delle vittime avevano a che fare, la polizia successivamente ottiene le confessioni di alcuni membri della Famiglia e i responsabili, fra cui lo stesso Manson, il 29 marzo 1971, vengono condannati alla pena di morte - poi tramutata in ergastolo in quanto nel 1972 lo Stato della California abolisce la pena capitale.
L’estrema violenza di Manson, il suo disprezzo per ogni norma etica, il modo di vivere della Famiglia e il sensazionalismo di certa stampa ha finito per far indossare al pluriassassino Manson i panni di un eroe della controcultura e di un messia folklorico .
Ed Sanders sostiene che Manson sia stato realmente in contatto con gruppi satanisti e che nel ranch della Famiglia si praticassero riti propiziatori squartando e dissanguando animali e forse ragazzini, ritrovati uccisi in quella zona prima della notte dell’omicidio Tate.
Collegata a questi riti è la passione per gli snuff movies che gli amici di Manson e Polansky si dice condividessero con Manson stesso. Nastri registrati con gente incappucciata e ragazzine minorenni sembra facessero parte della collezione del regista, custodita nella villa di Bel Air e girati personalmente da Manson .
Se non sono totalmente da escludere ipotesi di una finalità a sfondo satanico delle azioni di Manson e compagni, la parte di protagonista in tutta questa vicenda sembra tuttavia svolgerla la droga, piuttosto che una teologia satanica.
Eppure, se Charles non sembra aver troppo riflettuto su Satana e i suoi rituali antecedentemente agli omicidi, nella sua permanenza in carcere dà corpo a quelle voci che vedono in lui un satanista convinto, assecondando quella parte di sbandati, ribelli e antisociali che contribuiscono a “mitizzare” e “commercializzare” quella che non è altro che la figura di un pluriomicida.
Studiosi, giornalisti, giovani fra i quattordici e venticinque anni che non hanno contatti con le organizzazioni del satanismo ufficiale, vedono in Manson l’effige di un satanismo imperante, mentre squilibrati e assassini si ispirano a lui nel compiere gesta analoghe: Manson non rappresenta solo un esponente di Satana, quindi, ma anche un modello per nuovi serial killer.
Già nel giugno 1970, infatti, si ritrova il primo emulatore delle gesta di Manson : Steven Hurd, che, a capo di una “famiglia” sullo stile di The Manson’s Family, percorre la California rubando e uccidendo. Il delitto più grave vede il gruppo sequestrare una maestra di scuola, trascinarla in un bosco e squartala per offrire ritualmente a Satana le parti del suo corpo, prima di mangiarle.
Nello stesso anno viene rinvenuta strangolata una ragazzina di quindici anni, Janet Stevens, ritrovata con in bocca un ritaglio di giornale raffigurante Charles Manson.
Nel ’71 a Miami, Kim Brown di ventidue anni uccide con cinquanta coltellate un amico di sessantadue anni, dichiarandosi convinta sacerdotessa di Satana; nel medesimo anno, nel New Jersey, Mike Newell, un giovane di vent’anni, nella convinzione di eseguire un infallibile rituale satanico che attraverso la sua morte lo avrebbe messo alla testa di quaranta legioni di demoni, persuade due suoi amici a legargli con nastro adesivo mani e piedi e a spingerlo in un profondo stagno, dove, invece delle legioni, trova solo la morte.
Nel febbraio del 1971, a Stoccolma si viene a conoscenza di una setta dalle vesti nere che adora in una chiesa sconsacrata un crocefisso ricoperto di pipistrelli morti, con a capo un ex sacerdote che dichiara di voler vivere come Manson; ancora nel ‘71, durante l’inverno, in Germania viene ritrovato con la scritta “Manson” dipinta sul petto con della vernice rossa, Ulrich Nacken, un ragazzo di vent’anni aggredito, denudato, legato a un albero e lì lasciato morire assiderato.
Nel 1974 si forma, in California, la Symbionese Liberation Army, un gruppo capeggiato da un “guru” fanatico, perloppiù formato da donne, che celebra riti esoterici e si rende colpevole del rapimento di Patricia Hearst
Nessun commento:
Posta un commento