Pertshire, Scozia, 1876 –
Il maggiore Steward morì placidamente nel suo letto, nella sua casa, a Ballecchin House. In vita era stato uomo schietto, diretto e di poche parole. In punto di morte non fu diverso. Espresse un unico desiderio alle poche persone che si erano radunate intorno al suo capezzale: voleva che i suoi quattordici cani fossero curati e accuditi dai suoi eredi, una volta che lui se ne fosse andato.
Quando chiuse gli occhi per sempre, i suoi adorati cani lo sentirono. Ulularono per salutare il proprio padrone per l’ultima volta. Il suo adorato black spaniel rimase per tutto il tempo vicino al letto, seguì tutto il funerale e accettò di tornare a casa solo dopo che la bara del suo padrone fu calata nel terreno.
La salma del maggiore fu sepolta nei pressi di Ballecchin House. Gli eredi però ignorarono i desideri del maggiore. Presero possesso della magione. E uccisero tutti i cani, uno a uno, a bastonate. Lasciarono per ultimo il mastodontico black spaniel: il cane non emise nemmeno in guaito, fissandoli con occhi fieri mentre veniva massacrato.
Trascorsero alcuni anni. Due nipoti del maggiore si trasferirono nella magione. I primi giorni andò tutto bene: Ballecchin House sembrava tranquilla. Il terzo giorno, la donna si svegliò di soprassalto, terrorizzata: passi per casa, e urla strazianti provenire dall’esterno. Rumori che poi svanivano nel vuoto.
I due coniugi non chiusero occhio per tutto il resto della notte. Il giorno dopo addussero scusa disparate: persone al lavoro, animali notturni. Ma poi venne nuovamente la notte.
La prima che sentirono fu lo sferragliare di catene. Seguito dalle stese urla assordanti della notte precedente. E nell’aria aleggiava un odore che non avrebbero mai più dimenticato. Odore di pelo di cane.
Uscirono nel corridoio per cercare di capire cosa stesse succedendo. E videro un tavolo che si muoveva da una parete all’altra, come sospinto da una forza invisibile. La porta della camera da letto si richiuse alle loro spalle, fragorosamente. Una finestra al piano superiore sbatté talmente forte da andare in frantumi.
Quella fu l’ultima notte dei coniugi a Ballecchin House.
Queste furono le storie che il marchese Bute, membro della Società per la ricerca psichica, raccolse dagli abitanti del paese. E decise di verificare se fossero fondate o meno.
Affittò Ballecchin House per una notte. E vi diede una festa. Ovviamente, tutti gli invitati non sapevano niente del maggiore Steward e dei suoi cani.
La festa proseguì senza intoppi. Fono alle 23:30 circa: una delle donne sentì un forte odore di pelo di cane. E alcune luci cominciarono a spegnersi e accendersi da sole. Urla feroci provenire da chissà dove. La maggior parte dei partecipanti se la diede a gambe, letteralmente. Ma altri restarono.
Mani che si materializzavano dal nulla. Zampe di cane che vagavano nell’aria, come se stessero camminando. E il fedele black spaniel del maggiore Steward, che apparve alla fine di un corridoio.
Da allora, dopo quella notte, nella magione di Ballecchin House non è entrato più nessuno.
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