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LEONARDO DA VINCI

Leonardo Da Vinci, ad esempio, per i suoi avveniristici studi sulla dissezione dei cadaveri fu definito “stregone e negromante” e quindi costretto ad allontanarsi da Firenze.
«Leonardo era guardato con sospetto dai suoi contemporanei e lo tenevano alla lontana. Anche lui aveva paura di essere accusato di stregoneria da chi non lo capiva e per questo motivo ha adottato delle tecniche di scrittura e di comunicazione impossibili da decifrare all'epoca.
Ad esempio per i suoi appunti scientifici scriveva da sinistra verso destra e usava la mano sinistra, ma scriveva perfettamente con entrambe le mani. Inoltre, scriveva in modo speculare, cioè scriveva con lo specchio accanto al foglio. 
Per questo per capire cosa c'è scritto nei suoi "codici" bisogna leggerli all'inverso e con lo specchio. Ma questa tecnica non l'ha usata per la poesia o per scritti sulla pittura o sui colori. 
Leonardo non comunicava molto con gli altri, ma lo faceva di più con i suoi studenti artisti a cui insegnava pittura perché considerava gli artisti più sensibili e quindi si apriva di più. Ma durante le sue lezioni di pittura arrivava alla scienza e questo disorientava gli allievi. 
E questi, di fronte a questi rapidi cambiamenti di argomento pensavano che fosse un pazzo perché non parlava più di pittura a cui invece loro erano interessati e per cui erano lì con lui. Ancora oggi, è come se Leonardo volesse farci scoprire gradualmente le cose, lentamente, nel corso dei secoli. Per non impressionarci molto. È come se lui avesse visto la vita futura di 300-500 anni dopo e avesse anche capito il disorientamento delle "normali" menti umane di fronte alle sue scoperte».
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